Idrotermosanitario, in crescita dal 2015
Durante il convegno di ANGAISA è stato illustrato il report CRESME sul comparto ITS. Il fatturato della distribuzione cresce da tre anni e nel 2018 tornerà ai livelli del 2007.
Il Convegno organizzato da ANGAISA – Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti ed arredobagno – è stato dedicato all’evoluzione storica (dal 1930) e agli scenari evolutivi (fino al 2030) dell’ambiente bagno e di tutti i suoi principali elementi (arredobagno, impiantistica, climatizzazione, pavimenti e rivestimenti).
Lo sguardo adottato, tuttavia, è stato più ampio; la ricerca del CRESME, infatti, ha preso in esame aspetti di carattere macroeconomico, sociologico e demografico, considerare quindi anche l’evoluzione della famiglia italiana e della casa, laddove presto tecnologia e design muteranno il concetto stesso di “benessere”.
Il settore ITS registra negli ultimi tre anni un’importante crescita. Il fatturato dei distributori è tornato a crescere nel 2015 del 4,1%; nel 2016 del 6,6%; e nel 2017 crescerà secondo le previsioni del 3,5%. Tra 2017 e 2014 la crescita è stata del 14,8%. Nel 2018 l’ITS tornerà a sviluppare un fatturato come quello pre-crisi (2007).
Cosa ancora più importante, i dati mostrano che la crescita non è solo di fatturato ma anche di margini.
È d’obbligo, tuttavia, un distinguo: mentre le piccole imprese stentano a risalire la china, la crescita è trainata dalle imprese medie, che assommano know how tecnologico, aumento della produttività (tramite un’oculata azione sull’organizzazione e sui costi), flessibilità e personalizzazione del servizio e, infine, capacità di crescere nella catena territoriale.
La ripresa delle vendite è dovuta a vari fattori: la crescita strutturale degli investimenti in manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio, sospinta dagli incentivi fiscali; la sempre maggiore attenzione dedicata alla riqualificazione energetica; la ripresa delle compravendite immobiliari che comportano interventi di riqualificazione.
Sono inoltre da considerare gli effetti della normative che hanno inciso sull’adeguamento dei sistemi di contabilità nell’uso degli impianti di riscaldamento e le condizioni climatiche che hanno richiesto, negli ultimi due anni, un maggior uso di condizionamento.
Ma di certo la ripresa è dovuta anche al fatto che l’economia, nel suo complesso e pur lentamente, si sta riprendendo, e con essa la spesa e il potere d’acquisto delle famiglie.
Se analizziamo i trend del cambiamento del mercato registrati negli anni 2000 ci troviamo di fronte a uno scenario caratterizzato da tre grandi fasi.
Il primo decennio, in un mercato nel complesso in forte in crescita, è caratterizzato da un’estetica “minimalista”.
Si diffondono superfici continue, lisce, facili da pulire, i piani in bagno vivono la stagione vissuta dalle cucine negli anni novanta; i mobili del bagno diventano componibili e modulari. Inoltre è avvertito il bisogno di armonizzare il design dei singoli prodotti per il bagno e avviare i primi progetti di bagni integrati. Il tutto a fronte di una grande produzione di nuove abitazioni, nelle quali si punta a raddoppiare il numero di bagni per casa, con il conseguente ridimensionamento per difetto dei bagni.
Si passa nel decennio in corso alla fase della “personalizzazione”.
Dovendo far fronte alla crisi, le famiglie sono sempre più piccole, la percentuale di popolazione anziana comincia ad essere più pesante, i giovani fanno fatica a formare le famiglie per la mancanza di lavoro.
Come risultato, si costruiscono sempre meno case e il mercato immobiliare crolla, la domanda media scende verso il basso, ma la polarizzazione sociale allunga i comportamenti della domanda. Il recupero dello spazio diventa una chiave di una fascia sempre più importante di mercato. A titolo di esempio, si progettano allora bagni multifunzionali che integrano i vari componenti in un unico sistema versatile e adattabile anche agli spazi più piccoli. Allo stesso tempo arrivano sul mercato prodotti “vintage” o “neoclassici” che influenzano anche l’arredo; arrivano bagni esotici, “bagni dal mondo”. Il “vintage” entra nell’arredo bagno, tornano di moda le forme classiche e le specchiere importanti, le vasche con i piedini e gli accessori cromati.
Come ciclicamente accade nel corso degli anni (l’ultima volta negli anni ’90), gli stili del passato tornano ad influenzare le tendenze del presente. Il design dei terminali degli impianti idrici (soffioni e rubinetti) si focalizza sulla ricerca emozionale: cromoterapia, suggestione estetica, visiva e funzionale. Rubinetti a cascata, “bollicine”, giochi d’acqua, acqua colorata dalla luce, getti mirati e controllabili segnano la ricerca.
Nell'immediato futuro è invece attesa la fase della “digitalizzazione” o “integrazione” o “interconnessione”.
L’ITS si spingerà allora su nuove frontiere estetiche e tecnologiche. Idrotermosanitario, elettrotecnica e elettronica s’integreranno sempre più in una casa interconnessa. I sistemi di riscaldamento e di condizionamento verranno rivoluzionati nella competizione tra gas e energia elettrica; l’energia autoprodotta con fonti rinnovabili dagli edifici sarà potenzialmente accumulabile grazie alle nuove batterie, mentre i sensori trasformeranno il bagno in un settore sanitario in grado di tenere sotto controllo la nostra salute.
Si segnala anche l’eccezionale attenzione per la sostenibilità, sia nel processo produttivo, sia nei prodotti che il mondo ceramico italiano sa oggi esprimere.
Entrando maggiormente nel dettaglio:
• la modellazione informatica attraverso il BIM (Building Information Modeling) e la nuova industrializzazione segneranno il mercato delle nuove costruzioni e condizioneranno, un segmento di mercato, con la produzione di bagni chiavi in mano sulla base di progetti standard;
• il bagno diventerà molto più “sanitario” in senso di luogo di verifica e misurazione dello stato di salute del fruitore, oltreché luogo tecnologico del comfort scientifico: si arricchirà di funzioni sempre più automatiche, tra le quali autopulizia e igienizzazione. Speciali sistemi di depurazione delle acque e sensori a ultrasuoni capteranno germi e batteri per poi eliminarli;
• le funzioni del bagno saranno personalizzabili e si adatteranno in automatico alle esigenze di ogni utente apprendendo dall’esperienza di utilizzo;
• per alcuni il bagno non avrà confini definiti, entrerà nelle altre stanze, oppure per altri i sanitari saranno messi in una stanza separata dal bagno, come nel passato e in alcuni paesi ancora oggi;
• gli impianti di riscaldamento saranno iper-regolabili e in grado di ottimizzare i consumi;
• sul piano del riscaldamento il futuro sarà sempre più condizionato da impianti ibridi, infatti si dovranno obbligatoriamente integrare sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti per coprire i consumi di calore, elettricità e raffrescamento. Questo è quanto disposto dal Dlgs 28/2011 in applicazione alla direttiva europea 2009/28/CE. Oggi i sistemi più praticabili per soddisfare la richiesta energetica di una casa che vuole essere a emissioni zero si possono racchiudere in due principali tecnologie: un sistema integrato solare termico/biomasse per il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acs con un impianto fotovoltaico per soddisfare i bisogni energetici; un sistema totalmente elettrico con utilizzo delle pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acs.
Molto però di quello che succederà nel prossimo futuro in questo campo dipenderà da quando e con quali caratteristiche arriveranno sul mercato efficienti batterie in grado di accumulare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Una casa autosufficiente in grado di produrre energia e alimentare anche l’automobile elettrica rappresenta uno scenario del futuro con il quale presto dovremo fare i conti;
• infine la domotica assumerà ruoli sempre più importanti per la gestione dei consumi e l’ottimizzazione dei comportamenti.
Il mercato è oggi trainato dalla riqualificazione del patrimonio edilizio e vede ancora in frenata la produzione di nuove abitazioni. Questo perché da un lato il patrimonio edilizio cresce e soprattutto invecchia, dall’altro la produzione annua di nuove abitazioni è, dopo la crisi, fortemente diminuita. Tuttavia, soprattutto si va riducendo la domanda primaria espressa dalle nuove famiglie; anche il futuro sarà guidato dalla trasformazione del patrimonio esistente.
Nel decennio 2001-2011 si è assistito al più alto boom di nuove famiglie della storia italiana dal secondo dopoguerra: tra la formazione di nuove famiglie e l’estinzione di quelle esistenti, ogni anno si è registrato un incremento di 280.109 famiglie. Contestualmente, l’incremento dello stock edilizio italiano è stato di 244.496 abitazioni. Pur nel boom edilizio del periodo, il boom delle nuove famiglie è stato ancora maggiore. Le previsioni 2011-2021, vedono l’incremento di abitazioni ridotto a 150.118 abitazioni annue, ma le nuove famiglie crescono ancora meno: solo 133.710 all’anno, come negli anni ’80 e negli anni ‘40. Ma soprattutto nella previsione nel decennio 2021- 2031 le nuove famiglie all’anno saranno meno di 11.000. Sempre più il mercato dei prossimi anni si giocherà sulla trasformazione del patrimonio esistente.