Inaugurato il nuovo Centro ricerche a Novara di 3TI PROGETTI

È stato inaugurato a Novara, nel quartiere di Sant’Agabio, il “Centro di ricerca applicata Ipazia”. Il nuovo polo di ricerca italiano - la cui progettazione esecutiva è stata affidata a 3TI PROGETTI, società di ingegneria italiana entrata nel 2014 nella classifica mondiale stilata da ENR Top 225 International Engineering Firms - ospita una delle sedi universitarie e la Fondazione Novara sviluppo.
Intitolata a Ipazia, prima scienziata della storia, vissuta a cavallo fra il 300 e il 400 d.C. e considerata la martire della libertà di pensiero, l’opera è stata edificata in soli 14 mesi e rientra in un progetto di recupero (PISU – Programma integrato di sviluppo urbano) che ha interessato tutta l'area circostante. Il nuovo edificio, infatti, ha portato alla nascita di una piazzetta pedonale e alla sistemazione dell'area verde.

L’edificio che ospita il nuovo Centro di Ricerca di Novara si sviluppa su 5 livelli, di cui uno seminterrato, con una superficie variabile dai 1900 mq del piano seminterrato ai 485 mq del terzo piano, per una superficie complessiva di circa 6350 mq e una cubatura di mc 24700.
La struttura è articolata in
4 corpi di fabbrica di forma ed altezza diversa tra loro collegati a tutti i piani.
Il sistema distributivo generale dei locali è finalizzato a favorire spazi d’incontro e di socializzazione, fondamentali in una struttura di ricerca. E’ presente un grande atrio d’ingresso che occupa l’intero piano terra del Corpo Centrale, filtra e distribuisce i flussi del pubblico ai piani superiori e accoglie gli uffici e gli spazi comuni (sale di conferenze e riunioni, zona di relax e ristoro). Un sistema di ballatoi laterali attraversa longitudinalmente e verticalmente il Corpo Centrale a tutti i piani, mentre tre vani scala/ascensore sono disposti a “corona” rispetto il vano distributivo centrale, offrendo le risposte necessarie a esigenze di funzionalità interna e di normativa antincendio. La movimentazione di carichi ingombranti è invece garantita da un montacarichi nella Torre Nord.

In sostanza l’edificio si propone come un luogo dove sarà piacevole entrare, una piazza del sapere e della ricerca, ricca di spazi ospitali e informali ove incontrarsi e soggiornare, promuovendo effetti di rete, scambio di idee, ma anche eventi scientifici, simposi e presentazioni di nuovi prodotti e idee.
Il piano terreno consente il soddisfacimento di tali obiettivi ed esigenze, le sale riunioni risultano flessibili, indipendenti o aggregabili a comporre un unico ampio auditorio a disposizione della divulgazione scientifica: convegni, ma anche manifestazioni di collegamento alla città, musica e spettacoli.
Dalla reception, con gli uffici gestionali richiesti e i relativi servizi, si accede facilmente, tramite una scala aerea e i relativi ascensori, ai piani superiori della ricerca e dello sviluppo attraverso uno spazio a tutta altezza. Questo ha caratteristiche bioclimatiche e di termoregolazione e risulta luogo preferenziale di distribuzione ai diversi livelli e funzioni.
La piazza/atrio è delimitata perimetralmente da un involucro prevalentemente trasparente in vetro, quasi “sospeso” tra il velo d’acqua del parterre e il soprastante edificio composto da quattro corpi. Il corpo centrale, disposto in direzione nord-sud, è articolato su due livelli, mentre i tre corpi più alti, denominati torre nord, torre est e torre ovest, sono articolati in tre livelli funzionali più un quarto livello tecnico allocato in copertura, adibito a impianti, UTA, impianti fotovoltaici, ecc. Il piano interrato ospita servizi, locali tecnici e parcheggi.

L’ordito strutturale è di grande semplicità e regolarità, ispirato alle tonde colonne e i loggiati dell’antico Broletto: passi regolari e costanti, colonne in cemento armato, solai a piastra alleggeriti gettati in opera.
Gli spazi dedicati a laboratori, uffici, studi e sale riunioni, sono tutti regolari e privi di strutture verticali interne, perciò completamente flessibili e attrezzabili con grande libertà organizzativa nel tempo.
L’involucro entro il quale sono confinati tali spazi funzionali è costituito da una facciata vetrata continua ad ante apribili e/o fisse dotata di profili metallici estrusi in lega primaria di alluminio, caratterizzata da una alternanza di vetri opalini e trasparenti.
La pelle architettonica più esterna, posta a protezione di tale facciata continua, è concepita come una pelle bioclimatica, che vive e dialoga nel verde delle radure del parco nel quale l’edificio è inserito. Tale pelle è costituita da un ordinato e garbato schermo protettivo, un involucro geometrico di doghe verticali in lamiera di acciaio corten, tale da generare uno schermo frangisole continuo e, al contempo, anche un caldo effetto materico che avvolge l’intero complesso. L’intercapedine compresa tra la facciata continua vetrata e la pelle architettonica risulta accessibile attraverso una serie di anelli perimetrali costituiti da grigliati elettroforgiati in acciaio zincato, percorribili pedonalmente, permettendo ordinarie operazioni di manutenzione e pulizia.

In funzione della diversa esposizione dei prospetti, lo schermo frangisole risulta caratterizzato da diverse dimensioni di interasse tra le doghe verticali in acciao corten, e si qualifica dunque come un importante elemento architettonico preposto alla modulazione della irradiazione solare degli ambienti interni, controllando dunque l’assetto energetico globale dell’edificio.
Questo anche grazie all’atrio bioclimatico, che consente la ventilazione naturale o il preriscaldamento dell’aria secondo le stagioni, con l’umidificazione naturale degli spazi distributivi anche grazie alla possibile e futura presenza di verde e alberature al suo interno, escluse dal presente appalto. In questo modo l’atrio con i percorsi distributivi annessi, saranno climaticamente trattati in modo economico, mentre lo standard microclimatico dei laboratori e degli altri spazi è garantito da una collaudata impiantistica in grado di produrre l’intera energia necessaria al suo funzionamento e, qualora richiesto, in grado di produrre un bilancio energetico positivo superiore ai fabbisogni.
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