Ponte Carlo - Praga, Repubblica Ceca
Un monumento antico e suggestivo provato dagli anni e dalle inondazioni, restaurato a partire da metà degli anni 2000. Mapei ha fornito i prodotti per il rinforzo strutturale dei pilastri del ponte.

È forse uno dei luoghi più visitati di Praga e collega Staré Mesto, la Città Vecchia, con Malà Strana, il Piccolo Quartiere adiacente al Castello. Stiamo parlando del Ponte Carlo, il ponte in pietra commissionato dal Re di Boemia e del Sacro Romano Impero Carlo IV all’architetto PetrParlér, autore anche della Cattedrale di San Vitoe del Castello di Praga. La sua costruzione iniziò nel 1357 – e terminò nel 1402 – per sostituire il Ponte di Giuditta che era stato spazzato via da una piena del fiume Moldava nel 1342. A differenza del suo predecessore, il Ponte Carlo è riuscito a
sopravvivere a molte alluvioni, la
più recente di esse è stata quella
del 2002, considerata la peggioredegli ultimi 500 anni.
Secondo una leggenda, per difendere
il ponte dalle ripetute piene
della Moldava, alla calce vennero
aggiunti dei rossi d’uovo, ma le
ultime analisi effettuate prima del
restauro misero fine alle voci di
magici intrugli.
Fino al 1841 il ponte fu l’unico
collegamento che attraversava
la Moldava e grazie ad esso la
città divenne un importante centro
commerciale a livello europeo.
Alle due estremità del ponte di
trovano le torri Staromestskavez,
sul lato della Città Vecchia, e la
Malostranskavez, sul lato di Malà
Strana, mentre su entrambi i lati
del ponte, dalla sua costruzione
fino al XVII secolo, furono collocate
30 statue che nella disposizione
ricordano il ponte di Castel
Sant’Angelo a Roma.
La storia di un intervento
Il ponte è lungo 515,76 metri, largo
9,40-9,50 metri e alto 13 metri sul
livello dell’acqua. È sostenuto da
16 arcate distanti fra loro da 16,62
a 23,38 metri. I pilastri non poterono
essere posati sulla roccia perché
troppo profonda e per questo
motivo vennero utilizzate macine
di mulino in pietra sostenute da
cataste di quercia.
Il ponte è stato costruito con blocchi
di diversi tipi di arenaria, mentre
la maggior parte dei pilastri è
in mattoni.
Nel 1966-1967 un’ispezione rivelò
che il ponte era danneggiato e
presentava delle piccole fenditure,
che permettevano l’entrata all’acqua
piovana e ai sali utilizzati per
la manutenzione stradale durante
i lunghi periodi invernali. Si decise
di intervenire in modo che i movimenti del ponte venissero bloccati
da una rete di ancoraggio: piastre
in calcestruzzo rinforzato con una
rete di tiranti furono inserite nel
senso della lunghezza, mentre il
ciclo di gelo/disgelo e la penetrazione
dell’acqua furono ridotti da
strati di materiale isolante.
Inoltre i blocchi di arenaria danneggiati
vennero sostituiti e il
fondo stradale venne ripristinato
posando delle lastre di granito.
Oggi la maggior parte dei blocchi
di arenaria non è originale, ma l’osservatore
attento può notare che
sui blocchi originali sono comunque
evidenti i segni lasciati a suo
tempo dai tagliatori di pietra.
A seguito di questo intervento, sul
ponte fu vietato il traffico automobilistico
e l’attraversamento fu
riservato al solo passaggio pedonale.
A partire dal 2001 fu necessario
ripensare a nuovi interventi: infatti
l’impermeabilizzazione effettuata
negli anni ‘60 presentava alcuni
problemi e non riusciva più
a impedire l’ingresso dell’acqua,
con tutte le conseguenze negativesulla struttura. In secondo luogo,
le lastre in calcestruzzo di rinforzo
non assicuravano l’effettiva stabilità
del ponte e, soprattutto, non
riuscivano a garantirne la tenuta in
caso di piene della Moldava.
L’annosa discussione sulla soletta
di calcestruzzo (lasciarla com’era,
tagliarla in pezzi più piccoli, sostituirla
con un’altra nuova) fu interrotta
dalla grande inondazione del
2002 quando, malgrado la forza
delle acque, il ponte non subì
danni visibili.
La fase di intervento
Finalmente, nel 2004-2005 i
diversi soggetti tecnici coinvolti
nel restauro trovarono un accordo
sugli interventi da effettuare
e, dopo analisi approfondite e
sopralluoghi, nel 2005-2006 si iniziò
ad ancorare i primi due pilastri
(l’ottavo e il nono partendo dall’entrata
di Màla Strana) a sarcofaghi
in calcestruzzo.
La riparazione delle murature del
ponte si prospettò da subito la
parte più complessa e delicata
dell’intera opera. Ogni blocco di
pietra fu ispezionato da tecnici
esperti per decidere se doveva
essere conservato, dopo essere
stato pulito, oppure sostituito con
uno nuovo.
I lavori sulla parte superiore del
ponte sono iniziati nell’agosto
2007 e sono durati circa tre anni;
nel frattempo, per non interrompere
l’accesso al ponte, si è proceduto
in fasi successive, lasciando
un’apertura di circa 4 metri per
permettere il passaggio dei pedoni.
Le campate verranno invece riparate
in un secondo tempo e il
tempo previsto per effettuare questi
lavori è stato quantificato dai 5
ai 10 anni.
Una delle parti più complesse
dell’intervento ha riguardato la
ricerca della cava per l’estrazione
dei blocchi di arenaria più simili
possibile agli originali. A questo
proposito, i tecnici del restauro e
gli storici dell’architettura hanno
dibattuto a lungo sui lavori eseguiti
nel corso degli anni, in particolare
per quello che riguarda la sostituzione
di troppi blocchi di pietra,l’utilizzo di materiali lapidei non
appropriati, l’impiego di tecnologie
non adatte a essere applicate su
monumenti storici così antichi, i
metodi di esecuzione degli interventi
veri e propri. È interessante
notare come la qualità dei blocchi
originali sia risultata migliore di
quella dei blocchi utilizzati per i
lavori effettuati negli anni ’70.
Mapei entra in campo
A partire dal 2005 l’AssistenzaTecnica Mapei è stata contattata
per fornire i prodotti più adatti ai
diversi interventi di ristrutturazione
del Ponte Carlo. Gli accordi sono
stati preceduti da lunghi incontri
e approfondimenti fra i responsabili
di Mapei CZ GM, rappresentati
dall‘ing. Zdeněk Runštuk,
gli esperti dell’Autorità per la
Conservazione dei Monumenti
Storici, della Facoltà di Ingegneria
CVUT (Czech Technical University
di Praga), di architetti e delle
imprese di costruzione.
Nell’aprile dello stesso anno alcuni
esempi di materiale lapideo e di
malta originali inviati nei laboratori
Ricerca & Sviluppo di Mapei SpA
a Milano sono stati oggetto di test
di valutazione. Dopo una serie di
analisi particolareggiate sui frammenti,
l’ing. Giulio Morandini e
Pasquale Zaffaroni sono stati in
grado di consigliare i prodotti più
adatti per questa particolare e delicata
ristrutturazione.
Prima fase dell’intervento
Nella prima fase di riparazione dei
pilastri sono stati risolti due diversi
problemi.
Il primo ha riguardato la corretta
formulazione chimica della malta
da utilizzare sotto il livello dell’acqua,
che doveva essere in grado
di resistere al contatto permanente
con l’acqua e avere un’elevata
resistenza all’abrasione, senza
danneggiare la pietra naturale.
La proposta iniziale - non approvata
però dalla Sovrintendenza -
consigliava l’utilizzo di una miscela
di adesivo epossidico MAPEPOXY
o un composto speciale formulato
con l’additivo antidilavamento
RESCON T (entrambi commercializzati
da Rescon Mapei AS
- Norvegia). In seguito, dopo aver
realizzato una protezione in palancole
attorno ai pilastri, per il ripristino
e le riparazioni è stato deciso
di utilizzare la malta tissotropica
fibrorinforzata MAPEGROUT T60.
Il secondo problema consisteva
nel reperire i prodotti più idonei per
la sostituzione delle malte per la
posa e la stuccatura dei blocchi di
arenaria sopra il livello dell’acqua.
Dopo una serie di test eseguiti
nei laboratori R&S Mapei e direttamente
in loco, il legante non
cementizio MAPE-ANTIQUE LC
con aggregato prodotto nella
Repubblica Ceca è stato considerato
il miglior prodotto in grado
di garantire le richieste fatte dai
committenti.
Seconda fase dell’intervento
La seconda parte dei lavori è consistita
nella totale rimozione del
fondo stradale del ponte, nel sistema
di drenaggio, nello strato di
impermeabilizzazione, nell’installazione
dei cavi per l’illuminazione,
nel rifacimento di un nuovo fondoe nella riparazione dei parapetti.
Nel 2008 l’Associazione STOP
(Associazione Tecnologia per la
Conservazione dei Monumenti) ha
chiesto a Mapei, nelle persone
dell’ing. Giulio Morandini e di Jiří
Zadorožný, di presentare l’intervento
completo di restauro durante
un convegno tenutosi nel Museo
Nazionale a Praga. L’intervento è
stato un successo e ha convinto i
partecipanti, dando credito ai prodotti
forniti da Mapei anche nella
Repubblica Ceca.
I restauri stanno attualmente procedendo
secondo quanto stabilito,
tenuto conto dell’inevitabile pausa
dovuta ai mesi invernali che impediscono
la lavorabilità dei leganti
idraulici per le malte alle basse
temperature.Anche il restauro dei parapetti e
del fondo stradale sta procedendo
secondo quanto stabilito dal
programma.
La riparazione delle campate,
dopo l’intervento urgente sull’ottavo
e il nono pilastro del ponte, è in
corso di definizione e sarà probabilmente
terminata nell’ottobre di
quest’anno.
Per il Gruppo Mapei l’opportunità
di partecipare al restauro di
un monumento famoso in tutto
il mondo, risolvendo numerosi e
diversi problemi di carattere tecnico-
scientifico, è un’ulteriore dimostrazione
dell’elevatissimo livello
raggiunto dalla propria struttura
aziendale e operativa in tutti i comparti
dell’edilizia, del restauro e
dell’architettura.
- Azienda: MAPEI
- Campo di Intervento: FINITURE E RECUPERO