Delib.G.R. 08/07/2004 n. 741

Indirizzi e prescrizioni per le Amministrazioni Comunali per la redazione del Progetto Colore di cui alla L.R. n. 26/03 "Città a colori".
  • Forma giuridica: Delibera Giunta regionale
  • Nazionale/Regionale: Leggi regionali
  • Regione: Liguria
  • Categorico Leggi: Professione - Strumenti urbanistici
  • Viste:
    - la legge regionale 5 agosto 1987 n. 25 concernente Contributi regionali per il recupero edilizio abitativo ed altri interventi programmati;
    - la legge regionale 15 dicembre 1995 n. 57 avente titolo Modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1987 n. 25, 2 maggio 1990 n. 343 e 3 marzo 1994 n. 10.
    Richiamata la legge regionale 27 ottobre 2003 n. 26 Città a colori. Modifiche alla legge regionale 5 agosto 1987 n. 25 (Contributi regionali per il recupero edilizio abitativo e altri interventi programmati), ed in particolare lart. 18 quinquies, comma 1, che prevede che al fine di disciplinare le modalità degli interventi di recupero dei prospetti, i Comuni possono dotarsi di un Progetto colore, i cui elaborati sono definiti da specifico regolamento attuativo da emanarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge da parte della Giunta regionale;

    Considerato che:
    - la legge regionale 27 ottobre 2003 n. 26 introduce il principio che il decoro degli edifici e degli spazi pubblici sono da considerare un valore fondamentale per la comunità. I proprietari di edifici e di altri manufatti edilizi (ponti, viadotti, muri di sostegno, ecc.) sono quindi obbligati alla corretta e continuativa manutenzione dei loro prospetti, in quanto tutte le parti prospicienti gli spazi pubblici sono da considerare beni di preminente interesse comune;

    - al fine di rendere omogenei sul territorio gli interventi di recupero dei prospetti, come indicato allart. 18 quinquies, comma 1, della legge, la Giunta regionale definisce i contenuti del Progetto colore, di cui le Amministrazioni comunali possono dotarsi per disciplinare gli interventi previsti nel proprio territorio;
    - la legge si propone di salvaguardare non soltanto le facciate storiche e monumentali ma anche la cosiddetta edilizia minore, cioè tutti quegli organismi e manufatti edilizi che compongono il tessuto connettivo della città e che ne determinano limmagine caratteristica;

    - per questo motivo il suo campo dapplicazione risulta esteso, oltre che ai centri storici, anche alle altre zone delle città, incluse quelle periferiche nelle quali spesso il degrado ambientale ed edilizio contribuiscono ad aggravare quello sociale;
    - la Regione Liguria intende agevolare, mediante la concessione di contributi pubblici, sia gli interventi di recupero edilizio e architettonico che la formazione dei Progetti colore da parte delle Amministrazioni comunali;

    - il provvedimento che deve essere approvato dalla Giunta regionale ha carattere e natura di atto di indirizzo per i Comuni, in quanto fornisce alle Amministrazioni comunali interessate le indicazioni necessarie alla redazione del Progetto colore;
    Ritenuto che:
    - il documento allegato al presente provvedimento denominato Prescrizioni per la redazione da parte dei Comuni del Progetto colore di cui alla l.r. n. 26 in data 27 ottobre 2003 corrisponde agli obiettivi di cui alle premesse del presente atto e sia, pertanto, da approvare;

    - la definizione del Progetto colore da parte delle Amministrazioni comunali e le relative disposizioni normative prevarranno, qualora in contrasto, su quelle contenute nei Regolamenti edilizi comunali.
    Su proposta dellAssessore Luigi Morgillo incaricato del Servizio Edilizia


    DELIBERA

    - di approvare il documento allegato al presente provvedimento quale sua parte integrante e sostanziale denominato Prescrizioni per la redazione da parte dei Comuni del Progetto colore di cui alla l.r. n. 26 in data 27 ottobre 2003;
    - di dare atto che la definizione del Progetto colore da parte delle Amministrazioni comunali e le relative disposizioni normative prevarranno, qualora in contrasto, su quelle contenute nei Regolamenti edilizi comunali.

    PRESCRIZIONI PER LA REDAZIONE DA PARTE DEI COMUNI DEL PROGETTO COLORE DI CUI ALLA L.R. 27 OTTOBRE 2003 N. 26 CITTA A COLORI. MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 5 AGOSTO 1987 N. 25 (CONTRIBUTI REGIONALI PER IL RECUPERO EDILIZIO ABITATIVO E ALTRI INTERVENTI PROGRAMMATI)

    Capitolo 1 - Progetti colore

    La legge regionale 27 ottobre 2003 n. 26 introduce il principio che il decoro degli edifici e degli spazi pubblici sono da considerare un valore fondamentale per la comunità. I proprietari di edifici e di altri manufatti edilizi (ponti, viadotti, muri di sostegno, ecc.) sono quindi obbligati alla corretta e continuativa manutenzione dei loro prospetti, in quanto tutte le parti prospicienti gli spazi pubblici sono da considerare beni di preminente interesse comune.
    Parallelamente, la norma regionale prevede che, al fine di disciplinare le modalità degli interventi di recupero dei prospetti, i Comuni possano dotarsi di un Progetto colore i cui elaborati sono definiti dalla Giunta regionale.

    Ai sensi dellart. 18 sexies della l.r. n. 25/1987 i Comuni, inoltre, possono disciplinare, allinterno dei progetti colore la possibilità di ingiunzioni ai proprietari degli immobili per la realizzazione di interventi di rifacimento dei prospetti laddove ne venga dichiarata la pubblica utilità in relazione a situazioni di degrado.
    Per acquisire lefficacia di cui alla citata norma i progetti colore di cui le Amministrazioni comunali possono dotarsi per disciplinare gli interventi previsti nel proprio territorio devono avere i contenuti di cui alle presenti prescrizioni.

    I Comuni, nella redazione dei progetti colore, dovranno in primo luogo perimetrare lambito territoriale di applicazione delle norme contenute nel progetto stesso.
    Poiché, ai sensi dellart. 18 quinquies, della l.r. n. 25/1987 tali progetti possono costituire parte integrante della disciplina paesistica di livello puntuale in sede di formazione del Piano urbanistico Comunale (P.U.C.), ovvero costituire elemento progettuale di uno strumento Urbanistico Attuativo (S.U.A.), Progetto Urbanistico Operativo (P.U.O.) o progetto di recupero ad essi assimilabili, ovvero essere approvato dal Comune con apposita deliberazione, risulta evidente che i Comuni possono definire contestualmente o anche con separati provvedimenti uno o più ambiti allinterno del proprio territorio.

    La definizione del Progetto colore da parte delle Amministrazioni comunali e le relative disposizioni normative prevarranno, qualora in contrasto, su quelle contenute nei Regolamenti edilizi comunali.

    Capitolo 2 - Ambiti di applicazione

    La legge si propone di salvaguardare non soltanto le facciate storiche e monumentali ma anche la cosiddetta edilizia minore, cioè tutti quegli organismi e manufatti edilizi che compongono il tessuto connettivo della città e che ne determinano limmagine caratteristica.
    Per questo motivo il suo campo dapplicazione risulta esteso, oltre che ai centri storici, anche alle altre zone delle città, incluse quelle periferiche nelle quali spesso il degrado ambientale ed edilizio contribuiscono ad aggravare quello sociale.

    Lambito può essere altresì individuato, oltre che dalle condizioni di omogeneità edilizia e ambientale descritte in precedenza, anche in quelle zone caratterizzate dalla presenza diffusa di edifici appartenenti a determinati stili architettonici, quali ad esempio larchitettura liberty e quella razionalista degli anni 20-30.
    È opportuno specificare che, come indicato in precedenza, gli edifici e gli altri manufatti edilizi oggetto di interventi di manutenzione ai prospetti devono essere prospicienti gli spazi pubblici e, in quanto tali, costituirne i confini fisici oppure risultare visibili totalmente o in parte significativa dagli stessi.

    Non possono, quindi, far parte dellambito quegli edifici che, se pur visibili dagli spazi pubblici, sono posizionati ad una rilevante distanza dagli stessi, tale da renderli estranei allambito per mancanza di rapporti di omogeneità e organicità con gli altri edifici.

    Capitolo 3 - Definizione del Progetto Colore

    I rapporti tra i colori delledificato, lambiente urbano e la qualità della vita al suo interno sono oggetto di numerosi ed approfonditi studi specialistici: il colore che riveste le facciate degli edifici, dalle sue espressioni essenziali a quelle pittoricamente più elaborate, contribuisce infatti a formare limmagine paesistica dei luoghi, divenendo nei fatti uno degli elementi di forte caratterizzazione dei centri abitati, assieme allandamento orografico del terreno, alla posizione geografica, alla forma e dimensione degli edifici, ecc..

    Allo stesso tempo i fenomeni di degrado del patrimonio edilizio, dovuti allazione del tempo e allincuria dei proprietari, e la carenza di coordinamento degli interventi di manutenzione sulle facciate influiscono in modo negativo sulla qualità della vita urbana, tali da generare fenomeni di degrado sociale e, nei casi estremi, di progressivo abbandono dei centri abitati.
    Il Progetto Colore non può quindi limitarsi, come a volte è accaduto con i vecchi Piani del Colore dei centri storici, alla definizione della cartella dei colori da utilizzare per gli interventi sulle facciate degli edifici; deve invece avere carattere di strumento operativo da utilizzare ai fini della riqualificazione urbana da ottenere mediante azioni finalizzate sia alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico esistente nei centri storici, che alla tutela delledilizia definita comune o minore presente in vaste aree del territorio comunale, soprattutto delle grandi città.

    Per garantire lefficacia di tali azioni dovrebbero essere previste apposite norme che regolino la gestione degli interventi, coordinate con quelle urbanistiche ed edilizie esistenti, e che individuino le competenze (personale e/o struttura dellAmministrazione comunale) a cui spetta il compito di coordinare gli interventi e di garantirne la conformità al Progetto.
    Inoltre il Progetto Colore deve necessariamente trovare fondamento nella storia urbanistica, architettonica ed edilizia dellarea individuata per gli interventi di riqualificazione. Soltanto una approfondita analisi storica del sito, delle situazioni di degrado esistenti, delle tecniche costruttive e dei materiali utilizzati nel corso degli anni possono consentire al progettista di avere un quadro organico della situazione e quindi di definire le soluzioni progettuali più adeguate al contesto.

    A questo proposito risulta opportuna la compilazione di un abaco degli elementi costruttivi esistenti nellambito, classificati per tipologia e percentuale di presenza, e di un manuale descrittivo dei materiali e delle tecniche costruttive utilizzate, dellanalisi delle possibili cause di degrado e delle relative indicazioni per gli interventi di recupero. Particolare attenzione andrà rivolta alla descrizione delle tecniche costruttive proprie della tradizione locale, oltre che a quelle, di nuova generazione, basate sullutilizzo di materiali naturali e di tecnologia a basso impatto ambientale.

    In merito alla scelta dei colori e degli abbinamenti cromatici vanno inoltre tenute in considerazione sia le problematiche relative ai singoli edifici sia, soprattutto, gli aspetti relativi alla percezione visiva del contesto nel suo insieme, avendo cura di mantenere un giusto equilibrio tra tinte calde e tinte fredde, tra tonalità scure e tonalità chiare, tra il colore scelto e la quantità di luce che riceve la facciata, tra le dimensioni della facciata e la sede viaria su cui affaccia, ecc.

    Nellottica della riqualificazione urbana, infine, una sezione del Progetto dovrebbe essere dedicata alla manutenzione delle facciate oggetto di recupero, prevedendo per queste un programma cronologico degli interventi con le opportune indicazioni sulle metodologie da utilizzare.

    Capitolo 4 - Opere edilizie oggetto di interventi

    Le facciate degli edifici

    Le facciate degli edifici, siano esse monumentali, dipinte, decorate o appartenenti ai fabbricati di edilizia comune, costituiscono un sistema complesso caratterizzato dalla presenza di diversi materiali, che possono assolvere sia a funzioni prettamente decorative che di protezione delledificio. Tali funzioni sono sempre strettamente correlate e si influenzano vicendevolmente, a volte in modo anche assai complesso.
    Ad esempio lo strato di finitura della facciata (pittura, decorazione) è applicato sullintonaco, che a sua volta rappresenta l'elemento di finitura della muratura sottostante. Vi sono poi degli elementi tecnologici di fondamentale importanza per la protezione della facciata, il cui degrado può essere indotto dal loro cattivo funzionamento.

    Risulta, infatti, molto importante la presenza dei sistemi di allontanamento e di raccolta delle acque piovane attraverso pluviali, gocciolatoi, canali di gronda, ecc., così come non va trascurata la funzione esercitata dallo zoccolo o basamento in pietra, che serve a proteggere la base della facciata da schizzi dacqua, urti e abrasioni dovute al transito veicolare e pedonale.
    Deve essere contemplato, inoltre, con particolare attenzione lo studio degli elementi di chiusura (infissi, persiane, scuri, portoni, mostre di vetrine), sia da un punto di vista dei materiali impiegati, sia da un punto di vista cromatico, per evitare quellalterazione delle forme che sovente fa seguito agli interventi di parziale rifacimento.

    In questa sede si vuole dare una definizione operativa della facciata finalizzata alla identificazione degli elementi basilari che la compongono, nell'ottica di un programma di interventi per la tutela e la valorizzazione degli spazi pubblici.

    Elementi che compongono una facciata

    Per rendere possibile una descrizione semplice e oggettiva, necessaria per una loro sistematica analisi, sono individuati ed elencati i seguenti elementi che compongono il sistema facciata, utilizzando le definizioni architettoniche di uso comune e dividendoli in:
    materiali che vengono utilizzati per realizzare una facciata;
    elementi decorativi che compongono visivamente la facciata;
    elementi tecnologici che determinano la funzionalità della facciata e dell'edificio.

    Materiali

    Tra i numerosi materiali che possono costituire il supporto e la finitura di una facciata, si riportano di seguito quelli di utilizzo più frequente:
    - gli intonaci, realizzati con malte a base di calce, di cemento o bastarde, servono a proteggere le murature dagli agenti atmosferici ed a costituire un fondo regolare per il successivo strato di finitura. Negli edifici antichi erano eseguiti con più strati di malta a base di calce idraulica, lultimo dei quali poteva essere colorato in pasta con pigmenti naturali;

    - le finiture con pitture colorate hanno il compito di abbellire ledificio e di rendere impermeabile lintonaco sottostante. Possono essere di vario tipo, in quanto il loro utilizzo è in genere legato al periodo di costruzione delledificio: esistono infatti pitture di tipo antico (a base di grassello di calce e pigmenti naturali), di tipo moderno (prodotti cementizi, acrilici, siliconici, vinilici) e di ultima generazione (ai silicati, ai silossani);
    - i rivestimenti in pietra, in mattoni a faccia-vista, o in pannelli prefabbricati rappresentano una tipologia di finitura di facciata di maggior pregio rispetto alle pitture, utilizzata sia negli edifici antichi che in quelli moderni.

    Come già accennato in precedenza, per il funzionamento ottimale del sistema facciata è opportuno che ci sia compatibilità tra il tipo di intonaco, (esistente, da ripristinare parzialmente o da rifare totalmente) e la finitura prescelta.
    Soprattutto nei casi di interventi di ripristino parziale degli intonaci, vanno utilizzate malte e prodotti di finitura dello stesso tipo di quelle esistenti (es. intonaco a calce e tinte a calce). Tale operazione consente ai materiali di legare chimicamente fra loro e, di conseguenza, di assicurare alla facciata una maggiore resistenza agli agenti atmosferici.

    Elementi decorativi

    Gli elementi decorativi di cui si compone una facciata si dividono in:
    - il fondo che si presenta normalmente liscio e monocromo, specialmente nei modelli meno elaborati;
    - i rilievi, cioè tutti gli elementi decorativi che emergono dal fondo della facciata;
    - il basamento che è la parte inferiore della facciata che corrisponde generalmente al piano terreno. Nelle facciate antiche, per dare un senso di maggiore solidità all'edificio, il basamento veniva realizzato con il bugnato in pietra, effetto che, in quelle dipinte, veniva simulato con lutilizzo del disegno colorato;

    - le fasce orizzontali (marcapiano, marcadavanzale, sottofinestra, sottocornicione) sono elementi orizzontali utilizzati per dare una partitura alla facciata e possono avere sia una funzione pratica che decorativa. Lo studio di tali elementi non deve prescindere dallanalisi di una corretta composizione degli stessi, in base allo stile del progetto originale della facciata. Per esempio, in epoca liberty le fasce avevano spesso un altezza pari all'intero ultimo piano ed erano il luogo privilegiato delle decorazioni pittoriche più impegnative;

    - il cornicione è l'elemento che corona superiormente la facciata assolvendo, quando in aggetto, anche una funzione di protezione delle superfici dipinte;
    - le fasce verticali (anteridi, lesene, paraste e colonne), presenti generalmente nelle facciate antiche, sono gli elementi verticali bugnati posti agli angoli degli edifici che, soprattutto nel caso di edifici contigui, delimitano lateralmente le facciate;
    i pannelli di facciata occupano gli spazi compresi fra le divisioni orizzontali e quelle verticali della facciata e possono essere in rilievo, lisci, a finto incasso, arricchiti con decorazioni architettoniche o pittoriche;

    - le decorazioni architettoniche (portali, cornici, timpani, nicchie, stemmi, meridiane, lesene, colonne, capitelli, rosoni, targhe, ecc.), quelle scultoree (busti, festoni), quelle pittoriche (liberty) e i dipinti figurativi (piccoli animali o figure umane affacciate alle finte finestre) e quelli di paesaggio sono in genere presenti nelle facciate dipinte o in quelle di edifici di rilevanza storico-architettonica.

    Elementi tecnologici

    Gli elementi tecnologici di cui si compone la facciata sono:
    - lo zoccolo è la parte inferiore della facciata che si trova a diretto contatto con il suolo. Tale elemento ha una funzione di protezione della facciata, e viene generalmente realizzato con materiale lapideo a vista;
    - i portoni, le finestre e le persiane rappresentano i vuoti murari delle facciate che, a seconda della forma, della dimensione, e del materiale utilizzato, contribuiscono a caratterizzarne laspetto estetico;

    - il davanzale della finestra è un elemento sempre presente nelle facciate ed è generalmente realizzato in ardesia o in altre pietre locali, sagomato con gli adeguati gocciolatoi;
    - la grondaia è il canale di raccolta delle acque pluviali provenienti dalle falde del tetto; può essere realizzato in rame oppure in muratura inglobato nel cornicione. A volte presenta elementi decorativi angolari;
    - il muretto dattico è quell'elemento murario che viene realizzato tra la falda del tetto ed il cornicione, in prolungamento delle murature d'ambito; una serie di piccole aperture alla base del muretto assicura il passaggio delle acque meteoriche dalla falda alla grondaia;

    - le ringhiere dei balconi, le inferriate delle finestre e i fermi delle persiane sono realizzate in ferro e sono spesso elementi caratteristici delle facciate, come ad esempio quelle di epoca liberty;
    - il manto di copertura del tetto, generalmente in abbadini di ardesia, tegole e coppi, va considerato come parte integrante della facciata solo nel caso in cui la falda di copertura è del tipo inclinata;
    - le nicchie dove sono alloggiati gli allacci alle reti (gas, acqua, elettricità, telefonia ecc.) che dovrebbero tuttavia essere preferite agli ancoraggi a vista dei cavi di alimentazione, e i lampioni per lilluminazione pubblica o privata sono elementi generalmente ritenuti secondari e che invece, se progettati con scarsa attenzione, possono rovinare laspetto estetico della facciata.

    Le facciate degli altri manufatti edilizi

    Le facciate degli altri manufatti edilizi quali ponti stradali, ferroviari, pedonali e muri di sostegno e di contenimenti dei terrapieni, se prospicienti gli spazi pubblici, danno un sostanziale contributo al decoro della città. Per questo motivo è necessario che il progetto colore disciplini anche la loro manutenzione.
    Per tali manufatti, se pur in modo meno complesso rispetto ai fabbricati, valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza per le facciate degli edifici in quanto sono anchessi costituiti da una struttura rivestita da materiali di supporto e di finitura, oltre che da elementi decorativi e tecnologici.

    Capitolo 5 - Elaborati del Progetto colore

    Al fine di rappresentare in modo attendibile le condizioni edilizie ed ambientali dellambito prescelto, e di definire una norma che uniformi le operazioni di conservazione, ripristino e manutenzione delle facciate, sia a scala architettonica che a scala urbana, il Progetto dovrà essere articolato in due fasi strettamente correlate fra loro.
    La prima è quella delle indagini sul contesto, che comporta un censimento del fenomeno a scala urbana (schede di settore urbano) e a scala architettonica (schede dei singoli edifici), a sua volta divisa in rilievo e analisi delle tipologie decorative presenti, diagnosi e elaborazione dei dati ottenuti mediante la realizzazione di apposite carte tematiche che visualizzino il fenomeno alle diverse scale.

    La seconda fase è finalizzata al progetto operativo degli interventi.
    Entrambe devono essere costituite almeno dagli elaborati descritti di seguito, in scala adeguata alle dimensioni e alla complessità degli interventi.

    PRIMA FASE: LE INDAGINI SUL CONTESTO Rilevamento architettonico e del colore.

    Lapproccio a questa fase non può che essere interdisciplinare, in quanto investe diverse tematiche specialistiche, tutte indispensabili per conseguire gli obiettivi di qualità che il Progetto si prefigge di ottenere.
    Ad una prima fase preliminare dedicata ai sopralluoghi, allindividuazione dellambito di interesse, allo studio delle tipologie delle facciate presenti e alla messa a punto del sistema di schedatura delle stesse, fa seguito quella definita delle indagini indirette, finalizzata al reperimento dei dati storici (immagini di repertorio, documenti di archivi pubblici e privati) del comparto urbano e dei singoli edifici, per i quali sarebbe opportuno il reperimento di una documentazione specifica quale disegni, bozzetti e cartoni di cantiere.

    Una fase a parte deve necessariamente riguardare lanalisi dei materiali, delle tecniche costruttive e delle caratteristiche tecnologiche dei manufatti edilizi presenti nellambito.
    Si procede quindi alla effettuazione delle cosiddette analisi dirette, quelle di rilievo e diagnosi, che rappresentano una fase fondamentale per il Progetto colore, in quanto consentono sia di valutare e individuare la tipologia delle analisi occorrenti, sia di acquisire una conoscenza, puntuale e complessiva, della storia, della tipologia, delle partiture decorative, delle forme, delle dimensioni, delle strutture del singolo edificio e del contesto in cui esso risulta inserito.

    È opportuno, infatti, che le operazioni di rilievo siano condotte anche in relazione allambiente urbano in cui è inserito ledificio, sia esso strada, piazza, slargo, area omogenea o altro, così da poterne individuare le caratteristiche di omogeneità -o di discontinuità- del trattamento, del colore, dello stile e del materiale di finitura.
    Le operazioni di rilievo e diagnosi si dividono in:
    rilievo architettonico, da effettuarsi in modo diretto, strumentale, topografico, fotogrammetrico e fotografico, a sua volta composto da:

    - rilievo metrico-geometrico, per lindispensabile conoscenza formale delledificio;
    - rilievo dei caratteri costruttivi delledificio, per lindividuazione dei rapporti esistenti tra ledificio (struttura portante, intonaco) e il suo rivestimento esterno;
    - rilievo dellapparato decorativo della facciata, per lindividuazione dei rapporti stilistici con le altre facciate dellambito;
    - rilievo impiantistico, per la valutazione delle eventuali cause di degrado del supporto e del rivestimento.

    Il rilievo cromatico decorativo, da effettuarsi con modalità analoghe al precedente, è relativo alle componenti architettoniche e decorative delledificio e riguarda quindi sia la sua struttura prospettica complessiva che i singoli dettagli, quali fasce, modanature, elementi ornamentali semplici e complessi. In considerazione del deperimento del colore originario dovuto allazione degli agenti atmosferici, allinquinamento e al naturale processo di sbiadimento, è opportuno che la sua lettura venga effettuata nelle zone dove lo stato di conservazione risulti nelle migliori condizioni possibili.

    La rilevazione cromatica va effettuata secondo le metodologie e le classificazioni previste dai più diffusi standards internazionali (Munsell, ACC, CIE, ecc.) e deve riguardare:
    - il rilievo dei valori cromatici di tutti gli stati di finitura esistenti in facciata, anche se poco leggibili, utile per la costruzione di una banca dati delle trasformazioni avvenute nel tempo;
    - il rilievo dei valori cromatici di tutti gli elementi sovrapposti alla facciata, sia funzionali che accessori, realizzati in legno (portoni, serramenti, persiane), in ferro (ringhiere, grate, tettoie, insegne, chiavi, ecc.), in materiale lapideo (lapidi, sculture, bassorilievi), o facenti parte di impianti tecnologici di utilizzo privato (gronde, pluviali, adduzione/scarico acque, elettricità, gas, Tv) e pubblico (lampioni, insegne pubblicitarie, mostre di vetrine, segnaletica stradale, ecc.).

    Il rilievo tematico costituisce un approfondimento dei precedenti: la sua finalità è, infatti, quella di analizzare in dettaglio gli strati di finitura dei materiali che costituiscono la facciata delledificio, il loro stato di conservazione e gli eventuali fenomeni di degrado, se presenti. Tali indagini vanno condotte sia con metodi tradizionali (rilievo diretto, fotografico, fotogrammetrico, ecc.) che con operazioni di tipo distruttivo (martello, scalpello, carotatrice) necessarie a prelevare gli strati di finitura con il relativo supporto (intonaco) da analizzare successivamente in laboratorio.

    In dettaglio si procederà ad effettuare:
    - lanalisi stratigrafica serve a individuare, attraverso le caratteristiche cromatico-decorative e tipologiche dei vari strati di finitura sovrapposti, le trasformazioni che la facciata delledificio ha subito nel tempo. Tale operazione può consentire sia una corretta ricostruzione filologica, sia la verifica delle sequenze cromatiche avvenute negli anni con la storia delledificio;
    - il rilevo dello stato di conservazione delle superfici e dei materiali di facciata, con il quale vengono messi in evidenza problematiche degenerative quali crepe, fessurazioni, distacchi, rigonfiamenti, fenomeni dei erosione e di scolorimento;

    - il rilievo del degrado delle superfici e dei materiali di facciata, finalizzato alla ricerca delle eventuali cause di ammaloramento della muratura e dello strato di supporto, in alcuni casi provocate dal cattivo funzionamento degli impianti tecnici delledificio;
    - leventuale prelievo dei campioni degli strati di colore e di intonaco da sottoporre sia allanalisi stratigrafica, sia ad indagini di laboratorio di tipo fisico-chimiche, mineralogiche, morfologiche, di resistenza meccanica, di porosità, ecc., volte alla identificazione delle caratteristiche dei materiali utilizzati per gli strati di supporto e di finitura e alla ricostruzione della tipologia decorativa originale.

    Risulta evidente che, sia lanalisi dei fenomeni di degrado della facciata che le analisi condotte in laboratorio sui campioni prelevati in loco, forniscono elementi indispensabili per la definizione delle modalità di intervento previste dal Progetto.
    Occorre, infine, procedere alla schedatura delle fronti urbane prospicienti gli spazi pubblici (strade, piazze, slarghi), a quella dei singoli edifici, classificati in base ai loro valori storici, urbanistici, architettonici, alla tipologia delledificato, ai valori cromatici di contesto, alla morfologia delle facciate.

    Elaborazione dei dati e restituzione grafica del rilievo.

    Questa fase è la naturale prosecuzione di quella precedente, in quanto vengono compiute le necessarie operazioni di elaborazione e di sintesi dei dati finora raccolti.
    Tali attività si concretizzano nella produzione di elaborati grafici (planimetrie, prospetti, sezioni, mappe) redatti alle varie scale di rappresentazione (a seconda della semplicità o complessità delloggetto) in bianco e nero e/o a colori, di tabelle numeriche, di tavole sinottiche e di grafici di sintesi.

    In dettaglio si possono distinguere:
    i grafici di restituzione dei rilievi architettonici e cromatici delle facciate, riguardanti le analisi:
    al livello urbano e del settore edilizio:
    - planimetrie con lindividuazione dellambito di progetto (scala 1:2000 - 1:500);
    - piante, prospetti e sezioni delle strutture edilizie come insieme (scala 1:200);
    - piante delle coperture e delle pavimentazioni stradali (scala 1:100);
    - prospetti dei fronti stradali con lindicazione dellapparato decorativo e degli elementi accessori (scala 1:100);

    - prospetti dei fronti stradali recanti lindividuazione del colore dei fondi, dei basamenti, dei risalti e degli altri elementi principali di facciata (serramenti, elementi in legno, ferro, ecc.), e la comparazione con la mazzetta-colore codificata (scala 1:100);
    al livello del singolo edificio e di dettaglio:
    - piante, prospetti e sezioni delledificio (scala 1:50);
    - piante, prospetti e sezioni delledificio con lindicazione dei materiali utilizzati per strutture murarie, intonaci, tinteggiature e degli impianti tecnologici (scala 1:50);

    - prospetti dellapparato decorativo delle facciate allo stato attuale, comprese le eventuali presenze di tracce di precedenti decorazioni, elementi architettonici e decorativi (scala 1:50 - 1:25);
    - prospetti recanti lindividuazione dei valori cromatici rilevati nei punti meglio conservati dei fondi, dei basamenti, dei risalti e degli altri elementi principali di facciata (serramenti, elementi in legno, ferro, ecc.), e la comparazione con la mazzetta-colore codificata (scala 1:50 - 1:25);

    - prospetti recanti la ricostruzione del colore della facciata allo stato attuale e degli eventuali elementi decorativi presenti (scala 1:50 - 1:10);
    - le cartografie tematiche, consistenti in planimetrie con lindividuazione delletà degli edifici, tipologie costruttive, tipologie decorative, stato di conservazione e stato di degrado (scala 1:500 - 1:200);
    le mappe cromatiche, finalizzate alla ricostruzione della storia cromatica dellintero ambito preso in esame e del singolo edificio, oltre che alla realizzazione della relativa cartella colori, consentono la conoscenza di tutte le componenti cromatiche visibili e di quelle che si sono succedute nel tempo e, conseguentemente, di potere definire gli interventi anche in base ad analisi di tipo percettivo quali la presenza di tonalità più scure o più chiare, di percentuale colori caldi e freddi, di brusche variazioni cromatiche, ecc. A tal fine le mappe maggiormente significative risultano essere:

    - la mappa cromatica dello stato attuale degli zoccoli, dei fondi, dei basamenti, dei risalti e dei serramenti, con lindicazione dei rispettivi codici colore (scala 1:200);
    - la mappa cromatica dei soli colori storici ancora conservati degli zoccoli, dei fondi, dei basamenti, dei risalti e dei serramenti, con lindicazione dei rispettivi codici colore (scala 1:200);
    - la mappa delle stratificazioni cromatiche con la sequenza dei colori degli zoccoli, dei fondi, dei basamenti, dei risalti e dei serramenti con lindicazione dei rispettivi codici colore (scala 1:200);

    la tabelle dei colori, desunti dai rilievi e dai campioni prelevati, servono a leggere gli accostamenti e gli abbinamenti dei colori esistenti in facciata, opportunamente divisi per gli elementi principali che la costituiscono (zoccoli, fondi, basamenti, risalti, serramenti). Anche questi elaborati sono differenziati per livello di analisi (settore edilizio e singolo edificio) e consistono in:
    - tabella di tutti i
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