Direttiva Ue, la Pa tenta di aggirare vincoli

A un anno esatto dall’entrata in vigore in Italia della direttiva europea sui ritardati pagamenti, oltre il 60% delle amministrazioni sfora pesantemente i termini di legge.
A un anno esatto dall’entrata in vigore in Italia della direttiva europea sui ritardati pagamenti, oltre il 60% delle amministrazioni sfora pesantemente i termini di legge (146 giorni di ritardi medi oltre i normali tempi di attesa, a fronte dei 60 giorni consentiti per l’edilizia).
Ma non basta: si moltiplicano i tentativi della Pa di aggirare i vincoli per ritardare il pagamento delle fatture. Si va dalle richieste di dilazione inserite apertamente nel contratto fino, in alcuni casi, alla rinuncia alla commessa per impossibilità di rispettare i termini.
E’ questo il quadro tracciato dall’ultimo monitoraggio Ance sul tema, che denuncia come l’impresa troppo spesso non abbia i mezzi per difendersi e sia costretta a sobbarcarsi anche gli oneri per la richiesta degli interessi.
Un bilancio negativo che ha spinto il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ad annunciare per fine gennaio, se non ci saranno cambiamenti di rotta, la cosiddetta “eu pilot”: un’azione formale di avvertimento all’Italia che precede l’avvio di una procedura di infrazione vera e propria.
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