Rapporto Cresme: dal 2018 le opere pubbliche “locomotiva dell'edilizia”

Secondo il rapporto congiunturale, per il 2018 si concretizzerà l’auspicata ripresa, forte degli investimenti in ferrovie, autostrade, opere anti-dissesto, banda larga e scuole.
Nonostante i finanziamenti per le opere pubbliche cubino 149 miliardi di euro, disposti dai governi Renzi e Gentiloni, tali risorse sono state finora investite col contagocce. 
Secondo il rapporto presentato a Venezia il 16 novembre 2017 da Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, le opere pubbliche italiane riprenderanno finalmente a crescere, del 4,8% nel 2018, del 4,2% nel 2019 e poi del 3% nel 2020, tanto da divenire il volano per l’intero settore delle costruzioni, con una previsione di un +2,5% per il 2018 e un +2,1% per il 2019. 


Nei numeri, in dieci anni l'occupazione è crollata del 30% ( - 600mila posti di lavoro) dai due milioni di addetti di dieci anni fa agli 1,404 milioni del 2016 (dati Istat), ancora -4,38% sul 2015. 

Su questo trend ha inciso anche il rallentamento degli investimenti di alcune imprese dei settori energia e trasporti autostradali. 


Per il 2018 le previsioni sono di una crescita del 2,5% (rispetto al +1,5% previsto dal governo per il Pil), trainata in particolare dalle opere pubbliche, che dovrebbero finalmente produrre una crescita di spesa. La crescita degli investimenti è propiziata dalle nuove, ingenti, risorse attivate nell'ultimo biennio: 149 miliardi di euro.  
«Il nuovo ciclo di crescita delle opere pubbliche – prevede Bellicini – dovrebbe durare almeno fino al 2022: le risorse sono tante; ora bisogna saperle spendere». Del resto, «il recupero dell'edilizia esistente cresce da anni, ma ormai è al massimo, più di tanto non si può andare. Per fare un ulteriore salto deve partire la rigenerazione urbana». «L'antisismica – continua Bellicini –resta una scommessa, ci sono i nuovi bonus rafforzati dal 2018, ma non è semplice calcolare quale impatto effettivo avranno sul mercato. Per le nuove costruzioni residenziali, qualcosa comincerà a muoversi ma non è questo il futuro.». Infatti, «il non residenziale risente della ripresa economica e ha ottimi margini per crescere». 
Il carburante della “locomotiva edilizia” 
Il Cresme ha stimato, utilizzando anche dati Ance, il valore effettivo dei fondi per infrastrutture e edilizia all'interno dei programmi o finanziamenti messi in campo dal governo. Nell'ambito della programmazione 2014-2020 le costruzioni valgono 53,4 miliardi, di cui 17 da piani co-finanziati con fondi strutturali europei e relativi Poc complementari nazionali, e 36,4 miliardi da fondi sviluppo e coesione (Fsc). 



Altre risorse giungeranno per le metropolitane. I programmi di Anas prevedono di arrivare a oltre 2,5 miliardi in un paio d'anni. Gli investimenti autostradali, calati al minimi di 900 milioni (2017), una volta sbloccati fanno prevedere una risalita a 1,5 miliardi l'anno. 
Per l’edilizia residenziale, saranno finalmente messi a cantiere i piani del governo per l'edilizia scolastica, per gli edifici della forze dell'ordine, la difesa, l'edilizia sanitaria, i beni culturali. Il tasso di crescita reale previsto è del 2%, rispetto ai 9,2 miliardi di partenza quest'anno.  
Anche la banda ultralarga darà il suo contributo. Partiranno nel 2018 i cantieri pubblici dopo i bandi Infratel per le aree bianche ed è atteso anche un aumento di investimenti da parte dei gestori privati di telecomunicazioni. 
Gli investimenti nel settore idrico (reti, fognature, depurazione) sono attesi in crescita da 2,2 a 2,5 miliardi nel 2017, ma solo a 2,6 miliardi nei prossimi due anni, un valore ancora distante dal fabbisogno minimo di 3,2 miliardi all'anno stimato dall'Autorità per l'energia, a causa delle note lentezze ad attuare gli accorpamenti gestionali in molte aree del paese, soprattutto al Sud. 
Per contrastare il dissesto idrogeologico, infine, i programmi della missione Italiasicura si faranno forti di 29 miliardi di euro e i primi fondi assegnati in questi giorni per la progettazione, oltreché il "decollo" dei cantieri del piano stralcio per le grandi città, fanno prevedere di salire a un miliardo di euro già nel 2018.
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