Ss. 318 di Valfabbrica - (Perugia)

Leggera, performante, pratica da utilizzare, ma anche in grado di semplificare notevolmente l’esecutività del cantiere: è l'argilla espansa Leca nelle applicazioni geotecniche. Un esempio? L'utilizzo dell’argilla espansa Leca granulometria 0-30 per la realizzazione del corpo di un rilevato stradale sulla Ss. 318 di Valfabbrica, in provincia di Perugia, eseguito su pendii.
Il ripristino o la nuova realizzazione di sedi stradali in terreni soggetti a scorrimenti attivi o potenziali prevedono spesso, oltre alla realizzazione di strutture di rinforzo tradizionali come ad esempio muri su pali, la realizzazione di rilevati utilizzando materiali leggeri, in quanto questi ultimi consentono di sgravare il pendio dai carichi evitando quindi l’innescarsi o il riattivarsi di movimenti nel terreno. Ed è proprio questa la soluzione utilizzata per affrontare un’opera di particolare complessità alla luce delle caratteristiche geotecniche dei terreni interessati: un tratto stradale in rilevato localizzato all’interno di una variante della Ss. 318 di Valfabbrica, in provincia di Perugia, opera all'interno del progetto più generale del "Quadrilatero Marche-Umbria", e che ha visto fra i suoi protagonisti l’argilla espansa Leca.

Il progetto "Quadrilatero Marche-Umbria" prevede la realizzazione di opere infrastrutturali viarie (i cui assi rappresentano idealmente i quattro lati di un quadrilatero) attraverso il completamento e adeguamento di due arterie principali, l'asse Foligno-Civitanova Marche Ss. 77 e l'asse Perugia-Ancona Ss. 76 e Ss. 318, della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia e di altri interventi viari, idonei ad assicurare il raccordo con i poli industriali esistenti e, più in generale, a migliorare ed incrementare l’accessibilità alle aree interne delle Regioni interessate. Dal punto di vista strategico-logistico il Progetto infrastrutturale viario si inserisce nel sistema delle principali dorsali del Paese (il corridoio Adriatico ed il corridoio Tirrenico), consentendo di ridurre il deficit infrastrutturale che riguarda le Regioni Marche e Umbria creando un efficiente collegamento con le regioni circostanti e verso l’Europa. L’intervento è suddiviso in due maxi lotti, nel secondo dei quali rientra il completamento a quattro corsie della Ss. 318 di Valfabbrica, affidato dalla committente ANAS alla ATI composta da Consorzio Stabile Operae, Tecnologie e Sistemi Integrati di Costruzione, Toto e Consorzio stabile Ergon Engineering and Contracting.

Il cantiere oggetto dell’intervento è localizzato all’interno di un tratto in variante dei lavori di completamento della Ss. 318 di Valfabbrica, caratterizzato da una situazione geomorfologica complessa che ha perciò richiesto, da un lato, l’esecuzione di una specifica campagna di sondaggi per accertare le caratteristiche meccaniche dei terreni, dall’altro l’elaborazione di una soluzione ad hoc per la realizzazione dei rilevati stradali.
La soluzione originariamente selezionata in fase di progetto, consistente nella realizzazione di un muro di sostegno in terra rinforzata a contenimento di un rilevato con riempimento alleggerito in eps, posato all’interno di blocchi tirantati poggianti su una soletta in calcestruzzo, presentava alcun controindicazioni sia sotto il profilo della complessità esecutiva che della capacità di assicurare un adeguato drenaggio delle acque piovane.
Su suggerimento dell’impresa esecutrice, la Carena S.p.A. di Genova e con il supporto dello Studio GP Ingegneria di Roma, si è perciò deciso di utilizzare, in sostituzione dell’eps, l’argilla espansa Leca, che in quanto caratterizzata da un peso per unità di volume molto inferiore rispetto a quello del terreno stesso consente non solo di costruire il rilevato senza aumentare i carichi sul terreno previsti nel progetto originale, mantenendone così invariato lo stato di equilibrio tensionale originale, ma soprattutto di alleggerire nettamente i carichi sul pendio del rilevato. Accanto a tali vantaggi, negli interventi in terra rinforzata o in terra armata l’argilla espansa Leca consente anche di realizzare strati in grado di adattarsi alla modularità del contenimento. Da sottolineare, inoltre, come l’argilla espansa, pur essendo molto leggera, raggiunge nell’interfaccia con il rinforzo valori di attrito molto elevati, che permettono di dimensionare i rinforzi stessi in modo da contenere i costi mantenendo un eccellente grado di sicurezza.
Nell’intervento in oggetto, che ha interessato un tratto in rilevato dello sviluppo di circa 150 m, sono stati utilizzati circa 20.000 m3 di argilla espansa Leca in granulometria 0-30, posata in più strati con interposizione di tessuto non tessuto e successivamente rullati per assicurarne una adeguata compattazione. L’adozione di questa particolare soluzione non solo ha consentito di raggiungere le medesime prestazioni rispetto a quella originaria, ma ha comportato anche una notevole semplificazione del cantiere dal punto di vista esecutivo, rendendo superflua l’esecuzione delle solette di appoggio in calcestruzzo, e garantendo un efficace drenaggio naturale.
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