OSSERVATORIO OICE
Nonostante il boom di fine anno, il 2024 chiude con ‐60,5% in valore (‐77,6% per gli appalti integrati) Gare UE nel 2024 in forte calo sul 2023: ‐57,0% in valore e ‐33,4% in numero. Nel 2024 il 36,1% del valore del mercato (610,4 mln.) è stato affidato tramite ricorso all’accordo quadro.

Il commento del Presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi:
“Purtroppo fin da giugno avevamo previsto che saremmo andati sotto i due miliardi e così è stato, nonostante le amministrazioni abbiano svuotato i cassetti a dicembre, anche in relazione all’imminente entrata in vigore del decreto correttivo del codice appalti. Pur considerando che il calo è anche figlio dell’esaurirsi delle gare PNRR – che nel nostro settore si avverte prima che nelle costruzioni – rimane la forte preoccupazione per il futuro perché l’applicazione delle regole speciali PNRR, travasate nel codice appalti, ha comportato un calo dell’evidenza pubblica e della trasparenza, con la soglia a 140.000 euro per gli affidamenti diretti, e una riduzione del mercato sopra soglia per evidenti e reiterati fenomeni di sottostima degli incarichi. Su questo avevamo fatto delle proposte per il correttivo del codice, del tutto disattese. Alcune delle nostre proposte erano anche a costo zero come il ripristino dell’anticipazione contrattuale per la progettazione o l’ampliamento del mercato della verifica dei progetti che limita illogicamente l’operato di professionisti, studi e società a beneficio di un sempre più forte oligopolio di società accreditate, o ancora la reintroduzione delle linee guida 1 dell’Anac per dare regole chiare e certe per affidare i servizi. Non ci è piaciuta la soppressione del rating di impresa, strumento che se ben gestito avrebbe potuto essere di aiuto e supporto alle stazioni appaltanti, così come la conferma dell’incentivo del 2% a favore dei tecnici delle Pa per la progettazione che ben poteva essere dirottato sulla gestione dei procedimenti. In altre parole: per il nostro settore il correttivo è stata un’occasione persa, se si eccettua la soluzione del tutto politica data al tema dell’equo compenso e il sacrosanto ampliamento dei requisiti per partecipare alle gare, di nuovo su base decennale.
Vedremo nei prossimi mesi che impatto deriverà dall’entrata in vigore del nuovo decreto, ma certamente si poteva fare meglio e di più.”
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