OICE, rilanciare progettazione e costruzioni puntando sul “Piano città”

Secondo l’Associazione delle società di ingegneria servono almeno due miliardi per finanziare progetti di rigenerazione e urbana e di recupero delle aree degradate, anche in ottica di sviluppo ambientale sostenibile.
E’ l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, a proporre alle forze politiche una soluzione per arginare la drammatica crisi del settore delle costruzioni e della progettazione, rilanciando la positiva esperienza del “Piano città” sulla quale il prossimo Governo dovrebbe riuscire a trovare almeno due miliardi per finanziare progetti di rigenerazione e urbana e di recupero delle aree degradate, anche in ottica di sviluppo ambientale sostenibile.
Di questo si è parlato il 13 febbraio a Roma, in un seminario ristretto che ha visto la partecipazione delle società di ingegneria protagoniste di UrbanPromo 2012 e gli interventi di Domenico Crocco, Capo Dipartimento per le Infrastrutture, gli Affari Generali ed il Personale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tommaso Dal Bosco Responsabile Dipartimento Patrimonio e Urbanistica, Politiche abitative e casa ANCI, e Elio Manti, Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile, Energia e Clima Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Il seminario ha confermato il grande interesse degli enti territoriali per lo strumento del Piano città che – come ha anche detto il dott. Crocco – ha rappresentato un importante momento di coordinamento armonico delle istanze nazionali, regionali e territoriali arrivando a selezionare fra i 457 progetti presentati, i 28 meritevoli di accedere ai finanziamenti disponibili. Ed è proprio partendo dal dato delle limitate risorse che l’OICE formula alle forze politiche che si candidano al governo del Paese la sua proposta: “E’ necessario – ha detto il Consigliere OICE Franco Cavallaro - che chiunque guiderà il Paese comprenda che proprio dalle città può ripartire la ripresa della crescita del settore delle costruzioni e, di conseguenza, il riavvio di logiche occupazionali e di sviluppo. Le risorse, fra fondi comunitari e nazionali, già oggi ci sarebbero; occorre fare uno sforzo per individuare almeno due miliardi da investire per il lancio del prossimo bando che chiederà agli enti locali nuove proposte (da presentare entro ottobre) e per finanziare le restanti proposte, altrettanto meritevoli, che però non sono state ammesse a finanziamento”. Notevole l’impatto che questa proposta potrebbe determinare: “Abbiamo stimato che a fronte di due miliardi di risorse stanziate si potrebbero attivare investimenti sul territorio per almeno 30 miliardi complessivi, con un effetto immediato di creazione di posti di lavoro, di incremento del PIL e dei fatturati delle imprese della filiera delle costruzioni. Attendiamo che il mondo politico appoggi queste proposta che potrebbe assicurare un importante rilancio di un settore drammaticamente in crisi”.

  • Enti e associazioni: OICE
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