Recupero ambientale area parcheggio - Monte Conero, Sirolo (AN)

Il trattamento per il riutilizzo delle acque reflue di origine civile derivanti dai nuovi servizi igienici è stato realizzato attraverso un impianto a fanghi attivi ad ossidazione totale.
Descrizione dell’intervento
L’intervento ha riguardato il trattamento delle acque reflue di origine civile derivanti dai nuovi servizi igienici realizzati sulla vetta del monte Conero, che presentavano una portata di refluo di progetto stimata a 20 Abitanti Equivalenti.
La soluzione adottata per gli scarichi della struttura è stata articolata nelle seguenti fasi:
Grigliatura e dissabbiatura
Stazione di equalizzazione
Impianto a fanghi attivi ad ossidazione totale
Impianto di trattamento terziario per il riutilizzo delle acque reflue
Disinfezione acque mediante raggi UV per riutilizzo ricarica vaschette wc.
Il progetto ha previsto l’installazione sia di una griglia statica a pulizia manuale, da utilizzare esclusivamente come sgrossatura delle acque provenienti dai WC e necessaria per bloccare tutti i materiali grossolani in arrivo, sia di un degrassatore, deputato all’intercettazione dei grassi e delle schiume prima che raggiungano i successivi comparti di equalizzazione ed ossidazione dell’impianto a fanghi attivi. La loro funzione è quella di proteggere le apparecchiature elettromeccaniche delle successive installazioni da formazioni solide galleggianti ed eliminare gli inerti particolati (saponi non disciolti, terre e/o sabbie etc.) presenti nel flusso in ingresso.
A valle si è previsto un bacino di equalizzazione e di omogeneizzazione opportuno ad accumulare i picchi di portata per poterli poi convogliare con più costanza nell’arco della giornata al successivo impianto a fanghi attivi.

Motivazione della scelta
Con tale soluzione si garantisce alla flora batterica presente in ossidazione una condizione ambientale più costante e, quindi, si creano condizioni più idonee al buon funzionamento dell’impianto. L’accumulo è dotato di una pompa per acque nere grigliate, controllata da un quadro elettrico completo di temporizzatore. Il refluo, in uscita dai pre-trattamenti, raggiunge l’impianto a fanghi attivi ed entra in fase di ossidazione. Il liquame in ingresso viene miscelato in modo naturale con il fango riciclato dal comparto di sedimentazione secondaria che contiene già una varietà di batteri aerobici deputati alla depurazione (biodegradazione). L’acqua viene aerata per mezzo di un compressore soffiante che alimenta l’aria a un sistema di membrane microforate inintasabili in EPDM. Questo sistema consente di creare all’interno della vasca un livello di turbolenza tale da garantire un’efficace commistione liquame/batteri. In questo modo il liquame viene attaccato dai batteri, che demoliscono e rimuovono le molecole degli inquinanti, accrescendosi in termini di massa. Poiché l’ambiente di ossidazione in cui si vengono a trovare i batteri è particolarmente indicato per il loro sviluppo, la massa batterica cresce in quantità, rendendo necessario intervenire con uno spurgo periodico. Nel momento in cui la reazione biologica ha avuto luogo, la miscela di acqua e fanghi aerate risale al cono di sedimentazione secondaria, di forma tronco conica. In questa fase vengono assicurate le condizioni di calma necessarie affinché il fango precipiti sul fondo della vasca, ritornando così in circolo, e il refluo venga chiarificato. L’acqua così trattata viene rilasciata mentre il fango viene nuovamente ricircolato per mezzo della turbolenza presente nella zona di ossigenazione. All’uscita dallo step a fanghi attivi, l’acqua deve essere disinfetta e successivamente filtrata per poter ridurre la quantità di solidi sospesi e di agenti patogeni fino ai livelli imposti dalla normativa in vigore. Si prevede allora una vasca di accumulo nella quale è installata una pompa sommergibile che alimenta il filtro in pressione (dual-media quarzite e carboni attivi). Il filtro è deputato all’eliminazione sia del cloro presente disciolto che dei solidi sospesi residui. All’uscita del filtro l’acqua, ormai depurata, può essere inviata alla cisterna dell’impianto di irrigazione o alle vaschette dei WC mediante impianto di pressurizzazione (con pompe sommergibili) con autoclave. All’uscita dallo step di filtrazione in pressione, l’acqua deve subire una seconda fase di disinfezione, più spinta e di diversa tipologia, al fine di poter essere usata per la ricarica delle vaschette dei wc, in quanto il trattamento terziario mediante la fase di filtrazione elimina quasi completamente la quantità di solidi sospesi ma non rimuove completamente la carica batterica. Si prevede allora una vasca di accumulo nella quale recapita il refluo in uscita dalla fase di filtrazione, nella quale pesca un gruppo di pressurizzazione mediante n° 2 elettropompe sommergibili che mantengono in pressione la linea dedicata alle vaschette. Nel momento di richiesta d’acqua dall’impianto delle toilette e congiuntamente alla presenza d’acqua trattata nella vasca finale, il quadro elettrico di comando darà il consenso all’innesco delle pompe con conseguente ricarica delle varie cassette. Nel caso in cui non vi fosse richiesta d’acqua, al riempimento della vasca, il troppo pieno sarà collettato ad un recapito finale idoneo.
  • progettista: Studio di Bioarchitettura Arch. Patrizia Mazzoni (Firenze) e Arch. Angelo D’Amico (Sirolo – AN)
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