Ceramica italiana trend positivo
I dati sono tutti di segno più: investimenti, +14%; piastrelle, +5,9%, con un +6,3% di export; internazionalizzazione produttiva, +8%. Positivo anche il fatturato di ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie.
Il 7 giugno Confindustria Ceramica ha presentato le indagini statistiche relative ai diversi comparti che compongono l’industria ceramica italiana. Sono 225 le industrie italiane di piastrelle di ceramica, ceramica sanitaria, stoviglie e materiali refrattari attive nel 2016. Gli addetti sono 24.765, per un fatturato di 6,193 miliardi di euro complessivi (+6%).
«Il settore della ceramica consolida la propria struttura settoriale – afferma Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica – in un quadro di forti investimenti in nuove tecnologie, per mantenere la leadership mondiale in un contesto positivo, anche se sempre più competitivo e concorrenziale».
Piastrelle di ceramica
Le vendite in Italia invertono la tendenza dopo otto anni di flessione: si tratta di 82,8 milioni di metri quadrati (+3,2%).
Sono 147 le aziende presenti sul suolo italiano. I loro occupati, 18.956 addetti (-1,0%), nel 2016 hanno prodotto 416 milioni di metri quadrati (+5,4%), tali da consentire vendite per 414,5 milioni di metri quadrati (+4,5%).
In aumento i volumi esportati, ora pari a 331,7 milioni di metri quadrati (+4,8%).
Il fatturato totale delle aziende ceramiche che producono in Italia raggiunge così i 5,4 miliardi di euro (+5,9%), derivante per 4,6 miliardi dalle esportazioni (+6,2%) e da 829 milioni di euro da vendite sul territorio nazionale.
Per il terzo anno consecutivo investimenti in crescita: nell’esercizio 2016 hanno raggiunto i 400,4 milioni di euro (+14% sul 2015). Oggi gli investimenti dell’industria italiana delle piastrelle di ceramica, con un valore pari al 7,4% del fatturato annuale, raggiungono i vertici tra i settori manifatturieri.
Tra le ragioni troviamo il recupero di competitività attraverso tecnologie più evolute e l’ammodernamento degli stabilimenti. Positivi effetti per l’anno in corso derivano dagli incentivi fiscali relativi alla Fabbrica 4,0.
Sono 33 le aziende industriali produttrici di ceramica sanitaria in Italia, 30 delle quali localizzate nel distretto di Civita Castellana (Viterbo). L’occupazione nazionale è pari a 3.124 dipendenti (-2,5%), con una una produzione pari a 4,09 milioni di pezzi (+8,5%). Il fatturato è di 332,9 milioni di euro (-0,7%), con una percentuale venduta sui diversi mercati esteri pari a 149,8 milioni di euro (45% del totale, in crescita costante rispetto agli ultimi anni).
Stoviglie in ceramica
Le 10 aziende industriali italiane (come nel 2015) occupano 728 dipendenti (+1,1%) e producono 11.900 tonnellate ed altrettante vendite di prodotto finito. Le vendite sul mercato domestico rappresentano il 75% vendite totali. Il fatturato 2016 è stato superiore a 47,9 milioni di euro (+0,6%), di cui il 68% realizzato in Italia.
Dal 2013, anno di entrata in vigore dei dazi sulle importazioni in Europa di stoviglie in ceramica e porcellane cinesi, si è registrato un calo del 26,15% degli acquisti dalla Cina.
Materiali refrattari
Le 35 aziende attive nella produzione di materiali refrattari presenti in Italia occupano 1.957 addetti (-6,1% rispetto al 2015), per volumi pari a 399,3 mila tonnellate (+7%) e vendite a 409,6 mila di tonnellate (+5,8%). Le vendite in Italia sono state di 261,5 mila tonnellate (+7%), pari al 64% dei volumi complessivi. Il fatturato totale, ora pari a 395,6 milioni di euro (+4,3%) deriva da vendite sul territorio nazionale per 253,1 milioni di euro (+5,1%), da 81,7 milioni di euro da esportazioni comunitarie (+5,9%) e da 60,7 milioni di euro da esportazioni extracomunitarie (-1,0%).
Come nel 2016, sono 16 le società di diritto estero controllate da nove gruppi ceramici italiani, che hanno occupato 3.283 addetti (+6,2%) in fabbriche che hanno prodotto 85 milioni di metri quadrati di piastrelle (+3,2%). Le vendite totali hanno generato un fatturato di 855,6 milioni di euro (+8%), frutto di vendite per 474,5 milioni di euro (+2,6%; quota del 55,4%) da attività in Europa e per la restante parte, 381 milioni di euro, da vendite in Nord America (+15,5%). Il 79,5% del fatturato totale deriva da vendite nel medesimo mercato sede della fabbrica.
Il commento di Confindustria Ceramica
Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica, ha rimarcato che: «la crescita attesa del Pil mondiale nel 2017 (+3,2%) unita a quella del commercio internazionale (+3,1) rappresentano elementi confortanti, pur in presenza di un innalzamento dei tassi di interesse statunitensi, per una industria come la nostra orientata ai mercati internazionali. Il principale tema dell’agenda dell’industria ceramica italiana rimane l’azione antidumping sulle importazioni di piastrelle cinesi in Europa, attualmente in fase di riesame al fine di ottenere la proroga di altri cinque anni, secondo le norme in vigore.
Preoccupazioni sorgono invece per la proposta di legge della Commissione Europea relativa alla revisione della legge sull’antidumping, dove l’eliminazione del concetto di Stato di Economia di Mercato alla Cina (MES) potrebbe dar vita ad una procedura meno certa ed uno strumento antidumping meno efficace”.
Altro tema centrale è quello dell’energia. Secondo Borelli: «sul tema degli oneri generali di sistema dell’energia elettrica confidiamo nelle recenti dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda relative all’adeguamento dell’art. 39, in modo da ricomprendere un parametro di Trade Intensity».
«Il mercato italiano delle costruzioni consolida alcuni segnali positivi registrati nel 2016 e riavvia il recupero nelle vendite di piastrelle di ceramica – conclude il Presidente di Confindustria Ceramica –, grazie anche all’estensione delle agevolazioni fiscali al sisma bonus ed ai condomini. In questo quadro si inserisce il tutto esaurito di Cersaie 2017, la manifestazione che aprirà i battenti a settembre a Bologna e che per la sua edizione 2018 vedrà la presenza di alcuni nuovi padiglioni di BolognaFiere».