CASE GREEN – accordo per il 2030

La Direttiva Case Green è la nuova norma comunitaria sulla prestazione energetica nell’edilizia che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio della UE entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050.
L’accordo raggiunto fra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Europeo sulla Direttiva Case Green - Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) conferma l’obiettivo per i nuovi edifici a zero emissioni dal 2030. Per gli immobili esistenti un miglioramento energetico graduale con obiettivi intermedi al 2030 e al 2035, l’obbligo di installare pannelli solari su alcune tipologie di edifici, progressivo abbandono delle caldaie a gas fino al divieto dal 2040, settore edilizio climaticamente neutro entro il 2050. “Abbiamo creato un progetto per la transizione verso un patrimonio edilizio a zero emissioni - ha dichiarato il relatore per la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE) -. Con questo piano aggiungiamo un pilastro essenziale ai piani di decarbonizzazione dell’UE e iniziamo il lungo viaggio verso la riduzione del 36% delle emissioni di CO2 in Europa”. Rispetto alla versione della Direttiva Case Green di marzo 2023, il testo approvato risulta essere un compromesso tra le posizioni iniziali di Bruxelles e le istanze dei Paesi più restii ad introdurre obblighi di riqualificazione energetica degli edifici. Obiettivi graduali di risparmio energetico degli edifici Per gli edifici residenziali, gli Stati membri dovranno mettere in atto misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Entro il 2030 dovrà essere ristrutturato almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni ed entro il 2033 il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni, attraverso requisiti minimi di prestazione energetica. Nel complesso, il 55% della riduzione dei consumi energetici dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Sono stati eliminati gli obblighi legati alle classi energetiche, quelli che prevedevano di raggiungere determinate classi energetiche entro certe scadenze (classe E entro il 2027 e classe D entro il 2030 per gli edifici pubblici e non residenziali; classe E dal 2030 e D dal 2033 per gli edifici residenziali). Si è optato per le medie di riferimento che ogni Stato membro potrà definire in base al proprio patrimonio edilizio, al proprio sistema nazionale di classi energetiche e alla propria strategia nazionale di ristrutturazione. Di conseguenza, non saranno uniformati gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli edifici, come era stato proposto dal Parlamento europeo. Dalle nuove norme potranno essere esclusi gli edifici agricoli e gli edifici storici. I singoli Paesi potranno decidere di escludere anche gli edifici vincolati per il loro valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
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