Rifiuti da costruzione e demolizione, l’appello degli operatori

“Nel nuovo regolamento persistono importanti criticità operative, necessario riaprire il tavolo di confronto con il MASE.”
“E’ necessario e urgente riaprire il tavolo di confronto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per una rapida soluzione delle criticità ancora presenti nel testo del nuovo regolamento sull’End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione”.
È questo il messaggio emerso nel corso dell’evento “Il nuovo regolamento di End of Waste dei rifiuti da costruzione e demolizione - Nuove sfide per il settore degli aggregati riciclati”, promosso da ASSOAMBIENTE (l’Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia circolare, smaltimento rifiuti e bonifiche) e da ANPAR (l’Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati) a Bedizzole (BS) presso l’impianto di gestione rifiuti da costruzione e demolizione di Prandelli Sandro Srl.

L’incontro, organizzato nell’ambito della quinta tappa della campagna “Impianti Aperti on the Road – Il viaggio per la sostenibilità”, ha visto ampia partecipazione di operatori e rappresentanti di tutta la filiera dei rifiuti da costruzione e demolizione e gli interventi di esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, oltre ad esperti del settore.
I relatori hanno evidenziato le modifiche positive apportate dalla nuova normativa, intervenute anche a seguito del ricorso al TAR del Lazio presentato a novembre 2022 dall’ANPAR. Gli interventi hanno altresì posto l’accento sulle criticità ancora presenti nel regolamento e sulla necessità che queste siano risolte. Cinque sono, secondo ANPAR, i principali nodi ancora da sciogliere nel Decreto e riguardano:
•   l’esclusione dall’End of Waste (EoW) dei rifiuti interrati e dei rifiuti provenienti da siti sottoposti a bonifica, ancorché inerti e non pericolosi;
•   la limitazione alla sola “colonna A” (non citata espressamente nel DM) per l’uso degli aggregati recuperati in opere quali riempimenti, ripristini, ecc., anche qualora questi siano realizzati su siti a destinazione industriale o commerciale. Ciò determina una evidente sperequazione nella possibilità di impiego degli aggregati recuperati a favore dei sottoprodotti;
•   la possibilità di utilizzo dei prodotti solo ed esclusivamente in conformità alla norma UNI 11531 – 1, escludendo la possibilità che per l’aggregato recuperato, idoneo a capitolati speciali di appalto come ANAS o RFI, si possa essere ritenuto ugualmente raggiunto lo status di EoW;
•   occorrono chiarimenti in merito alla necessità di adeguamento al nuovo regolamento per gli impianti attualmente in possesso di autorizzazioni con codice EER non previste nel nuovo regolamento.
“Nel nuovo regolamento persistono alcune criticità che dovranno essere affrontate e risolte grazie al confronto tra le imprese dell’Economia Circolare e il MASE durante i 24 mesi previsti per il monitoraggio degli effetti derivanti dall’applicazione del nuovo decreto. Auspichiamo che ciò possa avvenire attraverso un reale e continuo dialogo nel quale ciascuna delle parti possa sostenere e motivare le proprie posizioni”, ha spiegato Giorgio Bressi - Direttore di ANPAR e Vice Presidente di Euric Construction and Demolition Branch.
“Non vanno vanificati l’impegno e gli investimenti delle molte aziende italiane che operano legittimamente nell’interesse dell’Economia Circolare e della crescita economica propria e di questo settore. Per questo, in rappresentanza e a tutela dell’intera filiera, ANPAR è pronta a dare il proprio contributo nel dialogo con le Istituzioni e a sostenere le istanze delle imprese all’interno di tutti i contesti previsti”, ha concluso Bressi.
Nel corso del convegno Enrichetta Lupo – Delegata ANPAR per la Lombardia ha poi avanzato al Dirigente della Regione Filippo Dadone la proposta, accolta positivamente, che l’Osservatorio Regionale sull’economia circolare e la transizione energetica raccolga casi concreti relativi alle difficoltà create dal nuovo Regolamento agli operatori e faccia da incubatore per nuove proposte da veicolare al MASE come contributo per l’attività di monitoraggio.
Al termine dell’incontro, come nelle precedenti tappe della campagna Assoambiente “Impianti Aperti on the Road”, i partecipanti hanno potuto visitare l’impianto di messa in riserva e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi, inaugurato recentemente, con una capacità di 300.000 tonnellate.
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