Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni
A cura della Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi di ANCE
Nel 2024 l’espansione del PIL italiano ha perso slancio, in particlare la stima Ance per l’anno appena concluso è di una flessione tendenziale degli investimenti in costruzioni del -5,3% in termini reali.
Nel 2024 infatti l’espansione del PIL italiano ha perso slancio, in ragione della debolezza della domanda interna, sia sul fronte dei consumi che degli investimenti. Tra i fattori che pesano sul rallentamento c’è sicuramente la contrazione dell'attività industriale, con particolare riferimento alla crisi del settore automotive, uno dei pilastri dell’industria italiana. A ciò si aggiunge un contesto globale instabile che alimenta un clima di incertezza, nonostante una politica monetaria finalmente meno restrittiva, che non sembra impattare positivamente sugli investimenti e sull’occupazione.
In questo contesto, i principali istituti di ricerca hanno rivisto al ribasso l’espansione prevista per l’economia italiana nel 2024. In particolare, l’ISTAT ha dimezzato la stima relativa all’aumento del PIL, passata dal +1% indicato a giugno al +0,5% rilasciato all’inizio di dicembre e, allo stesso modo, anche l’OCSE ha corretto il suo dato di crescita per l’Italia, abbassandolo a +0,5% rispetto al +0,7% di aprile scorso.
In questo scenario economico, risulta ancora più rilevante l’evoluzione degli investimenti nel settore delle costruzioni, che sono stati il principale volano di crescita per l’economia italiana nel triennio 2021-2023. Durante questo periodo, l'Italia ha registrato un aumento del PIL del +14,8%, superando nettamente Germania (+4,8%) e Francia (+10,7%), raggiungendo livelli superiori a quelli pre-pandemici. Oltre un quarto di questa crescita è imputabile proprio al comparto edilizio, che ha conosciuto una ripresa senza precedenti, tornando a essere un elemento trainante dopo anni di stagnazione. In soli tre anni, i livelli produttivi settoriali sono aumentati di oltre 94 miliardi, colmando il divario produttivo causato da una crisi durata più di un decennio (-90 miliardi).
Tale straordinaria performance è stata sostenuta da due importanti driver di sviluppo: gli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e il PNRR, la cui conclusione è prevista per il 2026.
Gli incentivi legati all’efficientamento energetico, in particolare, con circa 500 mila interventi (pari al 5,8% dello stock edilizio del Paese), hanno avviato un primo importante processo di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, consentendo di passare da una logica della singola unità abitativa a quella di intero edificio, necessaria per massimizzare gli obiettivi di contenimento dei consumi energetici e di riduzione delle emissioni in atmosfera di gas serra.
In termini quantitativi, la misura ha raggiunto il suo apice nel 2023, con 44 miliardi di investimenti realizzati, per vedere, nel 2024, un progressivo ridimensionamento.
Viceversa, gli investimenti del PNRR hanno osservato nel 2024 il primo anno di importante realizzazione.
L’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni è curato dalla Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi dell'Ance:
Flavio Monosilio (direttore), Giovanna Altieri, Elena Colopardi, Assia Leoni, Francesco Manni, Gaetano Gabriele Marini, Maria Grazia Nurra,
Eleonora Riccardelli, Amalia Sabatini, Beatrice Ranieri per
l’editing.
Flavio Monosilio (direttore), Giovanna Altieri, Elena Colopardi, Assia Leoni, Francesco Manni, Gaetano Gabriele Marini, Maria Grazia Nurra,
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