CRESME: crisi nel settore delle infrastrutture di trasporto, nel mercato delle opere pubbliche
Sono 1.650 le medie imprese del settore a rischio esclusione dal mercato delle opere pubbliche.
Si è svolto a Roma, lo scorso 16 luglio 2007, il convengo organizzato da Unioncamere ed ANCE, dal titolo “5 anni di infrastrutture 2002 – 2006. Per un nuovo mercato dei lavori pubblici”, durante il quale è stata esposta una ricerca del CRESME, il Centro Ricerche Economiche e Sociali di Mercato per l’Edilizia ed il Territorio, elaborata sul settore in questione. Sono intervenuti il Presidente di Unioncamere, A. Mondello, ed il Presidente dell’ANCE, P. Buzzetti. La fotografia emersa dallo studio non è positiva: 1.650 medie imprese, su 1.700, del settore delle infrastrutture di trasporto rischiano l’esclusione dal mercato delle opere pubbliche, a causa della riduzione del numero e del valore complessivo delle gare, per gli importi di fascia medio – bassa, a vantaggio dei grandi appalti. Dopo il triennio positivo 2001 – 2004, con una crescita negli investimenti del 27,3% e del PIL del 3,1%, a partire dal 2004 è stata registrata una situazione difficoltosa, con poche prospettive di cambiamento nei prossimi anni. La capacità realizzativa si è ridotta del 5,2% nel 2005 e dell’1,2% nel 2006, è stimata in stabilità per il 2007, con un +0,1%. Le previsioni per il prossimo triennio rimangono preoccupanti: a valori costanti, la spesa per gli investimenti in opere pubbliche potrebbe ridursi ulteriormente del 2,5%, nel 2008, e del 3,3% nel 2009. Tale andamento è confermato dalla situazione delle gare d’appalto: il valore delle opere pubbliche appaltate è stato pari a 63,4miliardi di euro negli ultimi 25 mesi, a fronte dei 78,4miliardi dei periodi precedenti, con una contrazione che si aggira sui 19 punti percentuali, e che colpisce soprattutto le piccole e medie imprese. Il cambiamento strutturale apporterà modifiche anche sui meccanismi di conferma delle qualificazioni SOA e, conseguentemente, sulla composizione dell’offerta, mettendo in discussione, soprattutto la partecipazione al mercato delle opere di maggiore interesse di molte medie imprese. Ance ed Unioncamere richiamano l’attenzione sulla necessità di impedire un collasso del sistema imprenditoriale italiano delle costruzioni, riproponendo un mercato dei lavori pubblici competitivo ed aperto anche alle piccole – medie imprese, vere protagoniste del tessuto imprenditoriale esistente nel nostro paese.