Il caro materiali colpisce il settore delle impermeabilizzazioni

Con una lettera a firma del presidente Michele Turrini, l’associazione SITEB, Strade Italiane e Bitume, segnala al Ministero delle Infrastrutture le difficoltà del settore causate dai consistenti aumenti dell’acciaio e delle altre materie prime. Riportiamo di seguito la lettera integrale:
Gent.mo Ministro, la scrivente Associazione SITEB, che rappresenta tutte le aziende coinvolte nelle costruzioni stradali ma anche i produttori di membrane impermeabilizzanti (Gruppo PRIMI), desidera segnalare a codesto Ministero l'estremo disagio che il settore sta subendo relativamente alla disponibilità di materie prime quali l'acciaio e quelle derivate dal petrolio, come le plastiche e il bitume, che interessano direttamente l'attività dei nostri associati.

L'economia mondiale e quella europea in particolare, sulla quale grava un ritardo nella ripresa della produttività post-Covid rispetto a Cina e USA e l'incremento del costo dei trasporti intercontinentali (+150 - 180%) lanciano segnali preoccupanti in tale senso. La crisi siderurgica e la minore necessità di carburanti per la mobilità (-70%) hanno infatti provocato una minore produzione di acciaio e dei derivati della raffinazione del petrolio, tra i quali il bitume e i monomeri di base, indispensabili per la produzione delle plastiche. Questo fenomeno, che qualcuno erroneamente interpreta come un contributo alla salvaguardia dell'ambiente, è in deciso contrasto con la sostenuta richiesta di bitume per la costruzione e la manutenzione delle strade italiane e di materie plastiche per la fabbricazione degli imballaggi e dei componenti utilizzati dall'industria farmaceutica ed alimentare, dei quali non possiamo fare a meno, specie in questo periodo pandemico.

L'industria che rappresentiamo, basata sugli approvvigionamenti di acciaio, plastica e bitume, si è trovata perciò a patire, fin dagli ultimi mesi dello scorso anno, pesanti richieste di aumenti di prezzo che esulano dalle normali logiche di mercato (acciaio +38%, plastiche da +30 a +70%, bitume +25%); richieste ben lungi dall'essersi esaurite e che oggi si concretizzano anche nella cancellazione degli impegni di fornitura. Peraltro da sempre il nostro comparto industriale (siamo dei manufatturieri trasformatori} incontra difficoltà nel travasare al mercato gli aumenti di costo che subisce sia nei confronti dei privati che degli appalti pubblici, non esistendo più l'istituto della "revisione prezzi". Sebbene il settore "strade" dia segni tangibili di ripresa, l'edilizia civile vive tuttora una crisi che si trascina dal 2007 nonostante i provvedimenti governativi in essere (superbonus 110%, ecc.).

In considerazione di ciò, ci permettiamo di chiedere al Ministro un pronto e deciso intervento, rivolto ad arginare le tensioni in atto su acciaio, materie plastiche e bitume, in subordine a segnalare c/o gli organi di controllo competenti sui prezzi, una particolare attenzione verso queste merceologie, verificando che non siano in atto fenomeni di speculazione.

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