A Milano il XXVI Rapporto Congiunturale e Previsionale CRESME: la ripresa nel settore costruzioni è già iniziata

Secondo i dati del rapporto il Cresme il settore costruzioni, dopo dieci anni di crisi, sarebbe ormai ripartito. Per quest'anno prevista una ripresa significativa dell'edilizia residenziale e privata e una crescita generale degli investimenti.
La ripresa del settore costruzioni è ripartita: lo affermano i dati del XXVI Rapporto congiunturale e previsionale CRESME. Previsto per i prossimi anni in uno scenario caratterizzato ancora da tensioni con l’Unione Europea, ma senza rotture, con  una crescita  moderata e costante.

«Nel quadriennio 2019-2022 - scrive il Cresme - tutti i motori delle costruzioni dovrebbero essere accesi, e determinare una crescita del settore con tassi superiori al 2% tra il 2019 e il 2021, ma con dinamiche calanti: +2,5% nel 2019, +2,3% nel 2020, +2,1% nel 2021. Nel 2022 si doverbbe scendere sotto il 2%».
Nel 2019-2021 dovrebbero essere in particolare le nuove costruzioni a trainare il mercato, nel residenziale, non residenziale e anche opere pubbliche.

Ad ogni modo nonostante la crescita, il settore delle costruzioni in Italia resterrebbe ridimensionato rispetto al primo decennio degli anni duemila. Oggi il settore vale il 29% in meno rispetto alla media 2005-2007, dopo la crescita prevista dal Cresme avrà nel 2023 un valore del 23% inferiore (sempre in valori reali) rispetto alla media 2005-2007. Anni di crescita economica, boom immobiliare e grandi opere che non torneranno più per l’edilizia, nonostante il recupero residenziale, i bonus fiscali, gli investimenti in infrastrutture previsti.


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