L’eccellenza della filiera delle infrastrutture punta sulla sostenibilità

Intorno all’Associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture (AIS) si sta aggregando l’eccellenza degli attori impegnati a realizzare e a riqualificare il sistema infrastrutturale italiano.
Alla fine del 2022 è stato superato l’obiettivo dei 70 soci, con una crescita che sfiora il 60% rispetto al 2021 e il cui valore in termini di fatturato complessivo supera i 26 miliardi di euro (1,2% del PIL), per un numero di oltre 154.000 addetti.

Costituita nel giugno del 2020, in poco più di due anni AIS è diventato il luogo in cui le maggiori stazioni appaltanti come il Gruppo FS o ASPI, ma anche società aeroportuali e di altri settori, dall’elettrico(Enel) agli impianti (Saipem), insieme ad alcune delle più importanti società di ingegneria e di progettazione come Politecnica, Proger, Policreo solo per fare qualche esempio e ad imprese di costruzioni da Webuild a Ghella, da Itinera a Carron, a Pizzarotti e altre si confrontano e condividono analisi e proposte mettendo al centro le loro esperienze e le loro competenze tecniche. E lo fanno confrontandosi con il mondo industriale, dai produttori di calcestruzzo (UNICAL, Calcestruzzi, Colabeton), dell’acciaio (Feralpi e Ferriere Nord), della chimica (da Mapei ad Iterchimica) e di altri settori tecnologici, così come con le principali aziende di consulenza nel settore della digitalizzazione (Harpaceas e One Team) e dei servizi (da ICMQ ad Ambiente, solo per fare degli esempi) (www.infrastrutturesostenibili.org/socicollettivi ).

Da questo scambio, dal lavoro di oltre 200 tecnici e dal confronto di esperienze in una decina di tavolil’Associazione contribuisce con i suoi position paper a definire il mercato delle infrastrutture di domani nel segno della sostenibilità. Al centro della visione di AIS vi è la misurabilità degli impatti ambientali, economici e socialilungo l’intero processo riguardante una pianificazione, progettazione e realizzazione di una infrastruttura. Da qui la promozione del ricorso a protocolli di sostenibilità e a strumenti di rating, contribuendo anche a proporre soluzioni metodologiche originali, come nel caso della sostenibilità del cantiere, attraverso la stesura di un documento di “orientamento metodologico” in grado di consentire, attraverso la scelta di specifiche strategie, rispetto ad una specifica gamma di indicatori, una valutazione misurata (rating) del livello di sostenibilità del cantiere (www.infrastrutturesostenibili.org/position paper). Nella ridefinizione dell’approccio sostenibile alle infrastrutture AIS intende, altresì, contribuire a favorire il ricorso a schemi di valutazione certi e trasparenti rispetto alla qualificazione degli operatori della filiera in una logica ESG; fornire linee guida per una più efficace attività di stakeholder engagement, così da favorire la condivisione di percorsi di progettazione e di costruzione di infrastrutture da parte delle comunità locali; valutazioni sperimentate sulle prestazioni dei principali prodotti utilizzati nella costruzione di infrastrutture, quali cemento/calcestruzzo, acciaio e asfalti, così da favorirne l’utilizzo da parte delle stazioni appaltanti; indicazioni e proposte per un sempre maggiore e più ampio utilizzo della digitalizzazione a sostegno della misurabilità e del monitoraggio della sostenibilità nella costruzione e nella gestione delle infrastrutture.

“AIS – sottolinea il presidente Lorenzo Orsenigo – costituisce oggi un soggetto autorevole grazie al valore dei soci e al ruolo che essi svolgono nello scenario attuale e in quello di breve e medio termine di un mercato, quello delle infrastrutture, sempre più strategico per il Paese e dove la sostenibilità ne costituisce il driver principale. Ed è per questo che crediamo che le nostre proposte e la nostra produzione di strumenti e di documenti possano concretamente contribuire a consentire al nostro Paese di raggiungere molti degli obiettivi del PNRR e di essere protagonista della transizione ecologica a livello europeo. Ma perché ciò avvenga è essenziale una politica che metta al centro la premialità per chi ricorrerà a strumenti e metodologie, così come a prodotti e a materiali che possono fare la differenza e accelerare questa transizione anche per quanto riguarda le infrastrutture.”
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