Centro Commerciale - Agrigento

Il progetto si inserisce nell’ambito del Roofing Management Program, un nuovo approccio alla progettazione e realizzazione personalizzata di soluzioni avanzate ed ecosostenibili per l’impermeabilizzazione delle coperture.
La Imper Italia, da oltre 70 anni leader nel settore dei prodotti e sistemi di impermeabilizzazione, ha da sempre collaborato con i più importanti studi di progettazione e le più grandi imprese di costruzione nella realizzazione delle grandi opere di ingegneria e da sempre ha saputo cogliere le tendenze e le esigenze del mercato. Ulteriore sviluppo di questa filosofia aziendale è il nuovo servizio offerto denominato Roofing Management Program, esso è riservato alla Grande Committenza e ai Grandi Progetti e consiste in un nuovo approccio altamente professionale ed integrato per la progettazione e realizzazione personalizzata di soluzioni avanzate ed ecosostenibili per l’impermeabilizzazione delle coperture.
Nell’ambito di questo programma può essere annoverata la realizzazione dell’impermeabilizzazione del Centro Commerciale Città dei Templi in Villaseta (Agrigento) ove si sono uniti e coordinati vari elementi relativi a questo lavoro: Progettazione, Esecuzione dei lavori, Verifica e collaudo, Copertura assicurativa.
Questo edificio ad uso commerciale, realizzato in Agrigento, rappresenta un perfetto esempio di come un sistema di copertura, nelle varie stratigrafie e particolari esecutivi, anche complessi, può essere progettato nei minimi dettagli, tenendo contemporaneamente conto di tutte le interrelazioni tra i vari materiali, elementi e strati che lo compongono, al fine di ottenere i migliori risultati anche sotto l’aspetto costruttivo e funzionale. La corretta e dettagliata progettazione dell’Architetto Progettista (Arch. Graziano Facchini) e dei suoi Consulenti ha permesso infatti alle varie Imprese Specializzate tra cui anche l’Impresa Applicatrice delle opere d’impermeabilizzazione, (CO.SY.BE. di Monreale) di predisporre sin dall’inizio una valutazione precisa riguardo i costi in fase di preventivo ed una programmazione ed un coordinamento attento dei lavori, tenendo conto di tutte le tipologie di intervento che avvengono in un cantiere di questa dimensione e complessità. Questa corretta programmazione degli interventi (preparazione dei supporti, stesura degli strati impermeabili e termoisolanti, collaudi di tenuta in corso d’opera, posizionamento degli strati separatori e posa finale della protezione-pavimentazione carrabile) ha consentito poi di eseguire tutte le fasi di lavorazione, in assoluta sicurezza, senza pericolose sovrapposizioni ed interferenze, scongiurando danneggiamenti agli strati impermeabili durante le esecuzioni degli strati protettivi. Come ben si sa la maggior parte dei fenomeni infiltrativi presenti sull’elemento di tenuta, in un sistema di copertura protetto da pavimentazione, derivano proprio da danneggiamenti di carattere meccanico causati durante la stesura delle reti d’armatura e durante il getto del Calcestruzzo. e anche da cattivo coordinamento delle imprese Specialistiche.
Per la massima garanzia riguardante la funzionalità della copertura, sotto l’aspetto della tenuta all’acqua, prima della posa degli strati termoisolanti e della protezione-pavimentazione, e stato previsto già contrattualmente, un collaudo diretto sull’elemento di tenuta impermeabile, quando risultava ancora a vista, eseguito da una Società (I.L.D. Italia S.r.l.), specializzata nella ricerca preventiva di infiltrazioni. Il sistema di collaudo-ricerca utilizzato, per questo collaudo, e stato quello denominato “EFVMR” (Electric Field Vector Mapping), che e basato sulla determinazione della direzione del flusso di corrente elettrica continua.
La superficie da testare deve essere necessariamente caratterizzata da una stratigrafia impermeabile di tipo non conduttivo (per quanto riguarda l’elettricità) quindi, su di essa, non ci dovrà essere, al momento della verifica, presenza di lamine o reti metalliche. Sul perimetro di tale superficie, a circa 30-50 cm dai risvolti verticali, viene posizionato un cavo in fibra composita in acciaio “inox-nylon” secondo campiture di ampiezza variabile (400-500 mq che tuttavia possono essere ampliate o ridotte in funzione della geometria della copertura). Il Generatore di Impulso crea all’estradosso della membrana, sulla pellicola d’acqua (normalmente creata con innaffiatura della superficie da testare) un velo di corrente continua (48 Volt), superficiale. In condizioni di corretto funzionamento della copertura, ovvero in assenza di saldature aperte o di danneggiamenti di tipo meccanico, la corrente resta all’estradosso della membrana stessa (Il circuito costituito da cavo ed impianto di terra del fabbricato e un circuito aperto). In caso di presenza di punti di discontinuità, viceversa, la corrente veicolata dall’acqua, entrando a contatto diretto con la struttura della copertura, attraverso il punto d’infiltrazione, viene messa a terra (Il circuito costituito da cavo ed impianto di terra del fabbricato e un circuito chiuso) permettendo un’immediata individuazione del punto, anche di dimensione minima, da parte dell’Operatore. I cavi potranno ovviamente essere lasciati successivamente in loco per eventuali ulteriori prove di collaudo, da effettuare anche a distanza di anni. Sempre nell’ottica della sicurezza, in corso d’opera, come isolamento termico, e stata scelta la metodologia di posare i pannelli termoisolanti (polistirene espanso estruso), a tetto rovescio (all’estradosso dell’elemento di tenuta impermeabile). In questo modo tutte le lavorazioni riguardanti il getto del Calcestruzzo, della pavimentazione di finitura, in copertura (di tipo industriale carrabile) sono state sempre realizzate sui pannelli di polistirene espanso estruso, che in questo caso assumevano anche la basilare funzione di strato di protezione meccanica. Per evitare stoccaggi e movimentazioni di reti d’armatura del massetto di pavimentazione, sulle superfici appena impermeabilizzate, che e spessissimo causa di gravi danneggiamenti meccanici alle membrane impermeabili, e stato decisa, da parte del Progettista, l’adozione di un Calcestruzzo miscelato in impianto con armatura in fibre di acciaio.
Lungo i perimetri della copertura, spesso viene ignorata la presenza del giunto di costruzione e movimento, presente tra il solaio monolitico (elementi prefabbricati + getto collaborante armato) ed il tamponamento prefabbricato (fissato meccanicamente alla struttura) e l’impermeabilizzatore e cosi costretto a risvoltare direttamente le membrane impermeabili dei risvolti verticali, proprio in corrispondenza del punto/linea dove si concentrano le maggiori tensioni dovute ai movimenti di assestamento strutturale e dilatazione termica lineare dell’edificio, con conseguente possibilità che si formino lacerazioni sull’elemento di tenuta e conseguenti gravi infiltrazioni. Nel caso in esame, e stato invece creato un muretto di contenimento verticale, costruito in Calcestruzzo, monolitico, collegato con l’armatura al massetto collaborante della copertura, posto distanziato ed indipendente dal tamponamento di facciata, cosi che l’impermeabilizzazione dei risvolti verticali non trova alcun punto o linea di discontinuità, su tutta la sua superficie orizzontale e verticale della copertura, con la sola esclusione del giunto mediano di dilatazione strutturale. Per evitare tensionamenti superficiali, dovuti alle diverse dilatazioni termiche dei materiali che compongono i vari elementi e strati del sistema di copertura nel suo complesso, sono stati sempre previsti strati separatori e di scorrimento quale un film di polietilene macroforato tra l’elemento di tenuta ed i pannelli termoisolanti di polistirene espanso estruso e NT sintetico + film di polietilene macroforato tra gli stessi pannelli termoisolanti e la pavimentazione in massetto di Calcestruzzo armato.

L’uso accorto del film di polietilene
Per evitare invece pressioni perimetrali sulla stratigrafia impermeabile verticale, e stato previsto l’inserimento di una striscia di materiale comprimibile (pannelli di poliuretano espanso, con spessore 40 mm) posta al piede dei risvolti verticali, nello spessore complessivo interessato da tutti gli elementi e strati posti all’estradosso dell’elemento di tenuta, atto ad assorbire, durante i mesi estivi, la pressione orizzontale della pavimentazione dovuta alle dilatazioni termiche lineari del Calcestruzzo.
La pavimentazione in Calcestruzzo armato con fibre di acciaio, per evitare fessurazioni su grandi superfici e stata suddivisa in campiture mediante speciali giunti meccanici in acciaio. Il giunto di dilatazione strutturale, per quanto riguarda l’elemento di tenuta, e stato realizzato leggermente sollevato rispetto al piano di scorrimento delle acque sull’elemento di tenuta, con sistema a doppio soffietto ad “Omega” positivo-negativo e con elemento comprimibile interno a sezione tonda e successiva protezione superiore con telo di TPO/FPA (membrana a base di polipropilene elastomerizzato, accoppiato con NT sintetico di poliestere). Il giunto strutturale per quanto riguarda la pavimentazione e stato realizzato separando totalmente di alcune decine di cm, le due parti adiacenti di pavimentazione, lasciando la copertura ispezionabile, un grigliato libero di scorrere su un lato del telaio. In questo modo sarà possibile, se necessario, intervenire sul giunto di dilatazione impermeabile, per eventuali manutenzioni senza effettuare demolizioni della pavimentazione, smontando semplicemente il grigliato. Il giunto impermeabile, inoltre, essendo libero muoversi in ogni direzione, non essendo sottoposto a pressioni dirette della pavimentazione, lavora molto meglio in apertura e chiusura, esaltando la sua funzionalità.

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