Le case del balilla

Il volume, edito da Electa, presenta l’esperienza architettonica maturata all’interno dell’Opera Balilla
Un nuovo volume electa per la collana Architetti moderni. Si tratta di “Le case del balilla, architettura e fascismo”, un’opera che presenta l’esperienza architettonica maturata all’interno dell’Opera Balilla che, in poco meno di un decennio, tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento, si è concretizzata nella realizzazione del complesso del Foro Mussolini (oggi Foro Italico) a Roma e in centinaia di edifici sparsi sul territorio nazionale: le case del balilla.

Si tratta di un tipo edilizio nuovo destinato a divenire il luogo deputato alla formazione dei giovani negli anni del regime fascista. Considerata inizialmente poco più che una struttura di servizio - costituita da una semplice palestra e, nelle città maggiori, attrezzata con biblioteca, cinema-teatro, piscina e campi da gioco all’aperto - la casa del balilla è oggetto, dai primi anni ‘30, di un progressivo affinamento tipologico e formale. Nei progetti e nelle realizzazioni più significative di una nuova generazione di professionisti quali quelli precedentemente citati, si possono cogliere i riflessi di una questione cruciale per le vicende dell’architettura moderna italiana tra le due guerre mondiali: la volontà di definire un canone per l’architettura del fascismo.

Il volume, scritto da Rinaldo Capomolla, Marco Mulazzani e Rosalia Vittoriani, documenta per la prima volta e con materiali in grandissima parte inediti il fenomeno in tutta la sua ampiezza, comprende un articolato repertorio di oltre duecento edifici costruiti o progettati da architetti di gran nome (Enrico Del Debbio, Luigi Moretti, Francesco Mansutti, Gino Miozzo, Adalberto Libera, Mario Ridolfi, Mario Cereghini, Gaetano Minnucci, Cesare Valle) e una selezione di architetture esemplari illustrate da un cospicuo apparato iconografico originale.

Tre saggi ricostruiscono il quadro dell’attività dell’Opera analizzando la vicenda edilizia nel suo complesso, le caratteristiche tecniche e tipologiche delle case e il ruolo di una committenza affatto particolare, attiva negli anni più significativi per i rapporti tra architetti italiani e regime fascista.
L’introduzione, affidata allo storico Emilio Gentile, colloca l’esperienza dell’Opera balilla tra i più complessi programmi di trasformazione della società tentati dal fascismo.
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