Punta della Dogana - Venezia

L’intervento di consolidamento del terreno di fondazione dell’edificio monumentale di Punta della Dogana è stato condotto con interventi sviluppati in varie fasi e reiterando il trattamento, in alcune zone, durante un arco temporale di 6 mesi.
La situazione
L’edificio monumentale di Punta della Dogana, o “Punta da Mar”, edificato a partire dal 1677 a Venezia, è stato recentemente interessato da interventi di consolidamento del terreno di fondazione mediante impiego della tecnologia Uretek Deep Injections. L’edificio, costruito allo scopo di ospitare la sede della dogana per il controllo delle imbarcazioni in entrata ed uscita da Venezia, divide il bacino San Marco nei due canali della Giudecca e Canal Grande.
Nel maggio 2003 l’edificio di Punta della Dogana è stato interessato da importanti ed improvvisi fenomeni di cedimento delle fondazioni in corrispondenza della sua porzione rastremata prospiciente Canal Grande. Tali fenomeni si sono manifestati a causa di un principio di sifonamento che ha interessato il terreno a tergo del muro di sponda del Canale durante il corso dei lavori di manutenzione della riva. Allo scopo di stabilizzare le conseguenze del dissesto verificatosi nel 2003 si è proceduto al consolidamento del terreno di fondazione mediante l’impiego di resina Uretek Geoplus messa in opera avvalendosi della tecnologia Uretek Deep Injections.

L’intervento
L’intervento presso l’edificio della Dogana è stato sviluppato reiterando il trattamento in alcune zone durante un arco temporale di 6 mesi per dar modo alle sovrapressioni neutre formatesi nel terreno con i primi interventi di dissipare.
Durante la prima fase di lavorazione si è intervenuti sotto le fondazioni dell’edificio operando su un numero di livelli di trattamento variabile da quattro a sette, effettuando delle iniezioni puntuali, mantenendo inalterata la posizione del tubo durante le operazioni d’iniezione.
L’intervento “puntuale” è stato esteso in altezza dalle quote di fondazione ad una profondità variabile da quota –8,50 m s.l.m. in facciata Canal Grande a quota –5,00 m s.l.m. verso Canale della Giudecca, posizionando ciascun livello ad una distanza verticale di circa m 1,00 dal successivo. Si è così descritta una maglia di iniezione disposta su un numero di livelli variabile da 4 a 7 con interasse fra i fori pari a circa 50 cm. In questa fase si è effettuato anche un trattamento a “colonna”, realizzato sfilando il tubo di iniezione dal foro con velocità controllata durante l’erogazione di resina; che ha interessato una striscia di terreno a tergo del muro di sponda nell’intervallo di quote -8,50 ÷ -3,00 m s.l.m. mediante colonne di iniezione ad interasse di 50 cm. Di seguito si riporta lo schema riassuntivo indicante la lunghezza delle zone trattate in funzione del numero di livelli e la loro distribuzione planimetrica.
Nella seconda fase d’intervento le iniezioni “puntuali” si sono limitate a m 47,60 di muratura continua, mentre non sono stati effettuati trattamenti “colonnari”.
Il numero di livelli di iniezione complessivo è variato da 5 a 3 passando da Canal Grande a Canale della Giudecca.
La terza fase d”intervento è stata eseguita sotto circa 18 ml di fondazione, limitatamente alla facciata dell’edificio prospiciente il Canal Grande, porzione che maggiormente aveva sofferto dei cedimenti occorsi.

L’esito dell’intervento
Le prove di controllo effettuate presso il cantiere hanno permesso di verificare l’esito dell’intervento di consolidamento del terreno.
I metodi di controllo adottati da Uretek sono i seguenti:
- monitoraggio del fabbricato con livello laser durante l’esecuzione delle iniezioni;
- livellazione di precisione sulla porzione di fabbricato interessata dal trattamento per un periodo di 6 mesi durante e dopo il trattamento;
- prove penetrometriche nel volume di terreno interessato dal trattamento prima, durante e dopo l’intervento.
Le prove sono state condotte con l’uso di un penetrometro DPM30, avente massa battente di 30 kg ed altezza di caduta di 0,20 m. I grafici riportati si riferiscono al numero di colpi necessari ad infiggere la punta dello strumento per 0,10 m di avanzamento, in relazione alla profondità.
L’istogramma confronta le prove penetrometriche PPA, effettuata prima dell’intervento, con le prove PP1, effettuata dopo la prima fase; le prove PP2 e PP3 effettuate alla fine della seconda fase e la PP4 realizzata al termine dell’intervento, a conclusione della terza fase.
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