Ripartire dal recupero

Il settore edilizio vive ormai da anni un periodo di grandi difficoltà. Si parla di crisi, di cambiamento, di punto di ripartenza per dar vita ad un settore che deve necessariamente rinnovarsi. Una spinta interessante arriva sicuramente dal restauro e dal recupero, che possono diventare trampolino di ri-lancio per l’intero settore.
Si tratta di un’occasione che non può che essere colta al volo, soprattutto anche per lo slancio dato dagli incentivi per la riqualificazione energetica. L’Unione Europea incoraggia gli stati membri ad accogliere la sfida dell’innovazione, rinnovando il proprio comparto edilizio e puntando sulla riqualificazione del costruito. La quota di lavori incentivati nel biennio 2013-2014 è pari al 60% del totale realizzato nell’edilizia residenziale (28,5 miliardi dei quali 24,5 relativi a ristrutturazione edilizia, 3,9 per la riqualificazione energetica): anche se vi sono ulteriori spazi di utilizzo delle detrazioni, si conferma l’effetto positivo della presenza degli incentivi per la crescita degli investimenti in rinnovo.

Le prospettive di sviluppo non sono solo in termini energetici, ma si raccoglieranno risultati positivi anche in ambito sociale ed economico. Si può garantire una qualità di vita e di comfort molto più elevato, dando la possibilità alle persone di vivere in ambienti salubri e rinnovati. Allo stesso tempo il recupero permette di aumentare la quantità di lavoro di imprese e aziende del settore, aiutando a rilanciare efficacemente il sistema paese. Infatti le ristrutturazioni rappresentano ormai circa il 70% del mercato dell’edilizia residenziale e la necessità di dare risposta alla necessità di adeguare un patrimonio ormai obsoleto porterà sempre più possibilità di crescita.

Le elaborazioni del Centro Studi FederlegnoArredo confermano peraltro il buon andamento della riqualificazione. Secondo ANCE, che rileva solo gli investimenti incrementali del patrimonio immobiliare (nuove costruzioni più manutenzione straordinaria) gli investimenti in Costruzioni nel 2016 torneranno a crescere, raggiungendo i 132,5 miliardi di euro oltre metà dei quali destinati all’edilizia residenziale.

A tenere negli ultimi anni, sono stati gli investimenti in manutenzione straordinaria delle abitazioni, con incrementi che si sono sempre susseguiti anno dopo anno. Anche nel 2015 le stime dell’ANCE evidenziano un segnale positivo: + 3,6% rispetto all’anno precedente mentre gli investimenti in nuove abitazioni continuano a registrare un lieve calo (- 1,5%). Complessivamente, tra il 2007 e il 2015 gli investimenti in manutenzione straordinaria delle abitazioni sono aumentati del 39% a prezzi correnti, in continua crescita e in netta controtendenza rispetto alle nuove abitazioni, superandole in valore.

Il valore degli investimenti per il rinnovo (comprensivo di manutenzioni straordinarie, ordinarie e opere del Genio Civile) del patrimonio edilizio 2014, sia residenziale che non, è valutato da Cresme in 117,3 miliardi di euro (+0,4% rispetto al 2013). Anche in questo caso le attività di manutenzione rappresentano una quota pari a circa il 70% della produzione totale, suddivisa tra ordinaria – 31% - e straordinaria – prevalente, con il 69% del totale e in crescita costante con un incremento del +0,9% rispetto al 2013.
Interessante notare che le spese di rinnovo straordinarie destinate all’edilizia residenziale trainano gli investimenti: nel 2014 (ultimo dato disponibile) registrano un incremento del 19,4% rispetto al 2013, attestandosi a 47,3 miliardi di euro mentre il dato complessivo delle manutenzioni straordinarie ha una variazione complessiva solo dello 0,9%.

Per il 2016 Cresme prevede un nuovo incremento degli investimenti in rinnovo (+2,4% a prezzi costanti), trainato dal residenziale (+1,5%) ma soprattutto dal non residenziale (+3,7%), con riferimento particolare a progetti pubblici e specialmente di ingegneria civile, garantendo nuova linfa e vitalità al settore.
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