39° Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme
Cosa succederà nel mercato delle costruzioni senza le risorse del Pnrr è una delle principali domande a cui il XXXIX Rapporto Congiunturale e previsionale del Cresme cercherà di rispondere. Uno degli obiettivi del Pnrr era quello di rilanciare l’economia del Paese, dopo le performance importanti del 2021 e del 2022, trainate dalle costruzioni dei superbonus e del Pnrr, il Pil dell’Italia è tornato a crescere dello zero e qualcosa per cento. Il livello del Pil è cresciuto ma il salto non ha portato poi a una crescita diversa da quella degli anni 2000 prepandemici.
Attività e fatturazioni hanno mostrato tempistiche diverse e rovesciate rispetto a quanto accade normalmente. Nei programmi del Governo dei prossimi anni, almeno sino al 2028, sono comunque previsti importanti investimenti per le grandi opere strategiche, sarà possibile tenere il passo dei pagamenti senza i flussi di cassa del Pnrr? Inoltre il dato più solido su cui poggia oggi l’immagine economica del Paese e che consente alle società di valutazione di non abbassare i rating è legato alla crescita dell’occupazione, ma il 31% di questa crescita dal 2019 è dovuta alla crescita degli occupati nelle costruzioni. Che succederà con la correzione del mercato attesa? La cosa interessante è che le risposte non sono semplici né scontate, come si è dimostrato dopo la rapida chiusura dell’esperienza superbonus. Il mercato ha una sua resilienza. Ricordiamo però che da marzo del 2024 sono andati fortemente contraendosi i superbonus, solo per l’efficientamento energetico si è passati dai 46,3 miliardi di euro investiti del 2022, ai 41,7 del 2023, ai 16,6 del 2024, ai probabili 6 miliardi del 2025. L’intero mercato della riqualificazione ha segnato frenate importanti, ma non della dimensione della caduta dei superbonus. Vi sono, in questa difficile fase di transizioni, comportamenti da decifrare non così semplici e diretti.Ad esempio da un lato, nel frattempo e a sorpresa, il mercato immobiliare residenziale è ripartito nel 2024 e ha accelerato nel 2025, e per il 2026 si sono mantenuti, rispetto alle aspettative, gli incentivi del 50% per le prime case e del 36% per le seconde; dall’altro lato il Governo sembrerebbe non avere intenzione di seguire la direttiva europea per l’efficientamento degli edifici, fermando per ora una delle principali ipotesi di sviluppo del settore delle costruzioni nel medio periodo.
Sapere a che punto è l’industria dei materiali, sistemi e componenti, a che punto è la distribuzione di questi, a che punto è il mondo della progettazione e quello delle diverse imprese di costruzioni, in un mercato con caratteristiche temporalmente pesanti e inerziali, è un altro dei temi chiave del XXXIX Rapporto Congiunturale e previsionale Cresme.
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