AGCI su Piano Casa Campania

Una prima risposta alla crisi edilizia e al disagio abitativo, ma manca ancora una norma specifica per edilizia sociale e riqualificazione delle periferie urbane
Assenza di ascolto e confronto da parte dei rappresentanti di Governo della Regione Campania verso le cooperative di abitazione sul tema dell’edilizia sociale. È questo il vero punto debole del disegno di legge del Piano Casa della Campania in questi giorni in esame, indirizzato non solo a dare sostegno al comparto edilizio in crisi, ma soprattutto a risolvere il grave disagio abitativo presente nella Regione. In particolare, il provvedimento di legge, pur contenendo elementi a sostegno e rilancio dell’economia, presenta dei limiti per quanto riguarda le finalità rivolte a incrementare, in risposta ai bisogni abitativi delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico e sociale, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica. L’assenza di una norma specifica mirata alla realizzazione di edilizia sociale, infatti, appare davvero penalizzante rispetto alla ampiezza e gravità del problema e l’unico riferimento al tema ripreso nell’ultimo comma dell’art.5, che rimanda alla definizione di linee guida in ragione della riduzione del disagio abitativo, fa ipotizzare la messa in atto di meri atti monocratici di natura tecnica, non corrispondenti ad una volontà politica specifica di indirizzo. È altrettanto prioritario e strategico, inoltre, prevedere norme specifiche per la riqualificazione delle periferie urbane capaci di fare da traino al settore economico produttivo ed essere elemento di coesione ed inclusione sociale. Su questo tema, l’AGCI ha proposto un’integrazione di comma all’art. 5 del testo di legge della Campania e del maxiemendamento nazionale del Decreto legge del Governo. Inoltre, sempre collegato alla riqualificazione urbana, disciplinata nel testo di legge all’art. 5, l’AGCI ha presentato alla IV Commissione Regionale un emendamento integrativo al comma 4, relativo alle aree industriali dismesse con cambio di destinazione d’uso, finalizzandolo ad incrementare la realizzazione di alloggi di edilizia sociale, di cui il 50% da destinare ad alloggi in locazione a canone sostenibile. L’integrazione proposta al comma 4 può essere la soluzione alla finalità sociale insita nel Piano casa, se, considerati i vantaggi previsti dall’intervento, contribuisce contemporaneamente a incrementare l’edilizia sociale.
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