Edilizia scolastica 2018-2020: in arrivo 1,7 mld
Il 23 novembre 2017, la Conferenza Unificata ha approvato lo schema di decreto relativo ai criteri e alle priorità che governeranno la formazione della programmazione nazionale di edilizia scolastica per il triennio 2018-2020. Le scuole disporranno di 1,7 miliardi di euro nel bilancio di previsione, finanziati con mutui della Banca europea per gli investimenti.
Ristrutturare, riqualificare, porre in sicurezza, adeguare al rischio sismico, migliorare l’efficientamento energetico, costruire nuovi edifici. Grazie al via libera delle Regioni al Decreto che definisce criteri e priorità nella programmazione nazionale 2018-2020, le scuole pubbliche potranno giovare di tali interventi.
La programmazione degli interventi era già finanziata con un impegno dello Stato di 1,7 miliardi stanziato dalla Legge di Bilancio 2016 (legge 208/2015) che al netto degli interessi del mutuo potrà finanziare opere per 1,3 miliardi come da protocollo firmato tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Miur, Bei e Cassa Deposito.
Il Decreto ripartisce le risorse su base regionale, in ragione degli edifici scolastici presenti, del livello di rischio sismico, della popolazione scolastica e infine dell’affollamento delle strutture scolastiche.
Nell’alveo delle priorità di intervento, le Regioni poi individueranno gli enti beneficiari; in ciò dovranno essere contemplati il livello di progettazione, il completamento dei lavori già iniziati e non completati, la valutazione della sostenibilità del progetto e la dismissione di edifici scolastici in locazione passiva, nonché la maggiore popolazione scolastica beneficiaria dell’intervento, coerentemente con la ripartizione precedente.
Le categorie d’interventi che le Regioni sono tenute a privilegiare sono le seguenti:
• ottenimento del certificato di agibilità delle strutture;
• adeguamento sismico, cui però preferire una nuova costruzione, nel caso in cui l’adeguamento sismico non sia conveniente, oppure un semplice miglioramento sismico, qualora l’edificio non sia adeguabile in ragione di vincolo di interesse culturale;
• adeguamento alla normativa antincendio, previa verifica statica e dinamica dell’edificio;
• ampliamenti e/o nuove costruzioni, per soddisfare specifiche esigenze scolastiche.
Ammessi anche interventi diversi, purché l'ente certifichi che la struttura sia adeguata alle normative vigenti e che i relativi dati siano stati inseriti nell'anagrafe dell'edilizia scolastica.
Si badi che il Decreto ha recepito le modifiche suggerite dalle province allo schema di decreto Economia-Istruzione-Infrastrutture; si chiedeva una maggiore attenzione a favore delle scuole superiori.
Si è dunque previsto che, nell'ambito delle priorità di intervento, si tenga conto della necessità di interventi relativi agli edifici scolastici di secondo grado e del numero degli studenti del secondo ciclo di istruzione sul totale degli alunni iscritti sul territorio regionale.
Il sottosegretario all'Istruzione Vito De Filippo, con delega all'edilizia scolastica ha così commentato: «In conferenza Unificata è stato fatto un lavoro importante che mette al centro le studentesse e gli studenti con un rinnovato impegno anche sulle scuole secondarie di secondo grado. Sono stati concordati anche meccanismi per favorire l'assegnazione delle risorse con tempi sempre più celeri da parte del ministero».
Positivo il commento del presidente delle Province italiane Achille Variati, che aveva fortemente richiesto la norma introdotta allo schema di Dm. «È un passo avanti molto significativo perché riporta le scuole superiori, che negli ultimi tre anni hanno ricevuto finanziamenti scarsi a causa dei tagli alle Province, come impegno centrale per il Paese.