Seismic Academy, XI Edizione di Hilti
La prevenzione sismica non è una moda ma una necessità per la sicurezza dell’Italia.
La Seismic Academy di Hilti, giunta alla sua 11ª edizione, si è rivelata un’opportunità di confronto strategica per tutti gli attori coinvolti. Aziende, Università e Centri di Ricerca hanno animato le roundtable e i focus tematici, con importanti contributi da parte del CRESME e dell’Università Federico II di Napoli. Il patrimonio edilizio italiano è esposto a un rischio sismico significativo, con costi elevati legati alla ricostruzione post-evento. La gestione del rischio segue prevalentemente un approccio reattivo, mentre sarebbe necessario un maggiore investimento nella prevenzione. Gli incentivi attuali, come il Sismabonus, rappresentano strumenti utili per migliorare la sicurezza delle costruzioni. Tuttavia, serve un impegno più deciso per rendere le politiche di mitigazione più efficaci. La resilienza del territorio passa attraverso scelte strategiche che privilegiano la sicurezza rispetto all’emergenza.
Apertura lavori con il contributo di Alessandro Savino, AD Hilti Italia, il quale ha sottolineato l’importanza della prevenzione sismica e dell’innovazione continua, evidenziando l’impegno di Hilti nel settore delle costruzioni, con un team di oltre 1.400 collaboratori in Italia e una strategia mirata a migliorare la sicurezza e la sostenibilità del settore.
Il Prof. Iunio Iervolino, dell’Università Federico II di Napoli, IUSS di Pavia ha presentato le novità introdotte dalla seconda generazione degli Eurocodici, con particolare attenzione alla progettazione sismica, fornendo una panoramica sullo stato di avanzamento delle norme europee ed evidenziando l’importanza della coerenza tra i nuovi Eurocodici e le normative tecniche nazionali.
Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico di CRESME Ricerche ha analizzato il mercato italiano delle costruzioni sismiche, sottolineando l'urgenza di una maggiore prevenzione e la necessità di investimenti più mirati.
Uno dei temi centrali è l’impatto economico dei terremoti, che in Italia è stimato in circa 40 miliardi di euro l’anno. Tra il 1998 e il 2024 sono stati investiti 74,1 miliardi di euro in misure di prevenzione, anche se solo una parte di queste risorse è stata effettivamente destinata alla riduzione del rischio sismico. In questo contesto, incentivi statali come il Superbonus hanno avuto un impatto significativo, favorendo la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Tuttavia, serve una politica industriale più strutturata, capace di incentivare in modo sistematico la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici, al di là delle singole misure straordinarie. L’innovazione tecnologica e modelli assicurativi possono fare la loro parte per migliorare la gestione del rischio.