Alla Fiera di Verona aspettando Progetto Fuoco 2010

Oltre cento imprenditori al primo incontro tecnico di Progetto Fuoco alla Fiera di Verona sul tema: Requisiti qualitativi di compravendita di legna, cippato e pellet – quadro normativo dei generatori di calore
I grandi costruttori di caminetti, stufe, caldaie a legna si sono incontrati nel mese di aprile in Fiera a Verona per confrontarsi con gli esperti su temi quali nuove normative, incentivi fiscali e mercato del pellet. L’iniziativa di Progetto Fuoco (biennale internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione della legna) ha riunito oltre cento imprenditori, tra cui anche alcuni produttori di pellet. Intento di questo primo incontro organizzato in collaborazione tra Piemmeti (segreteria organizzativa della mostra), AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) e Università di Trento, è stato avviare una serie di appuntamenti di approfondimento tecnico utili al settore, anticipatori delle novità tecniche che saranno esposte nella prossima edizione della manifestazione del 24-28 febbraio 2010 in Fiera a Verona.
Paolo Baggio, professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale all’Università di Trento, ha invitato i costruttori di stufe e impianti a legna a produrre apparecchi con caratteristiche di tutela ambientale molto più avanzate anche rispetto a quanto oggi richiesto dalle norme europee. “Si va verso regole sempre più severe e anche se in Italia, per impianti sotto i 35 Kw, non esistono limiti per le emissioni in atmosfera, è probabile che presto verranno adottati correttivi a livello europeo; inoltre vi sono paesi come Svizzera e Austria che hanno introdotto norme più restrittive.
Il docente ha detto che in Austria il combustibile legna è sottoposto a una rigida certificazione e per le stufe è obbligatoria la periodica manutenzione come per le caldaie che usano altri combustibili (gas,gasolio,ecc).. A proposito dei caminetti aperti, visto il loro basso rendimento termico, nel giro di pochi anni non verranno più prodotti, come avviene in Svizzera che già ne vieta la produzione. Il professor Baggio ha infine invitato i costruttori di impianti a partecipare alla discussione nazionale sulle due norme italiane che riguardano il pellet e che andranno in revisione entro il 2009.
Annalisa Paniz, collaboratrice AIEL ed esperta di pellet, ha fornito alcuni dati. Nel 2008 in Italia si sono prodotte 700.000 tonnellate di pellet (il 70% tra Veneto, Friuli e Lombardia), tuttavia la produzione nazionale copre solo il 53% del fabbisogno interno che è pari a 1.200.000 t., quindi l’Italia (che delocalizza la produzione anche nell’Europa orientale) è costretta ad importare: soprattutto dall’Austria (250.000 tonnellate annue). “Le previsioni produttive per il 2009 sono simili a quelle dell’anno scorso, perciò il prossimo inverno avremo problemi di approvvigionamento. . In questo quadro si affacciano alcuni distributori nazionali di metano i quali, avendo compreso l’importanza di questo nuovo mercato in crescita, hanno dato il via ad investimenti nel settore”. Il parco riscaldamento italiano (dati 2004) è costituito da 15 milioni di caldaie a metano e gasolio, l’86% delle quali sono vecchie e poco efficienti (quindi inquinanti); nel 2007 erano 4.400.000 le stufe e i caminetti, di cui 740.000 le stufe a pellet. Con questo dato l’Italia si colloca nell’Unione Europea come il maggior mercato delle stufe a pellet. Le caldaie che usano questa biomassa sono alcune migliaia e tra il 2007 e il 2008 si è assistito ad un incremento di vendite del 60%.
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