Siamo una indoor generation che trascorre il 90 per cento del tempo in spazi chiusi

Un nuovo sondaggio di YouGov mette in luce tutti i rischi. Siamo una generazione indoor, che trascorre il 90 per cento del tempo in spazi chiusi, circa 22 ore al giorno. E lo facciamo in modo inconsapevole, perché la nostra percezione è ben diversa. Eppure, molto spesso, viviamo in ambienti sigillati, illuminati male e poco areati, in altre parole dannosi per la nostra salute.
È il quadro allarmante che emerge da un sondaggio di YouGov, che ha effettuato 16.000 interviste online tra marzo e aprile 2018 in 14 paesi in Europa (tra cui Italia) e Nord America. Questo rapporto, commissionato da VELUX, brand che ambisce da sempre a migliorare le condizioni abitative e lavorative delle persone, mette in luce il fenomeno dell'indoor living ed esamina il divario tra il modo in cui pensiamo di vivere e il modo in cui effettivamente lo facciamo. 
 In primo luogo, crediamo di spendere meno tempo al chiuso rispetto a quanto effettivamente facciamo. 
L'82% delle persone ritiene di vivere indoor meno di 21 ore al giorno, il 62% meno di 18 ore. Il dato reale è che la gente trascorre il 90% del tempo, pari a circa 22 ore del proprio tempo, dentro case, scuole, uffici e ambienti ricreativi. Inoltre, 8 intervistati su 10 non sanno che l'aria interna può essere fino a 5 volte più inquinata di quella esterna, e che proprio le camerette dei bambini rappresentano spesso la stanza più inquinata della casa. Indoor sempre più inquinati. Quali sono le cause. Innanzitutto l'inquinamento esterno, che contamina anche gli interni. A ciò si aggiungono le sostanze tossiche presenti dentro gli appartamenti, che derivano da materiali da costruzione, prodotti per la pulizia, materie plastiche e giocattoli. Anche le attività quotidiane contribuiscono, come cucinare, bruciare candele, asciugare i vestiti in casa. 
Ambienti chiusi e poco illuminati naturalmente possono influire negativamente sul ritmo circadiano e quindi sull'umore, il sonno, le prestazioni e concorrere al Seasonal affective disorder (SAD), o depressione stagionale. Sappiamo istintivamente che passare così tante ore in luoghi soffocanti non ci fa bene. Secondo la ricerca, vivere in case umide e ammuffite aumenta del 40% il rischio di contrarre asma e ci rende vulnerabili a sviluppare altri disturbi. Una scarsa qualità dell'aria può causare sintomi quali irritazione degli occhi, del naso e della gola, mal di testa, vertigini e stanchezza. 
Migliorare la qualità abitativa si può. 
Per illustrare i rischi correlati al vivere in una casa malsana, poco illuminata e areata, VELUX lancia il cortometraggio “Indoor Generation”. Il film, prodotto in collaborazione con l'agenzia creativa & Co, è stato girato in alcune location di Regno Unito e Danimarca ed è stato diretto dal pluripremiato cineasta Martin de Thurah. Voce narrante è quella di una bambina, che ci accompagna in un viaggio alla scoperta di una generazione sempre più lontana dalla natura, che vive in edifici bui e chiusi, caratterizzati spesso da alti livelli di umidità, batteri e agenti inquinanti. Ambienti dove c'è tutto quello che desideriamo, salvo ciò che ci farebbe stare meglio. E quindi, lentamente ma progressivamente, iniziamo a stare male. Ma, come racconta la giovane narratrice, il finale di questa storia deve ancora essere scritto e sta a noi decidere quale sarà. Per maggiori informazioni: www.velux.it/indoorgeneration

 Fonti  
- L'aria interna può essere fino a cinque volte più inquinata dell'aria esterna (EPA, Arhus University, CBST) 
- Le camerette dei bambini possono essere la stanza più inquinata della casa (Istituto danese di ricerca sulle costruzioni/Consiglio ecologico danese/Università di Copenaghen) 

 YouGov 
Questi i Paesi coinvolti: Danimarca, Germania, Gran Bretagna, USA, Canada, Francia, Italia, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Slovacchia, Repubblica Ceca. In Germania, USA, Gran Bretagna il campione intervistato è di 2000 persone. Le interviste sono state condotte nel mese di Marzo, 2018. I dati sono stati ponderati su dimensioni quali genere, età e regione affinché siano rappresentativi della popolazione di riferimento.
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