Pagamenti PA: tre quarti delle imprese di costruzioni registrano ritardi

Secondo le stime dell’Ance, circa 10 miliardi di euro di ritardati pagamenti per spese in conto capitale rimangono ancora senza una soluzione.
Dall’analisi della situazione dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione nel settore dei lavori pubblici emerge un quadro in chiaroscuro, in cui permangono più ombre che luci. I ritardi di pagamento della P.A. continuano infatti a determinare una situazione di sofferenza nel settore delle costruzioni, uno dei settori più colpiti dal fenomeno in Italia.
L’entrata in vigore della direttiva europea e le misure finora adottate dai vari Governi hanno avuto effetti positivi, ma purtroppo ancora troppo limitati, sull’andamento dei ritardi di pagamento.
Nel secondo semestre 2014, i tre quarti delle imprese di costruzioni (il 72%) registrano ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione.
I mancati pagamenti della P.A. provocano tuttora effetti negativi sull’occupazione, sugli investimenti e sul funzionamento dell’economia: a fronte del mancato pagamento della P.A., un terzo delle imprese (il 31%) deve ridurre il numero dei dipendenti, la metà delle imprese (il 41%) riduce gli investimenti previsti e il 57% delle imprese ritarda i pagamenti ai propri fornitori.
Secondo le stime dell’Ance, circa 10 miliardi di euro di ritardati pagamenti per spese in conto capitale rimangono ancora senza una soluzione (erano 19 miliardi due anni e mezzo fa). Di questi, 3-4 miliardi di euro sono relativi a debiti arretrati di parte capitale maturati prima del 31 dicembre 2013, quindi più di 11 mesi fa.
Nonostante un lieve miglioramento, anche i tempi medi di pagamento nei lavori pubblici rimangono elevati – circa 6 mesi, pari a 182 giorni- rispetto agli standard europei. Negli ultimi 18 mesi, si è infatti registrata una prima riduzione dei tempi di pagamento ma in assenza di un’accelerazione delle misure per contrastare il fenomeno nei lavori pubblici, saranno necessari ancora 5 anni per arrivare ai tempi fissati dalla direttiva europea (60 giorni nel settore dei lavori pubblici).
I riscontri sull’attuazione della direttiva europea in Italia mettono inoltre in evidenza che la normativa comunitaria rimane ancora in larga misura disattesa nel settore dei lavori pubblici.
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