Roma Capitale

Roma Capitale completa il suo programma di lavoro sul cambiamento climatico e presenta in Campidoglio il Label del Climate City Contract. E' stato definito anche il piano di decarbonizzazione previsto dalla Mission delle 100 città europee “carbon-neutral and smart cities by 2030” che punta a rendere le città i motori della transizione verso la neutralità climatica entro il 2050. E la Commissione Europea ha certificato la qualità del lavoro di Roma Capitale.
Il Climate City Contract si compone di tre parti: il Piano di Azione (iniziative e proposte condivise), il Piano degli investimenti (analisi puntuale dei costi e delle risorse) e il Piano degli Impegni (obiettivi e strategie). 7 sono invece gli ambiti strategici (efficientamento energetico, mobilità sostenibile, reti elettriche, rinnovabili, decarbonizzazione, economia circolare dei rifiuti e forestazione). Il tutto prende spunto dalle elaborazioni del Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), rivisto e aggiornato nel 2023 dall’Amministrazione che ha alzato il target di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 a -66% rispetto al 2003. Il lavoro di questi due anni ha consentito di individuare una traiettoria di riduzione delle emissioni di gas serra. Attraverso il Ccc è stato ampliato e approfondito l’insieme delle analisi dei diversi settori della vita cittadina, al fine di individuare le priorità di intervento e di dare continuità e ampliare gli interventi in corso. Complessivamente si tratta di 16 miliardi di euro di investimenti in realizzazione e programmati per la riduzione delle emissioni.
Una delle novità più importanti del lavoro è stato il coinvolgimento di 80 stakeholder, ossia degli attori economici, sociali e istituzionali tra enti pubblici, imprese private, società partecipate dal Comune e dallo Stato, fondazioni, enti di ricerca e università, associazioni del Terzo settore, che hanno presentato 493 azioni verso la neutralità climatica. L’obiettivo della nuova fase di lavoro che si apre ora è di accedere al supporto tecnico e finanziario della Commissione Europea e di Bei, insieme agli stakeholder, per accelerare nella direzione delle priorità previste. Con il Ccc si dimostra che Roma ha le potenzialità per arrivare a una riduzione pari all’86% rispetto al 2003 (quasi dell’80% rispetto al 1990) e di accelerare gli interventi già messi in campo nella mobilità, nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, nello sviluppo delle fonti rinnovabili e attraverso il Piano Rifiuti e il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile.
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