I dati di OICE sull’utilizzo del Superbonus 110%
Superbonus 110%, OICE: “I dati confermano l’utilizzo prevalente (49%) nei condomini; risultati positivi anche sulla prevenzione sismica e sulla riduzione del divario Nord/Sud; bene il decreto semplificazioni fiscali con la sblocco dei crediti”
L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura, ha diramato l’aggiornamento della rilevazione periodica sull’attuazione del Superbonus, curata dal coordinatore del Gruppo di lavoro OICE Superbonus, Fabio Tonelli.
“Si tratta di dati elaborati da OICE su fonti Enea e Cerved - precisa Tonelli - che confermano la prevalenza dell’utilizzo nei condomini e che i fondi destinati ai condomini assorbiranno a fine 2023 il 70% del totale. Interessante notare anche che l’utilizzo dell’incentivo è diffuso in maniera uniforme sul territorio nazionale. Siamo di fronte - conclude Tonelli - ad un incentivo che attiva una vera e propria riqualificazione democratica, coinvolgendo una molteplicità di soggetti imprenditoriali, su tutto il territorio nazionale, con particolare presenza nelle zone del sud. Va però segnalato che il decreto Aiuti non ha risolto importanti problemi sul fronte della cessione dei crediti relativi a interventi precedenti maggio 2022; confidiamo quindi molto sulla nuova norma del decreto semplificazioni fiscali che dovrebbe essere varata oggi e che potrebbe evitare tante difficoltà a professionisti, studi e società che hanno preso in carico tali interventi.”
Ad avviso di Alfredo Ingletti, Vice Presidente OICE, “in via generale e in una prospettiva di medio periodo di incremento del costo dell’energia, l’utilizzo degli incentivi finalizzati alla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare consentirà di raggiungere importanti target sul fronte del risparmio energetico, con miglioramenti concreti e duraturi nel tempo, oltre ad avere un impatto significativo sulla prevenzione del rischio sismico, invece che sulla ricostruzione. Altro plus di questo strumento è che attiva una molteplicità di soggetti imprenditoriali, su tutto il territorio nazionale, con particolare presenza nelle zone del sud, che sono quelle al centro dei piani di investimento del Pnrr ed in generale delle politiche economiche, ed in questo senso dunque è un potentissimo catalizzatore per l’economia nazionale.”
Superbonus 110% ‐ una riqualificazione democratica
In via generale e in una prospettiva di medio periodo di incremento del costo dell’energia, l’utilizzo degli incentivi alla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare consente di raggiungere importanti target sul fronte del risparmio energetico, con miglioramenti concreti e duraturi nel tempo e benefici dal punto di vista del costo energetico degli edifici. Va inoltre considerato che in un paese come l’Italia, caratterizzato da un elevato rischio sismico, la prevenzione riduce gli oneri della ricostruzione: in Italia si spendono ancora mediamente 3‐4 mld. di euro all’anno in interventi di ricostruzione e il Sismabonus di fatto sposta questo investimento sulla prevenzione invece che sulla ricostruzione. Il Superbonus è uno strumento che attiva una molteplicità di soggetti imprenditoriali, su tutto il territorio nazionale, con particolare presenza nelle zone del sud, che sono quelle al centro dei piani di investimento del Pnrr ed in generale delle politiche economiche, ed in questo senso dunque è un potentissimo catalizzatore per l’economia nazionale.
Infine un elemento caratterizzante l’applicazione di questo incentivo alla riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano risiede nel fatto che induce una limitata mobilità delle imprese edili che, quindi, trovano pieno impiego nelle proprie aree territoriali, con un impatto complessivo sulla sostenibilità ambientale anche per questa ragione positivo.
I dati al 30 giugno 2022
Al 30 giugno 2022 il Superbonus 110% viene utilizzato in Italia per il 49,04% in edifici condominiali e il 34,08% in edifici monofamiliari e per la restante parte per le unità immobiliari con accesso autonomo. A fine periodo 110% (31 dicembre 2023), i fondi dedicati ad edifici condominiali supereranno il 70% del totale .
La diffusione del Superbonus 110% sulla popolazione delle aree di ripartizione geografica vede:
• il Nord Est, primo utilizzatore con 662,55 € per abitante (7,7 Mld) seppure con una percentuale dedicata ai condomini del solo 44,75% (296,46 € per abitante);
• il Sud, secondo utilizzatore con 602,24 € per abitante (8,1 Mld), con una percentuale dedicata ai condomini del 53,63% (322,95 € per abitante);
• il Centro, terzo utilizzatore con 596,56 € per abitante (7,0 Mld), con una percentuale dedicata ai condomini del 48,68% (290,39 € per abitante);
• il Nord Ovest si attesta all’ultimo posto delle aree italiane per l’utilizzo del Superbonus 110%, anche se con solo un 16% in meno del Nord Est, con 555,23 € per abitante.
Si palesa quindi un utilizzo quasi uniformemente diffuso dell’agevolazione sul territorio nazionale.
Il Superbonus induce una limitata mobilità delle imprese edili che trovano pieno impiego nelle proprie aree territoriali .
L’indagine realizzata da OICE su un campione di società di ingegneria che operano prevalentemente sui territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016, rileva, unitamente all’Ecobonus, un utilizzo diffuso di interventi di miglioramento sismico a salvaguardia degli edifici per i danni da sisma. Laddove previsti, detti interventi si attestano su valori simili a quelli utilizzati per l'Ecobonus.
Si va realizzando in tal modo una provvidenziale attività di prevenzione del rischio sismico, preso atto che l’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti da disastri naturali e l’impatto economico dei terremoti è rilevantissimo. Secondo i dati del Dipartimento della protezione civile, i soli stanziamenti per l’emergenza e la ricostruzione per gli anni dal 1968 al 2009, ammontano a circa 135 miliardi di euro (attualizzati), cui si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale (5). In tale periodo quindi il nostro Paese ha speso in media ogni anno almeno 3,3 miliardi per la riparazione dei danni da sisma e tenendo conto dell’evoluzione del Sisma 2009 e dei successivi del 2012 e del 2016 è improbabile che nel periodo successivo si è speso meno.
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