REbuild 2025: verso un Manifesto strategico per la trasformazione del Real Estate

Conclusa a Riva del Garda l’undicesima edizione. Definiti i pilastri per una visione condivisa del futuro del settore, tra transizioni integrate, produttività inclusiva, intelligenza artificiale e valutazioni ESG.
Si è conclusa un’edizione speciale di REbuild, una guida concreta per l’evoluzione del Real Estate italiano, gettando le basi per un ‘Manifesto’ delle costruzioni da condividere con tutti gli attori delle filiere, gli stakeholder del comparto e policy maker. La prima giornata ha dato inizio alla panoramica articolata sulle sfide e le opportunità legate ai grandi driver del cambiamento – ESG, Costruzioni, Materiali, Energia e Digitale. I convegni e i workshop hanno affrontato temi chiave come l’affordability abitativo, la digitalizzazione dei processi costruttivi, l’equità urbana legata alla sostenibilità ambientale, l’uso di materiali bio-based e le nuove frontiere energetiche, tra cui idrogeno e nucleare, e alla loro integrazione possibile. La seconda giornata ha consolidato la riflessione su scala sistemica, approfondendo il tema della misurazione della sostenibilità, con un focus particolare sulla componente sociale degli ESG, ancora poco esplorata ma sempre più centrale. Sono 4 i pilastri su cui si reggeranno i punti del Manifesto, pensato come proposta di una visione strategica condivisa che accompagni il settore verso modelli più sostenibili, innovativi e inclusivi. Anzitutto, la necessità di dare alla transizione una declinazione al plurale: essa è economica, energetica, sociale, demografica, sostenibile e molto altro, allo stesso tempo. In secondo luogo, il processo di ammodernamento dell’ambiente costruito non può più essere affidato a generiche parole d’ordine oppure a rinvii a bonus e altri sussidi. Il tema della produttività delle costruzioni va riconsiderato non tanto e non solo per una istanza di crescita economica e di sicuro profitto per le imprese. Terzo pilastro: l’IA. Tema ‘disruptive’ della nostra epoca, l’intelligenza artificiale per molti operatori è fonte di preoccupazione. Ciò che è emerso con forza è il concetto che l’IA potrebbe anzitutto diventare uno strumento eccezionalmente utile e adatto per snellire e velocizzare il quadro burocratico complesso che circonda, ingabbia e rallenta lo sviluppo del settore. Quarto, il tema degli ESG, con particolare riferimento alle modalità di valutazione della dimensione Sociale. Una dimensione su cui non si è lavorato adeguatamente, ma che è sempre più centrale nel dibattito pubblico, tra gli addetti ai lavori e sui tavoli della politica. Così come è stato possibile misurare scarti positivi di valore per quartieri e immobili dotati di superiore efficienza energetica, ora si può e si deve iniziare a pensare che anche quella sociale sia una dimensione generatrice di valore e dunque misurabile e da misurare, con una precisa unità di riferimento per chi deve decidere se e come attivare un investimento, promuovere un progetto o effettuare altre operazioni sul territorio.
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