Dissesto idrogeologico, presentato dalle Regioni l’elenco degli interventi

Difesa del suolo, le Regioni chiedono 14,7 miliardi.
Le Regioni hanno presentato al governo, come annunciato nelle settimane scorse, l'elenco degli interventi da inserire nel maxi-piano anti-dissesto idrogeologico da sette miliardi di euro da definire all'inizio del 2015 e realizzare nei prossimi sette anni.
Gli interventi proposti sono 4.512, per un costo di 14,7 miliardi di euro, oltre il doppio delle risorse previste, «purtroppo però - ha dichiarato Erasmo D'Angelis, capo della Struttura tecnica di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico - la gran parte delle opere è ancora da progettare o ferma alla fase di studio di fattibilità o di preliminare».
«I progetti cantierabili tra il 2015 e il 2017 - prosegue D'Angelis - sono solo 1.042 per un investimento di 3,2 miliardi di euro, una cifra garantita dai fondi Bei, Fsc (fondo sviluppo e coesione, l'ex Fas, ndr) e cofinanziamenti statali ed europei».
In sostanza, dunque, tra gli interventi presentati ieri, 3.709, per un costo di 11,5 miliardi di euro, sono poco più di un 'titolo', «ma anche questi spiega D'Angelis - riceveranno finanziamenti per iniziare o completare la fase di progettazione e poter così essere pronti per la seconda fase di cantiere dal 2018 in poi».
«Tutto sommato - spiega il direttore della Struttura Tecnica, Mauro Grassi - non è andata male. Stiamo parlando di costruire un grande piano settennale da sette miliardi di euro, non è pensabile avere tutti i progetti già pronti».
«In base allo Sblocca Italia spiega Grassi - sarà emanato prima di Natale un decreto del presidente del Consiglio con i criteri di selezione degli interventi, perchè comunque abbiamo proposte per circa il doppio delle risorse disponibili. La scelta sarà fatta da noi e dal Ministero dell'Ambiente, con il supporto di Invitalia, Protezione civile, le Autorità di bacino, l'Ispra. Poi seguirà un altro Dpcm con la lista degli interventi regione per regione».
Nel frattempo il governo dovrà individuare la banca finanziatrice, in modo da anticipare le risorse di cassa rispetto invece al Fondo coesione che ha cassa molto spostata alla fine del settennio 2014-2020. «Faremo probabilmente una procedura competitiva tra la Bei e altri istituti», anche se l'ipotesi Bei resta al momento la più gettonata.
Fatto l'elenco e trovato il finanziatore potranno essere firmati gli accordi di programma Regione per Regione, con l'elenco degli interventi, le fonti di finanziamento, i tempi di realizzazione. I sette miliardi di finanziamenti arriveranno, oltre che dal Fsc anche dai Por regionali 2014-20. La struttura di Palazzo Chigi conta di riuscire a completare questo complesso iter entro i primi mesi del 2015.
Un problema potrebbe aprirsi nella ripartizione dei fondi, perchè il Fondo coesione deve per legge essere destinato all'80% al Sud, ma certamente non sono al Sud l'80% dei fabbisogni di interventi anti-dissesto. Per riequilibrare servirebbero altri fondi statali.
L'azione anti-dissesto sembra comunque essere ripartita: la task force #italiasicura sta sbloccando i progetti con i vecchi fondi da 1,7 miliardi di euro: cantieri per 350 milioni sono già ripartiti, e l'obiettivo è arrivare a 700 milioni a fine anno e cantierare tutte le opere al più tardi entro la fine del 2015.
Poi c'è il piano stralcio da 700 milioni sulle grandi città, (379 a Genova) definito il 20 novembre scorso. «Qui abbiamo selezionato solo progetti definitivi o esecutivi - spiega Grassi perchè bisogna fare presto». Grazie agli anticipi da definire con la Bei il governo conta di rendere appaltabili queste nuove opere nei primi mesi dell'anno prossimo.
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