Sfide e soluzioni innovative circolari nel settore edilizio
Rifiuti da costruzione e demolizione – una tavola rotonda organizzata da Cyrkl, azienda leader nella promozione dell’economia circolare.
Presso l'auditorium del The Social Hub a Bologna, è stata organizzata una tavola rotonda dal nome: “Sfide e soluzioni innovative circolari nel settore edilizio”.
La discussione è stata aperta da Anna Mazzi, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Università degli Studi di Padova, che ha presentato un excursus sull'economia circolare e il Life Cycle Thinking, in relazione al settore dell'edilizia. Ha sottolineato come l'adozione di una valutazione preliminare completa e l'implementazione di sistemi di demolizione selettiva consentano di ottenere importanti vantaggi sia ambientali che economici nel contesto dell'economia circolare.Sul tema della demolizione selettiva, Federica Savini, responsabile del team di consulenza di Cyrkl in Italia, ha illustrato il servizio di audit preventivo offerto dall'azienda, che ha l’obiettivo di trovare soluzioni circolari ai rifiuti che saranno generati in fase di demolizione. L’audit sussiste in una iniziale raccolta dati con relativa mappatura dell'edificio in modo che le risorse contenute nell’edificio possano essere reinserite in circolo prediligendo il riuso e il riciclo
Stefano Ravaioli, direttore di SITEB Strade Italiane e Bitumi, ha approfondito il tema degli inerti utilizzati nei sottofondi stradali sottolineando come sia essenziale massimizzare il recupero dell'asfalto fresato, poiché questo rappresenta un beneficio sia dal punto di vista ambientale che economico. Il recupero dell'asfalto rappresenta un'opportunità per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile del settore poiché non solo è possibile recuperare la componente inerte dall'asfalto usurato (come avviene nel caso del cemento), ma è anche possibile recuperare una buona quantità di bitume e sfruttare la sua capacità legante ancora intatta.
La discussione sulle strade è proseguita con un intervento sul trasporto degli inerti. In particolare Giorgio Ghiringhelli, amministratore unico di ARS Ambiente Srl, ha presentato il Progetto SWITCH, finanziato dal Bando Interreg Italia-Svizzera, che si concentra sul rapporto intermodale degli inerti. Dal 2018, il progetto sta cercando soluzioni alternative per il trasporto di tali materiali tra la Lombardia e il Canton Ticino, al fine di individuare la modalità di trasporto più efficiente: gomma, ferro o una combinazione ibrida.
La discussione si è poi spostata su aziende innovative attualmente in grado di applicare soluzioni di economia circolare nel settore edile.
Davide Delfrate, ricercatore presso il Politecnico di Milano e CEO di Fibereuse Tech, ha presentato alcuni progetti europei incentrati sul riciclo dei materiali compositi, con esempi di applicazioni nel settore delle costruzioni realizzate dall'azienda Rivierasca. In particolare, ha illustrato l'utilizzo di fibra di vetro riciclata, un materiale estremamente complesso da recuperare, per la produzione di prodotti destinati all'edilizia e all'arredamento.
Veronica Angelozzi, rappresentante de La Banca della Calce, ha fornito esempi di utilizzo degli scarti derivanti dalla lavorazione della canapa industriale nel settore delle costruzioni, illustrando come la parte legnosa della canapa, chiamata "canapulo", separata dalla fibra, rappresenti una superficie macroporosa che può essere impiegata per la regolazione termica degli edifici. La divisione Calce Canapa utilizza il canapulo per la produzione di materiali da costruzione completamente riciclabili al termine del ciclo di vita.
Interessante infine l’intervento di Luca Grillini, delegato territoriale di ANPAR (Associazione Nazionale Produttori Aggregati) per la regione Emilia-Romagna, che ha evidenziato come le consultazioni con le imprese del settore abbiano fatto sì che il decreto sull’End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione (DM 152 del 27 settembre 2022) in vigore dal 4 novembre 2022 venisse revisionato dal MASE. Infatti il "Regolamento che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale”, previsto dal PNRR - riforma M2C3 - ed inserito nel cronoprogramma della strategia nazionale di economia circolare, presentava grosse limitazioni che avrebbero messo a repentaglio l’attuale percentuale di materiale inerte recuperato, ovvero il 76% di 70 milioni di t/anno. La bozza di revisione ha accolto le indicazioni degli operatori del settore, scontenti dei parametri (in particolare per cloruri e solfati) troppo restrittivi che avrebbero compromesso le principali operazioni di recupero, incentivando la discarica. Un esempio di come impedimenti normativi possano bloccare l’implementazione dei principi di economia circolare.