I chiaroscuri della Legge di Bilancio 2018 per l'edilizia

L’ANCE ha una lettura a doppio senso della Manovra 2018 al vaglio parlamentare. Il Presidente Campana ne illustra pregi e difetti, rapportandoli con gli auspici dei costruttori.
Il precario stato di salute dell’edilizia italiana 

Campana ha principiato il suo intervento delineando la situazione complessiva del settore delle costruzioni.  
Il quadro permane incerto, nonostante i miglioramenti registrati in generale per l’economia italiana. I dati settoriali, osservati nella prima parte del 2017, non lasciano intravedere una ripresa del settore, contrariamente a quanto previsto l’anno scorso, in questo stesso periodo. 
L’indice di produzione nelle costruzioni è ancora negativo (-0,5% nei primi 8 mesi del 2017) e le costruzioni continuano ad essere l’unico settore a perdere occupazione, come ben evidenziato stamattina dall’Istat. L’ultima stima dell’ANCE, indica per il 2017 un aumento trascurabile, pari allo 0,2% su base annua, del tutto insufficiente a creare le condizioni di effettiva ripresa per un settore stremato da una profonda crisi. 
Anche la Nota di aggiornamento del DEF di settembre scorso conferma le difficoltà, in particolare nel comparto delle opere pubbliche, e rivede al ribasso la previsione relativa agli investimenti in infrastrutture nel 2017 (+0,4% rispetto al +2,8% previsto ad aprile 2017), posticipando agli anni successivi l’aumento di spesa più consistente. 

Per il 2018, la previsione dell’ANCE è positiva, con un aumento degli investimenti in costruzioni dell’1,5%, ma si basa sull’ipotesi una effettiva realizzazione degli effetti degli incentivi fiscali del sismabonus ed ecobonus, che possono dare concreto avvio a un diffuso piano di prevenzione del rischio sismico e di ammodernamento del patrimonio edilizio italiano, e dei piani infrastrutturali decisi in questi mesi. 
Allo stesso tempo, è necessaria un’azione incisiva, per fare ripartire gli investimenti, al fine di evitare di registrare, ancora una volta, risultati molto al di sotto delle attese. 


La manovra di finanza pubblica per il 2018 conferma la volontà del Governo di sostenere la ripresa dell’economia italiana anche attraverso il rilancio degli investimenti pubblici. Il Disegno di legge di bilancio prevede in particolare: 
· un’importante iniezione di risorse a favore del Fondo investimenti, che porta la dotazione complessiva del Fondo a circa 15 miliardi per il triennio 2018-2020; 
· il potenziamento e l’allungamento delle misure previste per stimolare gli investimenti degli enti territoriali, dopo il superamento del Patto di stabilità interno; 
· alcuni stanziamenti per gli investimenti dei Comuni. 

Si tratta di misure che, complessivamente, valgono circa un miliardo per il 2018 e 6,3 miliardi nel triennio 2018-2020 in termini di nuovi stanziamenti per le opere pubbliche. Il Presidente dell’ANCE Campana, infatti, ha globalmente espresso grande apprezzamento per queste misure, che rappresentano una grande opportunità per dotare il Paese di un sistema infrastrutturale efficiente e mettere in sicurezza il territorio migliorando la qualità della vita dei cittadini. 
Campana ha apprezzato la rimodulazione degli incentivi dell’Ecobonus che premia quelli più incisivi e la proroga del potenziamento della detrazione per un anno sempre per gli interventi più incisivi. Positiva anche l’estensione per l’Ecobonus della possibilità di cessione del credito a tutti i contribuenti “incapienti” compresi per tutte le tipologie agevolate di interventi, anche quelli sulle singole unità immobiliari e non solo sui condomini. 
È la benvenuta anche una detrazione IRPEF per i costi sostenuti per polizze assicurative contro il rischio sismico, un abbrivio per stimolare una coscienza collettiva sulla necessità di prevenire le conseguenze di un potenziale evento calamitoso. 
Positiva, infine, la proroga della cedolare secca al 10% per gli affitti a canone concordato, anche se ANCE sperava che lo stesso principio di tassazione separata fosse esteso ai redditi da locazione percepiti dalle imprese. 


In sintesi, quattro sono le critiche mosse dall’ANCE. 
1) Al netto di Sismabonus e Ecobonus, si lamenta l’assenza di misure per l’avvio di un fattivo piano di rigenerazione urbana. 
2) Il Governo si è operato per rinnovare i bonus fiscali, ma non ancora per renderli permanenti. Inoltre, nel 2018 l’Ecobonus subirà un ribasso sulla percentuale detraibile. 
3) Il Sismabonus non è stato inserito dal meccanismo della cessione del credito. 
4) L’obbligo, dal gennaio 2019, della fattura elettronica per tutte le cessioni dei beni da parte delle imprese sarebbe solo un onere per i costruttori; soprattutto in ragione dello Split Payment, che dovrebbe essere eliminato. In alternativa necessiterebbe una data certa per il rimborso dell’Iva. 


Per correggere l’impianto attuale della Manovra, l’ANCE suggerisce innanzitutto l’avvio di un serio progetto di riqualificazione e rigenerazione del patrimonio edilizio del nostro Paese. 
Il progetto si compone delle seguenti misure: la proroga fino al 2020 della detrazione Irpef commisurata al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B; l’estensione alle zone a rischio sismico 2 e 3 della detrazione Irpef 75%/85% del prezzo di vendita (fino ad un massimo di 96.000 euro) per l’acquisto di case antisismiche, cedute dalle imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e derivanti da interventi di demolizione e ricostruzione, anche con variazione volumetrica; l’applicazione fino al 2021 delle imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa (pari a 200 euro ciascuna) all’acquisto di immobili da parte di impresa che, entro i 5 anni successivi, si impegni alla ricostruzione degli stessi in classe A; la rimodulazione dei benefici fiscali “ecobonus” e “sismabonus” in funzione dell’immobile su cui s’interviene, commisurando le premialità, se trattasi di opificio o altro immobile strumentale, ad una predeterminata superficie (es. ogni 200 mq di superficie utile catastale).  

Infine, oltre a vari migliorativi possibili in tema di rapporti contrattuali, Campana in merito al problema dell’IVA ha ricordato due proposte alternative che da tempo l’ANCE ha avanzato al fine di ripristinare il principio di neutralità dell’IVA che questo meccanismo di fatto mina. 
La prima è l’applicazione del “reverse charge”, quale meccanismo di liquidazione dell’IVA dovuta ai fornitori (in uso già da un decennio dalle imprese del settore delle costruzioni), tutte le volte in cui si renda applicabile lo “split payment” verso i committenti pubblici. In alternativa, per rendere pressoché immediato il rimborso, che attualmente avviene in un periodo che supera mediamente i nove mesi/un anno, potrebbe essere introdotto un modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta il rimborso o la compensazione del credito IVA già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Sempre in tema di pagamenti da parte della pubblica amministrazione, ancor più negativo il giudizio sulle gravi conseguenze derivanti dalla riduzione da 10.000 a 5.000 euro della soglia oltre la quale le pubbliche amministrazioni (e le società a prevalente partecipazione pubblica) possono sospendere i pagamenti, nell’ipotesi in cui a carico del beneficiario del pagamento gravano una o più cartelle esattoriali. Con questa norma potrebbero essere escluse dalle procedure di gara imprese che hanno commesso violazioni di importo scarsamente rilevante. 
Allo stesso modo, con il raddoppio dei termini di sospensione dei pagamenti, le imprese che dovrebbero ricevere il pagamento del corrispettivo d’appalto da parte dell’ente appaltante, potrebbero, solo per non aver pagato importi minimi di soli €5000, subire una paralisi dei pagamenti per un intero bimestre, in attesa dell’avvio della procedura di riscossione.
© Copyright 2024. Edilizia in Rete - N.ro Iscrizione ROC 5836 - Privacy policy