I leader delle costruzioni

Prof. Aldo Norsa al Convegno di presentazione del Report 2023 on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry dedicato per il tredicesimo anno consecutivo al vertice dell’offerta organizzata di servizi di progettazione architettonica e ingegneristica oltre che di lavori (edili e infrastrutturali).
Dall’esame dei bilanci 2022 delle top 200 di ognuno dei tre settori e dalla prime indicazioni per il 2023 le maggiori realtà mostrano un eccellente stato di salute. Se gli effetti benefici dei bonus fiscali nell’edilizia privata e degli investimenti Pnrr nel settore pubblico sono innegabili, la sfida sarà mettere a frutto le competenze, i guadagni e gli investimenti imprenditoriali di questo periodo per rafforzare la propria posizione competitiva anziché rischiare arretramenti a causa di un contesto non più così stimolante e incentivante.

Top 200 Architettura (e Design)
Le 200 maggiori società di architettura, che nel 2022 vedono al vertice Lombardini22, ACPV Architects e Marco Casamonti & Partners, aggregano nell’ultimo esercizio una cifra d’affari di 771,9 milioni, registrando una crescita del 26,2 percento (limitando però il confronto a 198 società per la presenza di due newco che, essendo al primo anno di attività, non permettono il confronto biennale), ma con una quota all’estero del solo
13,9 percento (limitatamente alle 31 società che la comunicano). L’andamento positivo delle realtà in classifica (in questo caso le 195 che comunicano i dati biennali) è confermato sia a livello reddituale dal deciso aumento dell’ebitda (più 46,9 percento) e dell’utile netto (più 43,9 percento) che dal punto di vista dello stato patrimoniale con un miglioramento della posizione finanziaria netta (già attiva) del 28,3 percento e del
capitale netto del 26,2 percento.

Top 200 Ingegneria
L’insieme di queste società, il cui “podio” è formato anche nel 2022 da tre realtà appartenenti a gruppi di rilevanza nazionale (Italferr, Rina Consulting ed EniProgetti), può vantare un valore della produzione totale molto più rilevante: 3,6 miliardi (4,7 volte maggiore rispetto alle omologhe dell’architettura) in aumento del 20,7 percento (ma con confronto limitato a 199 società per la presenza di una novità societaria come EY
Engineering and Technical Services) e con export limitato al 17,6 percento.  Anche in questo caso gli altri dati di bilancio (che riguardano 197 società, poiché altre due per il 2022 hanno fornito solamente i fatturati) confermano l’eccellente stato di salute (anche più accentuato rispetto a quanto valutato per l’architettura): a livello reddituale l’ebitda cresce del 49,1 percento e l’utile netto del 64,3 percento, inoltre la posizione finanziaria netta attiva migliora del 56,8 percento e il patrimonio netto si incrementa del 19,3 percento.

Top 200 Costruzioni
Per quanto riguarda le maggiori imprese di costruzioni, guidate da Webuild, Itinera e Pizzarotti tra le generali e da Sicim, Bonatti (entrambe specializzate in pipeline) e Gcf – Generali Costruzioni Ferroviarie tra le specialistiche, esse arrivano a sommare 32,3 miliardi di cifra d’affari (più 21,1 percento) con una quota internazionale del 37,7 percento. Non si può però tacere che un quarto dei ricavi delle top 200 sono rappresentati dalla sola Webuild (che è tornata a lavorare in Italia fatturandovi due miliardi e mezzo), denunciando una concentrazione del mercato delle infrastrutture unica nei grandi Paesi europei. Nel 2022 i conti economici delle imprese in classifica registrano ottimi numeri reddituali: l’ebitda cresce del 39,4 percento, l’ebit del 90,9 percento e l’utile netto di quasi otto volte (ma soprattutto quest’ultimo dato è influenzato dal risultato netto di Webuild, senza il quale la variazione sarebbe del 40,4 percento). Dal punto di vista finanziario/patrimoniale, l’indebitamento netto totale si riduce di un significativo 34,3 percento e risulta ben coperto dal capitale netto, incrementato del 9,8 percento.

Prospettive
In attesa di opinioni aggiornate dalla viva voce dei protagonisti il 12 dicembre, il 2023 si chiude con dati di bilancio che sembrano in linea con quelli positivi del 2022 per l’offerta sia di architettura che di ingegneria e costruzioni soprattutto grazie al proseguire degli incentivi fiscali all’edilizia e allo sforzo di investimenti infrastrutturali per onorare le scadenze del Pnrr. Mitigando così le difficoltà causate dal deterioramento di un
mercato mondiale minacciato da conflitti nelle più diverse aree geografiche: mercato che già 49 nostre società di architettura e 56 di ingegneria presidiano con filiali permanenti e 55 imprese di costruzioni con cantieri attualmente attivi. Oltre che all’estero le preoccupazioni per le prospettive congiunturali crescono però anche in Italia (comunque partecipe della globalizzazione): nel privato perché gli investitori istituzionali sono più
cauti a fronte di un’inflazione che scende troppo lentamente e le famiglie soffrono per un costo del denaro che resta a livelli record, nel pubblico perché gli annunci di ulteriori investimenti in opere infrastrutturali
scontano una crescente preoccupazione per la sostenibilità di un debito statale monstre.
Sul fronte della domanda il centro di ricerche Cresme azzarda per il 2024 una stima di meno 8,5 percento (in valori costanti 2015) nel totale degli investimenti nazionali in costruzioni (che segue un’ipotesi di meno 0,6 percento per il 2023): essa sconta, un più 6,8 percento di investimenti nelle nuove costruzioni (grazie al citato
Pnrr) e un meno 14,8 percento nel recupero (complice l’attesa fine degli incentivi fiscali alla residenza).
Ma … i campioni della nostra AEC industry hanno dimostrato negli anni e nelle traversie di avere “mille vite” e quindi, pur nelle loro limitate dimensioni, potrebbero dar prova di una inventività, resilienza e vitalità maggiore di molti competitors stranieri, anche “rosicchiando” ulteriori quote del mercato internazionale

La pubblicazione edita dalla società Guamari, che continua una lunga tradizione di “classifiche” iniziata nel 1986 su impulso della rivista Le Moniteur e continuata con il Gruppo 24 Ore tra il 1996 e il 2016, è disponibile in formato sia cartaceo che digitale grazie al supporto di 113 sponsor, avvalendosi della direzione scientifica del professor Aldo Norsa e della collaborazione del dottor Stefano Vecchiarino, chief analyst.
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