Nuovo codice appalti: la roadmap in vista del 31 marzo 2023

Istituita presso il Ministero delle Infrastrutture la commissione per redigere la nuova bozza, dovrà entrare in vigore entro il 31 marzo 2023 come fissato dal PNRR.
La prima bozzaIl nuovo Codice degli Appalti deve entrare in vigore entro il 31 marzo 2023, come da scadenza fissata dal PNRR. Il 20 ottobre scorso Franco Frattini, presidente del Consiglio di Stato, ha consegnato a Mario Draghi lo schema del nuovo Codice Appalti, si è trattato del passaggio conclusivo dei lavori della commissione speciale (insediata al Consiglio di Stato e coordinata da Luigi Carbone). La bozza preparata dal Consiglio di Stato è quindi, ora, nelle mani del nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni e in particolare del Ministero delle Infrastrutture.
La commissione ministeriale
Il ministro Salvini ha spiegato che “è una corsa contro il tempo”. Ha indicato inoltre l'obiettivo del passaggio della bozza al suo ministero, dovrà esserci una semplificazione e sburocratizzazione. “Come missione iniziale ho chiesto agli uffici del MIT di tagliare la metà del testo”, l’indicazione è “espungere il 50% delle parole in questo testo, per ridurre alla metà il corpo semantico”.
Per svolgere questo compito è stata nominata una nuova Commissione, composta da sette esperti:
- Anna Corrado, consigliere del Tar Campania;
- Maurizio Michelini, presidente dell'ordine degli ingegneri di Genova;
- Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici;
- Fulvio Maria Soccodato, dirigente Anas;
- Veronica Vecchi, presidente della società Infrastrutture Milano-Cortina e Associate professor of Practice alla Sda Bocconi;
- Gli avvocati Paolo Clarizia e Marco Giustiniani.
I prossimi passaggi
Il nuovo schema dovrà poi essere esaminato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni che dovrà esprimere un parere entro 30 giorni. A quel punto il provvedimento verrà varato dal Consiglio dei ministri e inviato alle commissioni parlamentari competenti. Ottenuto l’ok da parte di Camera e Senato, il nuovo Codice Appalti dovrà essere approvato, in seconda lettura, dal Consiglio dei Ministri, per poi ricevere la firma del Capo dello Stato, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e, infine, entrare in vigore dopo i canonici 15 giorni. Per questo il testo del Codice Appalti deve andare in Consiglio dei Ministri entro l’inizio di dicembre.
Le principali novità
Come si legge in un articolo di "ItaliaOggi" sono già disponibili alcune delle novità che verranno introdotte, sia sugli aspetti formali che dei contenuti.
• Una delle caratteristiche peculiari del nuovo codice è che è stato redatto per essere autoattuativo. Ciò significa che, una volta entrato in vigore, non saranno necessari successivi decreti attuativi per renderlo operativo.
• È già noto che la prima parte del codice è dedicata ai principi che soggiacciono alla nuova disciplina. Primo fra tutti il “principio di risultato” che mira ad esprimere la filosofia del codice: fare gli appalti senza sprechi di tempo e senza lungaggini burocratiche.
• Un terzo principio è “l’accesso al mercato” sulla base della trasparenza e dell’imparzialità, poiché questa sarebbe la strada per la crescita economica.
• La revisione obbligatoria dei prezzi basata sul modello francese che è più rapido e automatico.
• Eliminazione della progettazione definitiva, facendo passare gli incarichi di progettazione dai tre attuali a soli due livelli.
• Previsti incentivi per una maggiore digitalizzazione nella progettazione tramite le applicazioni BIM.
• Maggiore digitalizzazione nella fase esecutiva, grazie anche all’introduzione del fascicolo virtuale dell’operatore economico, gestito da Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione).
• Procedere con le semplificazioni nel solco dei Decreti-legge 76/2020 e 77/2021, ma sfrondati dalle norme mirate a gestire l’emergenza Covid.
• Consentire il subappalto a cascata che prevede, per il subappaltatore, di subappaltare ulteriormente i lavori.