Complesso industriale

Trave dopo trave, shed dopo shed. Bonificati dall'amianto dopo un articolato e complesso intervento di impermeabilizzazione. Realizzato da professionisti del settore, utilizzando prodotti di grande qualità e affidabilità
Fino a qualche mese fa sui tetti italiani c'erano ancora oltre 30 milioni di tonnellate di amianto per circa 2 miliardi di metri quadrati. Ora ce ne sono 20 mila metri quadrati in meno. E' la superficie di copertura di un grande complesso industriale piemontese appena bonificato grazie a un intervento complesso e articolato che presentiamo in queste pagine. La copertura del fabbricato industriale si presenta come una distesa di shed che si susseguono uno dopo l'altro, interrotti da travi perimetrali che delimitano e frazionano in settori l'intera superficie. Ogni shed in calcestruzzo è protetto su un lato e sulla parte superiore da lastre in cemento amianto, mentre sull'altro lato si aprono serramenti con ampie vetrature. Il degrado e l'invecchiamento delle lastre avevano richiesto negli ultimi anni diversi interventi di recupero per fermare le infiltrazioni di acqua attraverso il manto, attuati con parziali sostituzioni degli elementi più deteriorati. Ma lo stato di degrado avanzato e generalizzato del cemento amianto e le continue perdite hanno suggerito alla proprietà un intervento radicale esteso a tutta la superficie.
Nella scelta della soluzione da adottare per recuperare la copertura, è prevalso il criterio di liberarsi dal cemento amianto e realizzare una nuova impermeabilizzazione sia sulle superfici degli shed sia nella parte piana delle travi precompresse. Naturalmente l'intervento di risanamento oltre a ripristinare la perfetta tenuta all'acqua della copertura, ha offerto anche l'occasione di ridurre i consumi energetici per riscaldamento e aumentare il comfort interno attraverso l'inserimento nel pacchetto di un materiale isolante. I lavori, data l'ampiezza della superficie e l'impossibilità di fermare l'attività di produzione nelle aree sottostanti, sono stati realizzati in lotti successivi. Trattandosi di un lavoro di bonifica del cemento amianto, ogni lotto di intervento è stato opportunamente delimitato e su tutto il perimetro della copertura sono state realizzate opere di protezione attraverso la posa di parapetti di sicurezza. L'accesso alla copertura è stato garantito da idonee torrette di salita, mentre l'approvvigionamento del materiale sulle aree di lavoro è stato assicurato dall'installazione di due gru, una da 40 e l'altra da 50 metri.
Prima di procedere alla rimozione delle lastre in cemento amianto si è provveduto a inertizzare la superficie con un primer fissativo pellicolante e colorante organico a base di un copolimero in dispersione acquosa, per limitare l'eventuale dispersione di fibre libere dalle lastre durante lo smontaggio. Le lastre sono state quindi rimosse dagli shed, accatastate su bancali e impachettate prima di essere trasportate in discarica. La superficie in calcestruzzo sottostante alle lastre, presentandosi in buono stato di conservazione, è stata solo ripulita da polvere e piccoli detriti senza richiedere interventi di risanamento. Dovendo inserire nella stratigrafia un pannello isolante, si è quindi provveduto alla posa di una barriera al vapore. Per questo strato è stato scelto il Prominent/V della Index, una membrana studiata e messa a punto per risolvere i problemi dell'impermeabilizzatore che deve incollare i pannelli isolanti senza usare bitume ossidato fuso, adesivo a freddo o fissaggio meccanico.
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