Ospedale "M.O. Locatelli" - Piario (Bergamo)

I sistemi Triflex BFS e Triflex ProDetail sono stati selezionati dall’impresa esecutrice e dalla Direzione Tecnica dell’ospedale grazie alla loro garanzia di migliori prestazioni e durata.
La storia dell’Ospedale di Piario
La storia dell’Ospedale di Piario inizia con lo sfruttamento dell’antica fonte detta “ol funtanì di malacc” nel 1891 da parte del medico di Villa d’Ogna che acquista la fonte e il terreno circostante. Nell’agosto del 1917 il comune di Bergamo acquista le strutture e, d’accordo con la Provincia e le Opere Antitubercolari Bergamasche, nonostante l’opposizione dei comuni circostanti, apre nel 1918 un sanatorio. Nel 1925 si progetta un nuovo Sanatorio, inaugurato nel marzo del 1929 come “Nuovo Sanatorio” con 186 posti letto e due reparti. Nel novembre del 1936 il Sanatorio viene dedicato alla medaglia d’oro Antonio Locatelli caduto nella guerra d’Etiopia nello stesso anno. Il totale dei posti letto è portato a 266. Nel 1963 i posti letto sono 450. Intorno un grande parco di 390.000 metri quadri. Dopo gli anni 60 con la riduzione dei malati di tbc si pone il problema della funzione dell’Ospedale Locatelli. Nel 1974 viene fuso con il S. Biagio di Clusone ed amministrato dall’U.S.S.L. 25 dal 1981. Da ospedale sanatoriale assume un indirizzo riabilitativo. Nel 1995 con l’U.S.S.L. 10 e poi con le Aziende sanitarie locali e quelle ospedaliere, vengono smantellati i servizi dell’Ospedale di Piario e si decide il trasferimento, nel padiglione centrale, dell’Ospedale di Clusone. Le divisioni di riabilitazione vengono trasferite altrove e viene approvato il progetto di ristrutturazione. Il nuovo ospedale di Piario è stato inaugurato il 29 novembre 2008.

L'intervento di Triflex
Nonostante una ristrutturazione complessiva piuttosto recente, completata nel 2008, i balconi dell’ospedale Locatelli di Piario (BG) presentavano dei problemi di infiltrazioni di acqua nei balconi, realizzati con finitura a piastrelle. Problematica, questa, all’origine di numerosissime controversie in edilizia e di danni anche molto onerosi agli immobili e spesso causata dall’impiego di materiali non idonei o dalla loro scorretta posa in opera. Nel computo metrico estimativo per il rifacimento dell’impermeabilizzazione dei balconi dell’ospedale di Piario, si era previsto di intervenire andando a ricoprire le piastrelle esistenti, senza smantellarle, con materiali impermeabilizzanti liquidi in grado di risolvere il problema delle infiltrazioni. Il capitolato prevedeva però un intervento con materiali compositi, con l’applicazione di un primer epossidico ed un sistema a base di poliuretano. L’impresa esecutrice Nuova Isoltecna, valutando il capitolato e sulla base della propria esperienza, si è resa conto subito che l’impiego di materiali diversi avrebbe affidato la risoluzione dei problemi di infiltrazione ad una adesione solo fisica del sistema poliuretanico con quello epossidico, con seri dubbi relativi alla durata della soluzione. Ha così deciso di avvalersi dei consulenti tecnici Triflex per proporre un sistema impermeabilizzante che potesse dare all’impresa stessa e ai committenti maggiori garanzie di durata.

Prodotti utilizzati
I sistemi Triflex, grazie alle loro caratteristiche, si sono rivelati ideali per l’applicazione in questo intervento di riqualificazione di edilizia sanitaria, per un immobile sito in zona soggetta a importanti sbalzi termici e precipitazioni. Il sistema BFS di Triflex impiegato a Piario ha una classe di resistenza al fuoco certificata in classe Ee un livello di vita utile in classe W3, vale a dire 25 anni contro la categoria W2, pari a 10 anni di vita utile, che normalmente contraddistingue i sistemi in poliuretano. Il sistema Triflex, inoltre, è adatto a zona climatica sia M che S, ossia sia ad un clima mite che ad un clima estremo. BFS di Triflex rientra nelle categorie di carichi utili da P1 a P4, rispettando così la richiesta di utilizzare esclusivamente soluzioni in P4 per tutte le strutture pubbliche. Il sistema Triflex BFS, inoltre, è certificato per applicazione anche in caso di pendenza dallo 0% al 5%, in classe S1. Per contro, i sistemi epossidici non sono resistenti alle acque stagnanti e all’idrolisi e non potevano essere impiegati per l’ospedale di Piario, dove la pendenza presente era del solo 2%. Un sistema in PMMA consente un’esecuzione dell’opera in minor tempo, non avendo tempi di asciugatura prolungati come gli epossidici o i poliuretanici. Per contro, i materiali ad asciugatura fisica come gli epossidici o i sistemi in poliuretano, avendo una fase di asciugatura di 24/48 ore, sono sottoposti agli sbalzi termici notturni durante la fase di curing. Ciò significa che i valori indicati in scheda tecnica non sono uguali a quelli reali perché inficiati dalle basse temperature notturne. Infine, il limite di utilizzo in termini di lavorabilità per un materiale epossidico o poliuretano è quello dei + 8°C mentre il sistema Triflex è garantito per applicazioni fino a -5°C. L’ultima differenza è il concetto di SISTEMA: Triflex BFS è un sistema, un ciclo di lavorazione dichiarato e certificato dalla casa produttrice e non una selezione di materiali la cui compatibilità e performance non può essere garantita da produttori diversi che non ragionano in termini di sistema.
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