Dlgs rinnovabili, Assosolare: rivedere limiti a terreni e incentivi
L’Associazione italiana dell’industria fotovoltaica è stata ricevuta in Commissione Industria al Senato, per esporre le proprie proposte di modifica del Decreto legislativo sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili.
Una delegazione di Assosolare, l’Associazione italiana dell’industria fotovoltaica, è stata ricevuta in Commissione Industria al Senato, per esporre le proprie proposte di modifica del Decreto legislativo sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili. I delegati dell’associazione, guidati dal Segretario Generale Francesca Marchini, si sono concentrati su due articoli del decreto: l’8.5, che limita la costruzione di impianti fotovoltaici a terra su aree agricole a 1 MW di potenza, e il 22, che porterebbe a una revisione delle tariffe incentivanti nel terzo anno di vita del Conto Energia approvato lo scorso luglio. Francesca Marchini ha inoltre focalizzato l’attenzione della Commissione sui dati relativi ai costi effettivi del fotovoltaico, sui benefici in termini di incassi per lo Stato e sull’incidenza dell’energia fotovoltaica sulla spesa del cittadino. In merito alla costruzione di impianti a terra, per Assosolare l’articolo del decreto è in contrasto con lo stesso Conto Energia, in cui viene sottolineata la compatibilità tra terreni con destinazione agricola e impianti fotovoltaici a terra. Anche perché gli impianti solari hanno carattere temporaneo, e alla fine della loro vita utile possono essere smantellati agevolmente permettendo una riconversione dell’area agevole e poco onerosa.
Come spiegato da Francesca Marchini, anche nell’ipotesi che l’intero nuovo tetto fotovoltaico (3.000 MW) venga utilizzato per l’installazione di impianti a terra, si avrebbe un’incidenza in termini di superficie occupata pari allo 0,019% della superficie italiana e allo 0,045% dell’area agricola utilizzata. Francesca Marchini ha poi contestato l’articolo del decreto che prevede una revisione del sistema incentivante nel terzo anno di vita dell’attuale Conto Energia. “Pur nel positivo intento di uniformare e scadenzare i sistemi incentivanti per le fonti rinnovabili al 2020, si ritiene indispensabile non alterare quanto già disposto per il settore fotovoltaico – ha detto Marchini alla Commissione -. Una revisione del Conto Energia metterebbe in gioco gli incentivi già stabiliti, nell’ultimo anno del triennio di validità, ponendo ulteriori incertezze per il settore su un piano che sembrava ormai stabilizzato almeno fino al 2013 e per il quale sono già stati avviati ingenti investimenti”.
“Un’eventuale revisione – ha poi aggiunto Marchini – dovrebbe tener conto delle tariffe già stabilite dal Conto energia per il 2013, replicandoli in modo non peggiorativo, e inserendo una clausola di continuità per dare certezza al settore”. Assosolare ha poi sottolineato come nuove revisioni degli incentivi potrebbero essere un serio rischio per il mercato fotovoltaico italiano, come già successo in Spagna, dove un taglio drastico e improvviso degli incentivi ha portato al crollo del mercato. L’Associazione propone invece di seguire il “modello tedesco”, che ha visto una solida crescita del settore grazie a una riduzione graduale degli incentivi, proporzionale alla diminuzione dei costi dei componenti, che, sostiene Assosolare, dovrebbero essere l’unico riferimento per tarare gli incentivi in modo adeguato e secondo regole di mercato.
Assosolare ha poi puntualizzato, di fronte alla Commissione, alcuni dei costi e rendimenti effettivi dell’energia fotovoltaica per il Paese, a partire dagli incassi dello Stato. Tra IVA, IRES e IRAP pagate dalle imprese del settore, lo Stato italiano nel 2009, a fronte di uscite complessive per il fotovoltaico valutabili in circa 450 milioni di euro, ha incassato circa 300 milioni di euro. Il costo “netto” del Conto Energia per il 2009 si attesta dunque intorno ai 150 milioni (dati Politecnico di Milano – Energy Strategy Group 2009). Senza contare il risparmio in termini di emissioni di anidride carbonica: tenendo conto che per ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico si evita l’emissione di 0,64 kg di CO2, si ha un risparmio annuo di circa 22.080.000 di euro, ha specificato Marchini. Per quanto riguarda i costi per il cittadino – vale a dire l’impatto del fotovoltaico sulla “bolletta” – nel 2010 sono stati pari a circa 800 milioni di euro: l’1,6% della bolletta, equivalenti a 0.60 euro al mese contro, ad esempio, i quasi 2 euro al mese della Germania. “Lo schema di decreto, pur nell’apprezzato intento di fornire un quadro di riferimento a medio lungo termine per le energie a fonti rinnovabili, in funzione degli obiettivi per il 2020, contiene punti critici di impatto decisivo sullo sviluppo e consolidamento dell’imprenditoria fotovoltaica e quindi dell’uso di energia da fonte rinnovabile fotovoltaica nel futuro” ha commentato Gianni Chianetta, Presidente di Assosolare.