Riqualificazione e messa in sicurezza di edifici residenziali in contesti storici

L’introduzione del sismabonus ha consentito a molti professionisti ed imprese di inserire all’interno degli interventi di recupero di edifici esistenti, soprattutto in ambito storico, nuove tecnologie per il rinforzo strutturale, da pochi conosciute fino ad un decennio fa.
Tali soluzioni risultano poco invasive, composte da materiali innovativi ad elevata prestazione che consentono di limitare enormemente gli spessori d’intervento, e risultano molto adatte per gli interventi sugli edifici in muratura. Le tecnologie consistono nell’accoppiamento di malte strutturali a delle reti di rinforzo in fibra di vetro, basalto, acciaio o carbonio a seconda dei casi, a formare degli intonaci armati aventi spessore fino a 15 mm. Tali sistemi sono chiamati FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix). I sistemi FRCM vengono adottati per resistere a tensioni di trazione. Esercitano la loro funzione strutturale per aderenza alla muratura sottostante e vengono qualificati anche attraverso delle prove di laboratorio in cui si misura la forza di taglio che provoca il distacco dal supporto standard (tufo, laterizio e pietrame). Le prove consentono di determinare, rapportando il valore ottenuto all’area del rinforzo, la tensione limite convenzionale, parametro da tenere in considerazione durante la progettazione.
I sistemi FRCM ben si adattano ad incrementare la resistenza sia a pressoflessione che a taglio di maschi murari e delle fasce di piano. Si è optato per un intervento diffuso in facciata mediante rete bidirezionale in fibra di basalto B-NET 450 BA avente grammatura pari a 450 g/m2 annegata in una malta a base calce idraulica LIMECRETE di classe M15 secondo la norma EN 998-2.  
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