Ascomac: Lavoro, Occupazione, Decarbonizzazione urbana con gli “Edifici a energia, statica, sismica quasi zero”

La Federazione Nazionale Commercio Macchine, chiede a Governo e Parlamento la detrazione fiscale per le unità di microcogenerazione e piccola cogenerazione ad alto rendimento per la produzione di energia elettrica e termica.
L’inserimento della proroga degli “ecobonus” nel Decreto di recepimento della direttiva Edifici a energia quasi zero, è una grande occasione di rilancio della Rigenerazione e Riqualificazione urbana e del territorio, rappresentando l’anello di congiunzione, ora mancante, tra la Casa – attraverso interventi “verticali”, anche importanti ma isolati, come la riqualificazione di unità immobiliari - il Piano Casa e il Piano per le Città/Territorio sostenibili, attraverso interventi “orizzontali” di ristrutturazione urbanistica a partire dagli “Edifici a energia, statica, sismica quasi zero”.
Dagli interventi verticali di incentivo all’infisso o alla caldaia, bisogna passare ad una seria politica per le Città ed il Territorio, attraverso Programmi orizzontali di ristrutturazione, recupero, manutenzione e miglioramento della sicurezza statica e antisismica e dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio nei settori civile, terziario, industriale, agricolo, di promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, per la mobilità elettrica oltre che di ripristino a seguito di eventi calamitosi e di riduzione del rischio di dissesto idrogeologico del territorio. Tutti Programmi finalizzati a mettere a rete edilizia, urbanistica, mobilità, turismo, beni culturali.
< Anche al fine di evitare al nostro Paese nuove procedure di infrazione, tenuto conto che la Direttiva 2010/31/UE, in questi giorni all’esame del Parlamento, prevede quattro sistemi alternativi ad alta efficienza, Governo e Parlamento abbandonino la logica verticale di incentivare, con aiuti all’investimento, solo alcune tecnologie, abbracciando finalmente la logica europea a favore del sostegno a tutti i sistemi alternativi ad alta efficienza e, soprattutto, del risultato in termini di risparmio energetico conseguito, lasciando al cliente finale la scelta. E’ questo il messaggio, inviato da Ascomac alle Istituzioni, per il rilancio sostenibile dell’Italia.
La reintroduzione delle pompe di calore, approvata al Senato, è certamente una scelta importante, ma bisogna evitare inutili conflitti tra tecnologie a favore della loro integrazione, tenendo conto delle diverse tipologie di incentivi di cui alcuni sistemi già beneficiano come ad es. la pompa di calore – “Conto Termico”, Titoli di Efficienza Energetica, agevolazioni fiscali cd 55% o 50%, installazione di contatore dedicato a tariffa BTA con applicazione di importo fisso agevolato per kWh, indipendente dalla quantità di energia consumata e IVA agevolata al 10%; altre tecnologie ad alta efficienza come la micro e piccola cogenerazione ad alto rendimento, soprattutto in ambito condominiale, sono escluse, pur potendo svolgere un ruolo determinante, riconosciuto già ad es. dalle direttive 2006/32/CE e 2012/27/UE per la riduzione dei consumi di combustibile, delle emissioni inquinanti, elevando lo standard di efficienza energetica soprattutto in ambito residenziale.
Per questi motivi Ascomac ha richiesto a Governo e Parlamento l’inserimento, nel testo della Legge di conversione del D.L. n. 63/2013, all’art. 14, comma 1, delle spese per l’investimento in installazione di unità di microcogenerazione e piccola cogenerazione ad alto rendimento per la produzione di energia elettrica e termica ad integrazione di impianti esistenti di climatizzazione e/o produzione di acqua calda sanitaria, garantendosi così il mercato e la libertà di scelta del cliente finale tra sistemi alternativi ad alta efficienza, tenuto altresì conto che la cogenerazione “produce efficienza.
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