La Palazzina di caccia di Stupinigi. "La grande bellezza" dell'appartamento del re restaurato.
Ha riaperto il 15 giugno 2017, a Torino, dopo 13 anni, l’Appartamento del Re nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, restituito al suo originario splendore grazie a 10.000 ore di lavoro, finanziato dalla Fondazione CRT e realizzato con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
L’intervento è stato interamente finanziato dalla Fondazione CRT è storicamente il principale sostenitore privato del grande progetto di recupero e valorizzazione della Residenza Sabauda, con un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro e realizzato in collaborazione con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino. Socio fondatore della Fondazione Palazzina Mauriziana di Stupinigi, la Fondazione CRT ha reso possibile la restituzione al pubblico di questo bene dal grande valore storico, artistico e culturale con la rinascita delle Scuderie, del corpo centrale dell’edificio con il Salone juvarriano, delle Gallerie, del cortile d’onore, dei giardini, dell’Appartamento della Regina e dell’Appartamento del Re.
L’impegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino per la Palazzina di caccia di Stupinigi comincia nel 2007. Nel 2012 è stata restaurata la Sala degli Scudieri, con le tredici tele che raffigurano le fasi della caccia al cervo. Il 2014 è stato l’anno del recupero delle boiseries e delle tele dell’Anticappella e della Cappella di Sant’Uberto. Nel 2015 è stato completato il restauro del Salone centrale, fulcro della composizione ideata da Filippo Juvarra.
“Oggi la Fondazione CRT riconsegna alla fruizione di tutti la bellezza dell’Appartamento del Re della Palazzina di Caccia di Stupinigi – spiega il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia – Questo nuovo traguardo è l’ultimo tassello di un più ampio intervento avviato 30 anni fa”. Adriana Acutis Presidente di Consulta aggiunge “La Consulta, incaricata della progettualità e della gestione dell’intervento, è lieta di questa collaborazione costante nel tempo finalizzata alla rinascita della residenza, Patrimonio Unesco dell’Umanità”.
“La sinergia tra soggetti privati non profit ha consentito ancora una volta il raggiungimento di un obiettivo di interesse per la collettività: la tutela e la promozione di un bene artistico e storico di forte significatività per il territorio e per l’Italia” afferma Massimo Lapucci, Segretario Generale della Fondazione CRT.
“Ci viene restituito nella sua interezza il fastoso corpo centrale, ideato da Juvarra per essere un ‘luogo magnifico’, una cornice di respiro teatrale adatta ad accogliere sia le feste ed i balli della corte, sia la vita segreta dei sovrani, in un'ariosa sequenza di sale e gabinetti via via più nascosti ”afferma Luisa Papotti, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino. “Questo importante intervento – ricorda Cristiana Maccagno, in rappresentanza dell’Ente proprietario – è ulteriore testimonianza del trentennale sostegno dedicato al recupero e alla valorizzazione del Tesoro mauriziano dalla Fondazione CRT”.
L’intervento appena concluso, realizzato in soli quattro mesi di lavoro, impegnando dai 15 ai 20 restauratori con diverse specializzazioni, su una superficie decorata di oltre 1.100 mq riguarda il completo restauro degli apparati decorativi dei cinque ambienti principali e dei locali accessori dell’Appartamento del Re in particolare degli apparati decorativi fissi, dei dipinti murali delle volte e delle pareti, delle boiserie dipinte e dorate, della tappezzeria novecentesca, della carta da parati, dei serramenti, dei camini e della pavimentazione in seminato alla veneziana.
L’Anticamera conserva in gran parte la sua identità decorativa settecentesca. Le indagini conoscitive eseguite sulle volte dell’Anticamera e della Camera da letto, dipinte dal 1737 al 1739 da Michele Antonio Milocco, il cui restauro è stato completato unitamente a quello sui cornicioni, hanno fornito interessanti informazioni sullo stato di conservazione e sulla tecnica esecutiva. Gli sguinci delle finestre, i pannelli delle porte, le splendide tele di Pietro Domenico Olivero e le cornici dorate hanno ritrovato la magnificenza antica.
La Camera da letto, dopo il restauro, permette la lettura di diverse fasi conservative. La volta del Milocco con il cornicione in stucco dorato, oggetto di pulitura e consolidamento unitamente alla zoccolatura in legno dorato e dipinto con putti, volute e grottesche di Giovanni Francesco Fariano sono testimonianza della straordinaria fase decorativa settecentesca. Originale il piccolo locale adibito a servizio igienico con mattonelle dipinte alla maniera delle ceramiche bianche e blu di Delft portate alla luce con la pulitura insieme agli adeguamenti tecnologici succedutesi nel tempo.
Il Gabinetto da toeletta presenta la volta decorata a grottesche da Giovanni Francesco Fariano e ha comportato particolare cura negli interventi di pulitura e consolidamento. Significative sono inoltre la decorazione e la cromia del pavimento in seminato alla veneziana emerse dopo il restauro.
La Galleria verso il Salone centrale, completamente dipinta da Pietro Antonio Pozzo, ha permesso di ritrovare la “mano” di Juvarra il tutto filtrato dal grande serramento vetrato per il quale sono stati conservati, dove possibile, tutti i vetri, anche se ridotti a frammenti, e le piombature originali.
Il restauro ha interessato inoltre le pavimentazioni in seminato alla veneziana dell’Anticamera, della Camera da letto e del Gabinetto da toeletta, riportando la superficie all’unitarietà e ai colori originali, i serramenti di tutte le aperture, che sono stati dotate di pellicole anti raggi u.v. al fine di preservare quanto restaurato, i camini in marmo.
I lavori di restauro sono stati affidati a Barbara Rinetti srl per quello che riguarda gli interventi sulle boiserie e sui serramenti, a Nicola restauri srl per i dipinti murali, le opere su tela e in pietra e le pavimentazioni, a Tessili Antichi per il restauro della tappezzeria.
Il progetto è stato redatto da Maurizio Momo, Chiara Momo e Mario Verdun di Cantogno, mentre la direzione dei lavori è di Maurizio Momo con Chiara Momo e Mario Verdun di Cantogno con la supervisione tecnico scientifica di Paola Nicita e Gianni Bergadano, il coordinamento della sicurezza di Roberto Baffert.