Barometro della contruzione sostenibile: l'Italia e le tendenze globali analizzate nella 3ª edizione del barometro Saint - Gobain

Il settore delle costruzioni è al centro delle principali sfide che plasmano il nostro futuro, in un contesto geopolitico in cui le questioni demografiche, sociali, energetiche e climatiche che le comunità devono affrontare sono profondamente collegate. Ciò implica progettare un ambiente costruito che contribuisca positivamente alla salute e al benessere delle persone, sia resiliente ai rischi climatici, emetta basse emissioni di carbonio e garantisca abitazioni accessibili a tutti, senza compromettere qualità e prestazioni.
In quest’ottica Saint-Gobain ha lanciato l'Osservatorio della Costruzione Sostenibile nel 2023. Come parte integrante di questa iniziativa, oggi viene presentata la  3ª edizione del Barometro della Costruzione Sostenibile, uno studio globale condotto con Occurrence–Ifop, che misura i progressi compiuti su questo tema essenziale.
Lo studio si articola in 24 domande rivolte a 4.000 stakeholder rappresentativi del settore, insieme a ulteriori 27.000 cittadini che hanno risposto a quattro domande specifiche. Le risposte hanno permesso di identificare alcune leve chiave per accelerare la costruzione sostenibile in Italia e nel mondo.
Lanciato nel 2023 con un focus su 10 Paesi, il Barometro della Costruzione Sostenibile ora si è ampliato a 27 Paesi, coinvolgendo un ampio spettro di stakeholder: professionisti, studenti, funzionari eletti locali/rappresentanti delle amministrazioni locali e membri di associazioni. La novità di quest'anno è l'indagine che ha coinvolto anche 27.000 cittadini comuni, dando loro voce nel dibattito sulla costruzione sostenibile.

Quattro punti chiave

Maggiore consapevolezza, un senso di urgenza condiviso e un forte sostegno pubblico.
Un desiderio generale e condiviso di fare un passo avanti. In generale, gli attori privati sono considerati la forza trainante più legittima, sebbene le priorità regionali differiscano.
Una percezione della materia ancora incentrata sull'ambiente, ma con una crescente attenzione alla resilienza, mentre il benessere dei residenti resta secondario.
Stakeholder ben informati ma insufficientemente formati, il che ostacola azioni concrete.

L’Italia, già presente nelle due precedenti edizioni del Barometro, mostra un avanzamento incoraggiante rispetto al 2024. È aumentata la sensibilità sui rischi climatici e la salute degli occupanti, mentre resta stabile l’identificazione della costruzione sostenibile con l’efficienza energetica degli edifici. 

La quasi totalità degli intervistati in Italia si dichiara familiare con l’edilizia sostenibile (76% vs 67% della media mondiale), ben 14 punti percentuali in più rispetto al 2024.
•Il 36% del campione ritiene che l’obiettivo prioritario dell’edilizia sostenibile sia la protezione dell’ambiente, dato diminuito rispetto al 2024 (42%) ma è interessante notare un aumento dei rispondenti che pensano sia la salute degli abitanti (11% vs 8% 2024) e la tutela dell’ambiente (36%). A riprova di questo, ben il 55% dei rispondenti (contro il 35% della media globale) identifica l’edilizia sostenibile con le costruzioni energeticamente efficienti. Interessante come il 41% la interpreti come l’utilizzo di materiali sostenibili, ben dieci punti percentuali in più rispetto alla media globale.
•Stabile la consapevolezza che si debba fare di più sulla costruzione sostenibile, ben l’86% dei rispondenti in linea con il risultato mondiale (87%), aumentata di 5 punti percentuali rispetto al 2024, ed è anche radicata la convinzione che la realizzazione di edifici più sostenibili sia importante o prioritario (98% totale dei rispondenti). Anche in questo caso in linea con il dato mondiale (97%) e stabile rispetto al 2024.
•Anche in Italia, in linea con i dati delle altre regioni, viene riconosciuto il ruolo degli architetti e studi di ingegneria (38%) di prima linea nella transizione del settore. Al secondo posto le istituzioni pubbliche (26%), dato superiore al risultato mondiale che descrive alcune peculiarità locali di necessità di ricevere aiuti pubblici, seguono le aziende private (19%).
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