Nel 2023 la carenza di materiali frenerà ancora l’industria italiana delle costruzioni

La ricerca commissionata da QBE Insurance Europe, stima che la difficoltà negli approvvigionamenti provocherà una nuova flessione dell’attività produttiva (1,25%) dopo quella dello scorso anno (2,5%). Alla quale è da aggiungere l’impatto del decreto governativo che il 16 febbraio ha bloccato le cessioni dei bonus fiscali.
Nel 2023 la carenza nella disponibilità di materiali farà diminuire dell’1,25% l’attività produttiva dell’industria italiana delle costruzioni. Una nuova flessione dopo quella (2,25%) provocata nel 2022 dai colli di bottiglia nelle supply chain che impediscono alle imprese di onorare gli impegni contrattuali, gestire nuove commesse o rispettare i tempi di consegna.

Per quanto in flessione, l’impatto degli ostacoli nelle catene di approvvigionamento, calcolato attraverso un modello macroeconomico proprietario (Oxford Economics Global Industry Model), resta economicamente rilevante considerando che il settore delle costruzioni conta in Italia circa 490mila imprese e pesa per circa il 20% del prodotto interno lordo annuo nazionale. L’impatto del decreto governativo che il 16 febbraio ha bloccato le cessioni dei bonus fiscali concorre a configurare uno scenario critico per l’anno in corso.

Secondo il report di QBE, la cui ricerca non considera ancora il possibile impatto del recente decreto, nel primo trimestre del 2023 la produzione edilizia italiana subirà un leggero calo (0,5%) per poi tornare a crescere nel resto dell’anno. Il segmento residenziale soffrirà nell’intero anno con un una flessione prevista del 3,3%. La domanda di nuove abitazioni sarà frenata dall’aumento dei tassi d’interesse (che renderà più onerosi i mutui) e dall’elevata inflazione (che intacca i redditi disponibili delle famiglie). Edilizia non residenziale e ingegneria civile sono attesi in crescita, ma il settore non residenziale rallenterà dopo il forte rialzo del 2022, mentre l’ingegneria civile tornerà a crescere dopo un 2022 negativo. Le persistenti interruzioni delle catene di approvvigionamento espongono tuttavia queste ultime previsioni a un rischio di ribasso.

La carenza di materiali e attrezzature è stato il fattore che più ha ostacolato nel 2022 l’attività di costruzione. Secondo la ricerca annuale della Commissione Europea, il 20% delle imprese ha indicato la carenza di materiali e attrezzature come vincolo all’attività edilizia, il livello più alto quando, nel 1985, la Commissione conduce l’indagine. Nel gennaio 2023 l’indice italiano dei responsabili acquisti del settore costruzioni (S&P Global Italy) ha rilevato che, nel dicembre 2022, i tempi medi di consegna dei fornitori hanno continuato ad allungarsi tra diffuse segnalazioni di carenza di materiali.
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