MCE 2026
l'occasione per una svolta strutturale

In un’Europa che accelera verso l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l’italia è chiamata a un passaggio storico: trasformare una parte del patrimonio edilizio da fonte di sprechi energetici a pilastro della transizione verde.
La direttiva europea sulle “Case Green” non è una provocazione normativa, ma un richiamo alla realtà: oltre il 60% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1980, quando il tema dell’efficienza energetica era quasi sconosciuto. Argomento che oggi, insieme al risparmio energetico, è diventato una priorità strategica. Ridurre i consumi significa ridurre le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell’aria, diminuire la dipendenza energetica dall’estero e alleggerire le bollette di famiglie e imprese. Significa anche aumentare il valore degli immobili e garantire ambienti più confortevoli e moderni. Ma questa trasformazione richiede investimenti, tecnologie innovative e un cambio di mentalità. Per raggiungere gli obiettivi europei servono strumenti concreti, stabili e lungimiranti, capaci di sostenere questa transizione nel tempo e non con interventi straordinari e discontinui. Gli incentivi sono una leva decisiva perché rendono accessibili le tecnologie più efficienti, accelerano l’adozione delle rinnovabili, stimolano il mercato verso soluzioni sostenibili e favoriscono lo sviluppo di una filiera nazionale fatta di progettisti, imprese, installatori e produttori. Allo stesso tempo, rappresentano un volano per la crescita occupazionale e per la ricerca industriale. Proprio per questo, la tanto attesa approvazione del Conto Termico 3.0 rappresenta un passaggio importante.
Pubblicato su Rivista Contatto 278
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