Caro materiali, servono nuove misure urgenti

Il prezzo delle materie prime continua a viaggiare sopra la media storica degli ultimi anni, ma sembra essersi assestato su valori stabili nell'ultimo mese.
Riportiamo le prese di posizione di due associazioni fatte questa settimana.

Anima Confindustria: serve un intervento europeo sui dazi
Secondo il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli «La situazione che si è creata, a livello mondiale, è in larga parte il risultato del primo lockdown, che ha creato uno squilibrio in favore delle potenze che si sono riprese prima dalla crisi e che hanno potuto fare "razzie" dei materiali a disposizione. A questo si è poi aggiunto il problema dei costi di trasporto, con un rialzo clamoroso del prezzo dei noli marittimi. Oggi l'industria meccanica, e quella manifatturiera più in generale, necessitano di misure che possano frenare questa impennata dei prezzi».
Da oltre un anno i rincari hanno toccato tutti i metalli di interesse per l'industria: dall'acciaio al rame fino allo stagno e all'alluminio. «In questo momento» conclude il presidente Nocivelli, «accogliamo favorevolmente le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, secondo cui l'Europa dovrebbe sospendere temporaneamente i dazi sull'acciaio importato, proposta tra l'altro già avanzata da Anima negli scorsi mesi».
Il vicepresidente di Anima, Pietro Almici, afferma che «Attualmente i prezzi di acquisto sembrano essere stabili, soprattutto per quanto riguarda l'acciaio; le materie prime continuano, quindi, ad essere molto care. Oltre al problema dei prezzi, le aziende subiscono forti ritardi nella consegna dei materiali e dei componenti e tempi di consegna dilatati per i nuovi ordinativi, per cui risulta difficile anche per le imprese rispettare le date di consegna concordate con i propri clienti. Questi ritardi comportano incertezza, aumentando la complessità per le aziende della meccanica – e non solo – di formulare offerte, pianificare la produzione e nuovi progetti. Come se non bastasse, anche il costo dell'energia è aumentato, come già avevamo avvertito negli scorsi mesi. Ora confidiamo che anche le istituzioni possano intervenire, non solo a livello nazionale, per limitare i danni comportati da questi continui aumenti. Ricordiamo che, dall'ultimo sondaggio diffuso tra le aziende associare Anima, circa il 21% delle aziende afferma di trovarsi in una situazione di difficoltà a causa della crisi dell'anno scorso e dell'aumento dei prezzi delle materie prime».

ASSISTAL: si intervenga anche per il mercato privato
“Sul caro materiali” – ha affermato Angelo Carlini Presidente ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica -ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria – “viviamo un’ attesa asfissiante per le imprese poiché non c’è ancora traccia del provvedimento attuativo da parte del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) che deve rilevare le variazioni percentuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione per il primo semestre 2021.
Vogliamo richiamare l’attenzione del Ministero competente affinché il decreto, malgrado l’esiguo stanziamento delle risorse finora previste, sia pubblicato quanto prima per consentire alle imprese appaltatrici di attivarsi, presentando la relativa richiesta di compensazione alle stazioni appaltanti. Inoltre, è necessario un intervento estensivo anche al mercato privato in quanto i rincari crescenti dei prezzi dei materiali stanno impattando seriamente sulla tenuta finanziaria delle imprese impegnate nei cantieri del Superbonus 110%.”
“Sotto quest’ultimo profilo” – ha concluso Carlini – “i rincari speculativi dei prezzi dei materiali rischiano di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando la misura del Superbonus. Nella situazione attuale le imprese, da un lato, non possono ottenere l’asseverazione della congruità dei costi realmente sostenuti perché i prezzari di riferimento non riescono a tener conto del continuo crescente rincaro dei prezzi dei materiali. Dall’altro, committenti e imprese rischiano di beneficiare del Superbonus in maniera parziale dal momento che i costi delle opere eccedono i massimali di spesa previsti dalla normativa”.
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