Ance denuncia il caos norme ambientali per l’edilizia
Una delegazione di Ance, Associazione Nazionali Costruttori Edili, guidata dal vicepresidente Filippo Delle Piane è stata ascoltata a Montecitorio dalla Commissione Ambiente. In questa occasione è stato denunciato il caos normativo e la difficoltà delle imprese nell’ambito delle tematiche ambientali.
Il problema nasce dalle direttive End of Waste, ovvero la necessità di definire il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale e può così essere recuperato e riqualificato come prodotto. Il tema è caratterizzato da molti tecnicismi, e su questi il sistema italiano non sembra fornire molte certezze.Il caso
L’esempio più emblematico è avvenuto a febbraio nella provincia di Brescia quando la provincia ha chiesto il riesame di circa 100 autorizzazioni rilasciate in merito alla gestione di materiali End of Waste. Di questi, 70 sono impianti che operano nell’edilizia. Il rischio è ovviamente quello di una paralisi. Questa situazione è stata risolta grazie all’intervento della regione Lombardia, che ha bloccato l’iniziativa provinciale. Tuttavia Ance ricorda come questo può costituire un precedente pericoloso che può ripetersi nelle altre zone d’Italia.
Ginepraio all’italiana
Una sentenza del Consiglio di Stato del 2018 ha attribuito la competenza in materia di End of Waste allo Stato centrale, e non agli enti locali. Tuttavia a questa sentenza non è seguita alcuna armonizzazione legislativa. Infatti i vari decreti attuativi si sono via via arenati.
Inoltre, a complicare ulteriormente il quadro, Ance segnala che nel Dl sblocca-cantieri la parte sulla gestione dei rifiuti appare antiquata, e non aggiornata alle nuove direttive europee. Per capirci si richiama a un’altra legge italiana risalente al 1998.
Serve un intervento urgente
«È evidente - afferma Delle Piane - che in assenza di un intervento normativo, nel breve periodo, si rischia il blocco totale delle operazioni di recupero e a cascata si potrebbe ipotizzare anche quello dei settori collegati, compreso quello dell'edilizia già duramente provato. È necessario un intervento urgente del ministero dell'Ambiente e del Parlamento, al fine di evitare la paralisi delle attività di recupero e scongiurare il fallimento del processo di transizione verso l'economia circolare».