Edifici (quasi) energia zero - Antonio Frattari

La qualità dell'abitare non dev'essere eliminata a fronte di estremismi energetici.La Casa Zero Energy è una realtà, non solo un manifesto di progettazioneenergyconscius. Il mezzo è l'ottimizzazione di tutte le variabili.
Un edificio a energia zero, vista comunque l’onerosità già della classe A, oggi sembra essere più una sorta di “manifesto” di progettazione energyconscious, che realistica proposta operativa. Nel caso di Felettano, quali le maggiori difficoltà in vista delle non lontane scadenze normative?
Antonio Frattari: Un edificio Zero Energy è concettualmente diverso da quello di classe A perché, sebbene persegua lo stesso fine, risparmiare energia, non si limita a contenere i consumi energetici, che è sempre una buona cosa, ma produce energia pulita attraverso l’integrazione con dispositivi che sfruttano fonti energetiche rinnovabili. Mentre l’edificio di classe A raggiunge l’obiettivo con soluzioni costruttive complesse che ricorrono a sistemi di isolamento molto efficienti, ma complessi e costosi da realizzarsi, la casa Zero Energy ha una differente filosofia: produce energia rinnovabile, la usa per quel che serve senza porre eccessive limitazioni all’utente e dando alla rete quella in eccesso. Non è detto che essa sia più costosa di una classe A. Il suo costo di costruzione, nonostante la dotazione impiantistica, e il suo costo di gestione potrebbero essere equivalenti o addirittura inferiori. In una casa Zero Energy è importante ottimizzare il rapporto tra costo di costruzione e di gestione contenendo quelli di costruzione attraverso l’ottimizzazione dello sfruttamento dell’energia prodotta con modalità alternative anche, eventualmente, con l’impiego della Home Automation. Nel momento dell’azione progetto la Zero Energy è pensata sull’uomo e sulle sue esigenze e l’abilità del progettista deve essere tale che le soluzioni costruttive ed energetiche non penalizzino il modus vivendi, ma garantiscano quella qualità della vita in termini di aperture, visuali, rapporto con l’ambiente circostante anche attraverso porte e finestre che talvolta in classe A sono negate per raggiungere la performance prefissata. Per me la Zero Energy è quell’edificio che è in equilibrio con l’ambiente, non consuma energia prodotta da fonti non rinnovabili, non costringe l’utente a procedure particolari durante la giornata, produce l’energia necessaria al suo funzionamento per garantire il benessere dell’utente, cede l’energia prodotta in eccesso alla rete, in definitiva è una casa in cui si vive bene perché in sintonia con l’ambiente A Felettano abbiamo voluto realizzare un edificio che rispecchiasse questo modo di abitare e fosse contemporaneamente una sfida perché si vuole dimostrare che è possibile raggiungere buoni livelli di qualità dell’abitare senza impoverire le risorse non rinnovabili, attraverso un corretto uso di quelle rinnovabili, con costi contenuti di costruzione e di gestione. Ora siamo pronti a monitorare il suo comportamento e quello degli utenti. Alla fine faremo i conti e vedremo se quello che abbiamo previsto è stato realizzato o se addirittura con la realtà siamo riusciti a superare le nostre previsioni. Cosa che penso sia credibile. In conclusione direi che parlare oggi di una Casa Zero Energy è una realtà operativa non solo una proposta di un “manifesto” di progettazione energyconscious.
Antonio Frattari, professore e responsabile del Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile a Ambientale dell’Università degli Studi di Trento.
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