Elyplast per il Centro commerciale “La Piazza” in provincia di Venezia

Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta è stato realizzato a Favaro Veneto il centro polifunzionale La Piazza, uno dei primi centri commerciali in Italia, progettato come un “contenitore commerciale” e inserito in un contesto decentrato rispetto al centro città.
Siamo agli albori del fiorire dei primi centri commerciali, e il modello seguito è ancora quello delle pionieristiche realtà statunitensi. Il Centro Polifunzionale “La Piazza” fu concepito e realizzato come un nuovo polo per la piccola cittadina e un centro di aggregazione per i suoi abitanti: un luogo aperto e innervato alle principali percorrenze urbane, con spazi commerciali, direzionali e anche ad uso pubblico e di servizio alla comunità.

L’edificio oggi
Dal punto di vista architettonico, l’edificio è caratterizzato da un ampio spazio centrale con una copertura piramidale di grande dimensione, da cui si snodano quattro diversi settori, collocati a livelli intermedi collegati fra loro da una serie di rampe senza barriere architettoniche.
Tutte le coperture dell’edificio sono lasciate a vista, affinché gli ambienti possano usufruire della luce naturale che filtra dalle coperture traslucide, che caratterizzano la struttura. La tonalità di colore azzurro, inoltre, crea un doppio effetto molto peculiare. Di giorno la copertura, filtrando la luce naturale, crea negli ambienti interni atmosfere particolari che richiamano la vita subacquea. Viceversa, al buio, le lastre traslucide creano un originale effetto lanterna, che emerge nel contesto urbano come una sorta di segnale luminoso.
A circa 30 anni dalla sua inaugurazione l’edificio è stato ristrutturato, sia esteticamente sia sul piano funzionale, sempre nel rispetto del mood originale. In ottica di efficienza e transizione energetica, sono stati installati oltre 2000 mq di pannelli fotovoltaici e c’è stato un intervento di relamping con il passaggio alle tecnologie Led.

La ristrutturazione delle coperture
Per il rifacimento della copertura (realizzata in origine in lastre di vetroresina) l'architetto Luca Musi ha preso in analisi differenti soluzioni di rivestimento. Alla fine ha optato, in accordo con la committenza, di confermare la stessa scelta compiuta in origine: ovvero le lastre Elyplast di Brianza Plastica, con rinforzo di fibra di vetro (PRFV).
Le nuove lastre di vetroresina Elyplast sono state scelte nella massima grammatura disponibile (2,3 kg/mq) e con trattamento superficiale anti UV. Inoltre la durata trentennale della copertura, rimasta in esercizio senza particolari problematiche, se non il naturale invecchiamento estetico, che non ne ha in alcun modo alterato la funzionalità, ha confermato e superato le aspettative di vita del prodotto.

L’applicazione
La scelta di questo materiale, oltre a donare continuità estetica con l’esistente (è stato scelto infatti nello stesso colore azzurro e profilo grecato delle originarie lastre) offre il grande vantaggio della leggerezza e della semplicità di manovra in quota. Gli applicatori, impegnati nell’intervento di sostituzione, hanno potuto maneggiare le lastre senza ausili meccanici (come ventose, gru, piattaforme), altrimenti necessari in caso di impiego di materiali pesanti, per esempio in vetro. Ciò ha significato un grande risparmio in termini di costi, tempi e con indubbi vantaggi per la sicurezza. Per la sostituzione delle coperture, estese su 2.700 mq, è stato necessario il lavoro di sole tre persone per 20 giorni.

“Le lastre in vetroresina Elyplast offrono caratteristiche tecniche dinamiche – spiega l’arch. Luca Musi – ed una grande resistenza alle intemperie, agli urti e alla grandine, che in tutti questi anni di esercizio sulla copertura del centro si sono fatti ampiamente apprezzare. Abbiamo ribadito quindi la scelta di un materiale apparentemente meno nobile, ma funzionalmente prestante e comunque dalle interessanti potenzialità anche estetiche dovute dalla particolare traslucenza quasi metallica qualora retroilluminata, resistente, leggero e duraturo, in grado di rivalorizzare l’aspetto estetico del complesso, senza stravolgerlo”.
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